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Notiziario Marketpress di Mercoledì 19 Marzo 2003
 
   
  TAIPEI FINE ARTS MUSEUM,TAIWAN PALAZZO DELLE PRIGIONI, S VENEZIA

 
   
  Venezia, 19 marzo 2003 - Sogni e Conflitti: esiste un divario, una zona franca tra queste due entità. Quest´anno il padiglione di Taiwan presenta le opere di quattro artisti che esplorano e riflettono su quest´area, che potremmo definire un Limbo. Sognare, immaginare, fanno parte dell´esperienza umana. Noi cerchiamo di trasformare in realtà le nostre aspirazioni. Realizzare i nostri sogni é, in un certo senso, il nostro destino, la nostra arte. Le utopie che i sognatori hanno cercato di generare hanno dato forma a intere epoche, persino a interi stati. A causa della nostra umanità imperfetta, questi sogni portano inevitabilmente al conflitto, che rappresenta la grandezza ed il fallimento della storia dell´umanità. Il fenomeno non é una novità, eppure viene costantemente reiterato. Cosa succede quando i nostri sogni cambiano, quando la nostra visione del mondo e delle sue possibilità e le nostre definizioni non sono più valide? Cosa succede quando il mondo cambia, quando i confini tra le nazioni cambiano o perdono significato? Cosa succede quando le istituzioni un tempo autorevoli e rispettate sono dichiarate corrotte e inaffidabili? Gli avvenimenti recenti hanno accelerato questi cambiamenti, hanno introdotto nuovi livelli di stress economico, dubbi sui benefici del progresso tecnologico, paure per l´incolumità fisica. Il Limbo sta sospeso in un mondo senza limiti e confini. É un incubo senza fine, né luce né oscurità, emotivamente instabile. Gli avvenimenti sembrano confusi, indefiniti. La vita oggigiorno può essere vissuta come transizione, ansia e confusione costanti. Limbo. Come il resto del mondo, Taiwan vive il cambiamento tecnologico, economico, sociale e politico ad un ritmo da capogiro. Come possiamo metabolizzarlo? Come lo percepiamo e come incide sulla nostra sensibilità, sulla nostra consapevolezza di chi e cosa siamo? Potremmo percepire un crescente divario tra il nostro mondo interiore e quello esterno, tra il presente ed il passato, e un senso di disorientamento generale. É come se fossimo sospesi nel tempo e nello spazio, da qualche parte tra inferno e paradiso, tra conscio e inconscio, e non potessimo fidarci delle nostre percezioni. Quanto del passato é utile o rilevante mentre scrutiamo il Limbo? L´imprecisione della memoria e il passare del tempo cospirano ad indebolire la nostra comprensione del pasato. Esistono nuove specie, nuove invenzioni che sembrano forzare i limiti della nostra obsoleta conoscenza e comprensione. I nuovi paradigmi non sono sperimentati, ed il passato continua a rieccheggiare nel presente. La gente vuole predire il futuro e spera in un mondo migliore. L´autorità può servirsi di questo desiderio per manipolare ed ingannare; può portare anche ad una svolta verso il soprannaturale, verso il mondo degli spiriti o del caso. Così la nostra percezione del passato o del futuro si fa confusa. Il nostro Limbo é un eterno presente. Forse il nostro istinto di adattamento e di sopravvivenza ci portano a rendere familiare, addomesticare e alla fine ad esprimere il Limbo. Alla fine ne impariamo i contorni, le figure, le forme. Sono stati selezionati per questa mostra quattro artisti taiwanesi, tutti di livello internazionale. Ognuno ha creato, in un´idea e nella propria tecnica, un codice visivo individuale, un linguaggio tratto dal Limbo. I loro nomi sono Shu Lea Cheang, Daniel Lee, Lee Mingwei, e Yuan Goang-ming. L´opera di Yuan Goang-ming, intitolata Human Disqualified, é composta di 300 fotografie del quartiere Ximen a Taipei, prive di persone. L´artista ha compresso tutto ciò che sta ai limiti della visibilità grazie ad una luce mobile e alla polvere di fosforo. Il termine tedesco Doppelganger potrebbe descrivere il risultato: un´immagine doppia, uno spazio pubblico privo di pubblico. La visione ossessionante di uno spazio urbano fa pensare ai fantasmi. Si tratta del passato, del futuro, o come il Limbo stesso, di un altra dimensione? The Sleeping Project é un pezzo concettuale di Lee Mingwei, un´analisi dei confini che utilizza l´idea del sonno come punto di partenza. La basilare intimità dell´addormentarsi, con la sua liberazione dal conscio, viene condivisa con uno sconosciuto scelto a caso. Non si tratta di una esperienza erotica, ma di una esperienza che apre la porta alla scoperta dell´incontro. Cosa si porta nell´incontro? Cosa significa? Come cambiano o resistono, durante l´esperienza, i confini del nostro spazio di contatto personale? É l´esperienza notturna della casualità e dell´umanità. Le opere di Daniel Lee, 108 Windows e Origin, riguardano entrambe la trasformazione. In 108 Windows, il suono delle campane del tempio di Han-sun benedice le entità legate alla ruota della reincarnazione: é un tempio dedicato ad un mondo al di fuori del tempo e dello spazio. In Origin, la trasformazione é evolutiva: ancora una volta il presente si forma con parti del passato. In questo caso gli ibridi sono creati a partire da specie esistenti, le cose reali diventano quasi irreali. Entrambe le opere sembrano chiedere da dove veniamo e come siamo arrivati al Limbo odierno. Garlic = Rich Air di Shu Lea Cheang é un´opera ambientata nel 2030. L´aglio é divenuto moneta di scambio: può essere virtuale, reale o in forma di carta di credito. Si tratta di una ripulsa del nostro attuale sistema economico, che solleva interrogativi sul valore ed il significato dei soldi. Quanto vale una cosa? Come si usa il denaro? Qual´é il giusto prezzo? Il pezzo comprende una componente di performance nella contrattazione con dei gondolieri a Venezia, e si verifica in un mercato futuristico, successivo al crollo dell´economia.  
   
 

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