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Notiziario Marketpress di
Lunedì 31 Marzo 2003 |
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UNA NUOVA RELAZIONE METTE IN DUBBIO LA VALIDITÀ SCIENTIFICA DELLA SPERIMENTAZIONE DELLE COLTURE TRANSGENICHE NEL REGNO UNITO
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Londra, 31 marzo 2003 - La sperimentazione in campo agricolo delle colture geneticamente modificate (Gm) nel Regno Unito è terminata, e sebbene non siano ancora stati pubblicati i risultati definitivi, gli attivisti hanno già espresso dubbi sulla loro validità. La sperimentazione, la più vasta al mondo nel suo genere, è durata quattro anni ed è stata promossa dal governo del Regno Unito per determinare se gli erbicidi ad ampio spettro utilizzati su diverse varietà di colture transgeniche possano danneggiare la biodiversità agricola. Ai fini della prova si è proceduto alla coltivazione, in campi adiacenti, di varietà transgeniche e tradizionali di colza, mais e barbabietola da zucchero. In ciascuno dei campi, gli scienziati hanno misurato periodicamente la quantità di erbe infestanti, insetti e altri indicatori di biodiversità, al fine di determinare se le colture geneticamente modificate contenessero una quantità di vita animale e vegetale superiore o inferiore a quella delle colture tradizionali adiacenti. La sperimentazione è stata condotta allo scopo di rilevare con precisione una differenza negli indicatori di biodiversità pari ad una volta e mezzo, fra un campo e l´altro. Tuttavia, i detrattori di questo tipo di test sostengono che molto probabilmente la variazione naturale di alcuni indicatori chiave va ben oltre il margine del 50 per cento consentito nell´ambito della sperimentazione. L´associazione "Amici della Terra" (Adt), uno dei più accaniti oppositori degli Ogm, ha prodotto un´analisi, pubblicata sulla rivista "New Scientist "del 26 marzo, nella quale sostiene che tale esperimento "non sarà in grado di fornire prove definitive sulla possibilità che, a lungo termine, le colture geneticamente modificate danneggino la flora e la fauna dei terreni coltivati". L´analisi è stata compilata dal team di Pete Riley, attivista di Adt nella sezione che si occupa di agricoltura e prodotti alimentari genuini, il quale ha affermato: "Abbiamo pubblicato questa relazione perché a nostro avviso è essenziale che l´opinione pubblica, gli agricoltori e il governo si rendano conto dei limiti insiti nei risultati della sperimentazione in campo agricolo". Fra gli altri difetti della metodologia di sperimentazione evidenziati nella relazione figurano l´incapacità dei ricercatori di monitorare importanti organismi presenti nel suolo a causa della mancanza di tempo e fondi, nonché il timore che gli erbicidi utilizzati siano stati selezionati in base alla loro capacità di massimizzare la biodiversità, piuttosto che di produrre un buon raccolto, invalidando così i risultati. Quanto alle ragioni di tali incoerenze, Riley ha affermato: "Il governo [britannico] non era interessato ad analizzare in modo opportuno gli effetti a lungo termine delle colture geneticamente modificate, voleva semplicemente evitare la minaccia di una moratoria. [...] Non è colpa dei ricercatori: avevano le mani legate". Les Firbank, dell´Istituto di ecologia terrestre della Cumbria (Regno Unito), che ha coordinato la sperimentazione, ha definito mere "illazioni" le tesi secondo cui le prove condotte non sarebbero attendibili dal punto di vista statistico. Nessuno, ha affermato Firbank, può esprimersi sulla validità delle prove prima della pubblicazione dei dati. Peter Green, presidente della Royal Statistical Society, ha affermato che, sebbene molti dei dubbi sollevati dalla relazione in merito alle statistiche siano legittimi, problemi di questo tipo sono piuttosto comuni ed esistono metodi consolidati per risolverli. "Il rischio insito in una questione così carica di significato politico, è che alcuni pretendano di ottenere una risposta bianca o nera, laddove, invece, è impossibile", sostiene Green. |
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