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Notiziario Marketpress di Martedì 25 Marzo 2003
 
   
  PROVINCIA ROMA: UNA RETE IDRICA CHE FA ACQUA DA TROPPE PARTI

 
   
  Roma, 24 marzo 2003 - Una miriade di pozzi privati dai quali attingere acqua a proprio piacere. Una cattiva abitudine alla quale non sembrano sottrarsi neppure nella Provincia di Roma: è ciò che emerge da un rapporto sull´acqua realizzato dalla stessa Provincia, in collaborazione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche e presentato oggi a Roma dal Presidente Silvano Moffa assieme ad altri sei rapporti che informano sulla situazione complessiva della Provincia dal punto di vista della sanità, del rischio di emarginazione, dell´istruzione, dell´alimentazione, del suolo/sottosuolo e dell´aria. In un periodo in cui la carenza di risorse idriche sta diventando una vera e propria emergenza a livello mondiale, la situazione che gli esperti hanno riscontrato nella Provincia di Roma appare particolarmente preoccupante: la tendenza ad effettuare escavazioni anche molto profonde determina infatti il depauperamento incontrollato di rilevanti falde sotterranee e di sorgenti che alimentano spesso bacini lacustri d´importanza strategica in quanto riserve idriche. Senza contare che questi prelievi fai da te danneggiano sia quantitativamente che qualitativamente l´acqua a disposizione. A determinare questa anarchia è, molto spesso, un sistema pubblico di acquedotti inadeguato: i principali consorzi della Provincia di Roma, quelli intercomunali del Simbrivio e Sabino e l´Acea non riescono infatti a soddisfare sempre tutta la richiesta di acqua potabile, tanto che la ricerca ha evidenziato ben 217 fonti di approvvigionamento idrico locale. Per ovviare a questi problemi la Regione Lazio e la Provincia di Roma stanno mettendo a punto una direttiva concernente l´individuazione delle zone di salvaguardia e stanno dando avvio ad una vasta opera di risanamento degli acquedotti per evitare, o almeno ridurre al minimo, perdite o infiltrazioni lungo i percorsi della rete idrica.  
   
 

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