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Notiziario Marketpress di Giovedì 27 Marzo 2003
 
   
  I SOTTOSCRITTORI ITALIANI RAPPORTO ASSOGESTIONI AL 1° GENNAIO 2002

 
   
  Milano 27 marzo 2003 - Fondi comuni d´investimento: sono piemontesi i risparmiatori più "ricchi" d´Italia, ma sono del Nord-est gli investitori più "coraggiosi". Rovigo capitale del risparmio "aggressivo". Lecco capitale per sottoscrittori su residenti. L´italiano che "rischia" fa il commerciante. Notizie nuove e, se si vuole, clamorose, quelle che emergono dal Rapporto annuale sui sottoscrittori di fondi comuni d´investimento, la ricerca condotta ogni anno da Assogestioni basandosi su un campione pari all´80% della massa gestita da intermediari italiani, ovvero quasi dall´intero universo del risparmio italiano nei prodotti gestiti. Dalla nuova mappa del risparmio e del risparmiatore italiano, diffusa in occasione dell´Assemblea Annuale tenutasi a Milano, emerge che la regione dove risiedono i risparmiatori più "ricchi" d´Italia, ovvero coloro che investono oltre 150.000 euro in fondi comuni d´investimento, non è più la Lombardia (come nel 2000), ma il Piemonte con ben il 4,6% di ricchi investitori. Seguono il Lazio (4,3%) e la Campania (4,1%). Solo quinta la Lombardia (3,5%), forse per via del massiccio spostamento di gran parte dei risparmi, che erano investiti in fondi, in gestioni patrimoniali in fondi (Gpf). La regione dei più "poveri" è invece le Marche, con solo l´1,8% di investitori che investono oltre 150.000 euro, seguita dal Friuli Venezia Giulia (2%) e dalla Puglia (2,2%). La provincia dei più "ricchi" è il capoluogo piemontese, Torino, con ben il 5,5% di investitori della massima fascia d´investimento, seguita da Roma (5%) e Napoli (4,6%). La provincia dei più "poveri" non è nelle Marche, ma in Sardegna: è Nuoro (1,2%), seguita da Rovigo (1,3%) e Sondrio (1,4%). La classifica dei "coraggiosi", ovvero di coloro che prediligono investimenti con un elevato rapporto rischio/rendimento, vede in vetta il Nord-est che nel 2000 aveva il 40% del patrimonio investito in fondi azionari, e che si riconferma con il 32,6%. Allo stesso modo il Sud dello stivale, meno propenso al rischio con "solo" il 19,9% investito in azionari. La città dei "coraggiosi" è Rovigo, con il 41,1% del patrimonio investito in azionari, seguita da Trento con il 40,5% e Padova con il 39,9%. La città dei "cauti" è senza dubbio Enna, i cui abitanti investono in fondi azionari solo il 12,1% del patrimonio complessivo investito in fondi, seguita da Agrigento (16,1%) e Caltanissetta (16,7%). Alle Isole, che prediligevano i bilanciati più di ogni altra zona d´Italia (38%) nel 2000, succedono in classifica il Nord-ovest e il Nord-est, rispettivamente con il 27,6% e il 27,4% del patrimonio investito in questa categoria di fondi. Le Isole retrocedono al 26,7%. Il Nord-ovest detiene anche il record per quanto riguarda gli obbligazionari, come nel 2000, con il 19,2% (era il 20%). Al Sud piacciono i fondi obbligazionari a breve termine e monetari, i cui abitanti vi destinano il 45,1% dei loro investimenti. I fondi caratterizzati da un elevato rapporto rischio/rendimento piacciono di più a chi investe fino a 15.000 euro, mentre chi dispone di maggiori risparmi diversifica maggiormente. La media dell´asset allocation italiana di chi investe più di 15.000 euro è la seguente: 31,8% dei risparmi degli italiani è investito in obbligazionari a breve termine e monetari; il 16,4% in altri obbligazionari; il 26,7 in bilanciati; il 25,1% in azionari, a riconferma che la suddivisione degli investimenti degli italiani è assai ponderata e in media con i paesi più evoluti finanziariamente (anche migliore di quella dei paesi anglosassoni). Il totale dei sottoscrittori di fondi gestiti da intermediari italiani al 1° gennaio 2002 è di 8.313.459. Diminuisce leggermente la diversificazione in Italia: dal 48,3% del 2000, diventano il 51,9% nel 2001 i sottoscrittori che detengono solamente un fondo. A detenere più di 4 fondi sono il 18,6% contro il 21,2% del 2000 e il 14,1% del 1999. Patria dei fondi resta il Nord-ovest con 3,2 milioni di individui proprietari di fondi (39%). Nord-est 2 milioni (24,4%). Centro 1,5 milioni (18,7%). Sud e isole 1,4 milioni (17,9%). Quanto alla classifica delle province in cui, sul totale della popolazione, c´è il maggior numero di detentori di fondi, balza dal terzo al primo posto la piccola Lecco (nel 2000 in vetta c´era Vercelli) con il 70,4%. Poi Mantova (la seconda era Savona) con il 64,5%. Terza Como (Lecco) con il 61,4%. Nella classifica delle città con la minor percentuale di detentori di fondi Benevento veste la maglia nera 13% (si riconferma il dato del 2000), poi Nuoro (Vibo Valentia) con il 13,1% e Oristano (Crotone) con il 13,7%. La regione che diversifica maggiormente, ovvero che ha la maggior percentuale di investitori con più di 7 fondi è la Toscana (era seconda dopo le Marche) con l´8,3%, seguita dalla Valle d´Aosta con il 7,8% e dal Piemonte con il 7,7%. Le regioni che diversificano meno si confermano, come nel 2000, la Puglia con il 3,1%, la Calabria con il 3,4% e la Basilicata con 3,5%. La provincia che diversifica maggiormente non è però in Toscana. E´ Biella (era Macerata) con il 14,9%, seguita da Piacenza (12,3%) e Siena (11,6%). Le provincie che diversificano meno sono Agrigento con l´1,6%, Caltanissetta con il 2,4% e Vibo Valentia con il 2,5%. Circa l´età dei sottoscrittori: il maggior numero di over 55, tra i possessori di fondi, risiede, come nel 2000, in Liguria (49,7%). La città in vetta alla classifica per province è però Torino (50,4%) che raggiunge Genova (ex aequo). Il Trentino Alto Adige è la regione più ´giovane´ che spodesta il Veneto con il 23,9% di risparmiatori sotto i 35 anni di età. In totale, gli over 35 sono l´81% (erano l´80%) dei sottoscrittori italiani. Gli over 55 detengono oltre il 55% del patrimonio, mentre gli under 35 detengono il 9,3% del patrimonio (era il 9,7%). Il 31,1% di patrimonio investito in fondi rispetto alle varie categorie professionali è rappresentata dagli impiegati, erano il 30% nel 2000, e i pensionati sono il 22,9%, erano il 30%. Gli operai sono il 4,6%, erano il 6%. Ma i più "coraggiosi" sono i commercianti, che investono in fondi azionari più del 39,8% del loro patrimonio (il 50% nel 2000), gli impiegati (il 34,2%, erano il 40%) e i pensionati (il 27,5, erano il 30%). I più "ricchi" sono i liberi professionisti, con ben il 3,9%, che detengono in fondi più di 150.000 euro. Gli impiegati e gli operai sono i più "poveri" con il 60% dei sottoscrittori sotto i 15.000 euro.  
   
 

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