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Notiziario Marketpress di Martedì 25 Marzo 2003
 
   
  PASTIFICIO GAROFALO: UN ANNO DI SUCCESSI IN ITALIA

 
   
  Milano, 25 marzo 2003 - Il Pastificio Garofalo, "industria-artigianale" che riesce su quantitativi rilevanti e su un numero ampio di formati a trasferire la cultura pastaia, tramandata nella città di Gragnano da oltre 500 anni, festeggia oggi un anno di attività dal suo debutto sul mercato italiano; un anno di successi che ha coronato le speranze più rosee del management. Garofalo sta oggi radicando la sua presenza nella distribuzione italiana con l´obiettivo di vendita nel 2003 di 6.000 tonnellate, sulle 60.000 tonnellate del fatturato complessivo del Pastificio, e con un giro d´affari di 6 milioni di euro. E il traguardo, sempre per l´Italia, nel 2004 è la produzione di 15.000 tonnellate: un aumento di volumi che rimane strettamente legato all´impegno nella ricerca della qualità. Il Pastificio Garofalo ha portato infatti sulla tavola degli Italiani una linea di pasta che eccelle sia per le semole utilizzate, ricche di glutine di alta qualità, sia per la tecnica di lavorazione, secondo cui ogni singolo formato è realizzato con il suo particolare equilibrio tra le variabili produttive. Proprio per la sua alta qualità, la pasta Garofalo si è dimostrata essere sempre perfettamente all´altezza tanto per il consumo di tutti i giorni quanto per le occasioni e gli eventi esclusivi che l´hanno vista protagonista nel corso di questi dodici mesi. Prima, impegnata in un´iniziativa di solidarietà organizzata da Mani Tese per la raccolta di fondi per la costruzione di una scuola in Eritrea. Nella suggestiva cornice della Stazione Marittima di Napoli infatti, la pasta Garofalo è stata l´ingrediente base delle ricette preparate da 6 personaggi famosi che, con il cappello da chef, si sono sfidati in una loro personale interpretazione di un piatto di pasta. Poi, all´insegna della grande tradizione d´arte della città di Napoli, il Pastificio e il Teatro San Carlo hanno iniziato una stretta collaborazione. Inizialmente durante la serata d´apertura della stagione lirica: la pasta Garofalo è stata servita, a ospiti illustri, alla cena di gala allestita nel foyer del teatro dopo la prima del Don Giovanni di Mozart. In seguito durante alcune serate dedicate alla danza: l´opificio ha sponsorizzato il balletto Romeo e Giulietta. Un pastificio e un teatro, nati nello stesso secolo, il Settecento, si sono ritrovati così insieme animatori della scena culturale partenopea. L´ultima presenza durante il Breil Atp Indoors Milano, come "pasta ufficiale" della manifestazione tennistica: è stata servita a ospiti e giornalisti, elemento base di una dieta da campioni, secondo le migliori tradizioni mediterranee. Il mercato della Pasta Il comparto pasta è ormai maturo sia nei volumi che nell´innovazione. Il consumatore all´atto dell´acquisto ricerca valori che lo gratifichino quali la tipicità, la qualità, la garanzia data dalle metodologie produttive certificate. In questo scenario il piatto di pasta continua a essere un caposaldo nell´alimentazione degli italiani e il miglior ambasciatore del made in Italy del mondo. La pasta piace e molto sia al Sud che al Nord, simpatie senza limitazioni le sono riservate soprattutto dai giovani tra i 18 e i 34 anni. Un recente sondaggio indica che gli Italiani sono accompagnati nei loro viaggi dal desiderio di un piatto di spaghetti. La risposta del Pastificio Garofalo è stata l´inserimento nel mercato italiano dei suoi oltre 50 formati di pasta, realizzati con cura artigianale a un prezzo accessibile per l´acquisto giornaliero. A Gragnano, la tradizione della pasta di semola di grano duro ha una storia lunga più di cinquecento anni: era la prima metà del ´500 quando l´antico borgo dei monti Lattari decise di codificare in appropriati documenti la procedura per realizzare i maccaroni. I documenti, oggi custoditi nella Biblioteca Nazionale di Napoli, funzionavano da protocollo riconosciuto con le norme di fabbricazione della pasta artigianale. "Ogni ´mpastata deve essere al massimo di 50-60 chilogrammi - si legge nel protocollo - l´impasto deve essere trammiato nella gramola, mosso da due lavorieri gramolisti, con una stanga a forma di mestolo. Quando dietro parere assaggio dello ´mpastatore l´impasto è bene amalgamato, viene immesso nello ´ngiegno, l´arnese formato da grosse assi di quercia". Il destino di Gragnano era scritto nel suo essere il granaio della Repubblica Amalfitana: aveva acqua in abbondanza da poter permettere la coltivazione del prezioso cereale anche quando altre località erano in piena siccità. Nel 1600 sorsero i primi pastifici a conduzione familiare, che ben presto cedettero il posto a numerosi opifici di paste lunghe. La città divenne un centro produttivo di pasta così importante da condizionare il piano urbanistico. Tra il 1843 e il 1847 la via centrale fu infatti ricostruita tenendo conto delle esigenze di essiccazione della pasta: la larghezza della sede stradale e l´altezza dei fabbricati furono studiate in modo che, in ogni ora del giorno, un sistema di ventilazione artificiale essiccasse i maccheroni stesi ad asciugare nella maniera ottimale. Nel luglio del 1845, il re Ferdinando di Borbone, dopo un gustoso pranzo, concesse ai fabbricanti gragnanesi l´alto privilegio di fornire la corte di tutte le paste lunghe, tanto che Gragnano, con i suoi 35 mulini, divenne "la città dei maccheroni."  
   
 

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