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Notiziario Marketpress di Mercoledì 02 Aprile 2003
 
   
  CON LA FLUOROPROFILASSI RIDUZIONE DEL 50-60% DELL´INCIDENZA DELLE CARIE

 
   
  Milano, 2 aprile 2003 - Perplessità e diffidenza. Sono i due sentimenti suscitati nelle mamme italiane dalle dichiarazioni del Ministro della Salute del Belgio che, lo scorso agosto, ha emesso un provvedimento per ritirare dal mercato gli integratori alimentari di fluoro. Motivo: presunti problemi di sicurezza del fluoro, normalmente raccomandato per la prevenzione della carie nei bambini anche dall´Oms, sulla base di una vasta documentazione scientifica. Ma esiste davvero un "problema fluoro"? E qual è la situazione in Italia? A queste domande ha risposto un gruppo di esperti delle aree scientifiche interessate al tema - pediatria e neonatologia, pedodonzia, ginecologia e farmacologia - che nei mesi scorsi ha analizzato gli studi clinici ed epidemiologici, gli aspetti farmacologici, i dati relativi ai programmi di fluoroprofilassi nel contesto ambientale italiano. I risultati dell´analisi sono stati presentati in occasione del dibattito "Fluoroprofilassi: allarmismi e realtà scientifiche" promosso da Novartis Consumer Health. In sintesi: le dosi di fluoro impiegate per la profilassi orale della carie dentaria sono sicure e, in particolare nel contesto italiano, non espongono a rischi di sovradosaggio con conseguenti effetti collaterali né tantomeno ad una potenziale tossicità. La profilassi della carie con il fluoro per via sistemica va sostenuta, diffusa ed incoraggiata, in modo particolare nella donna gravida, nel neonato e nei primi 7-8 anni di vita del bambino. Non vi è alcuna controindicazione a proseguire con la fluoroprofilassi anche nell´età adolescenziale ed in quella adulta. La sua sospensione porta alla riduzione dei benefici della fluoroprofilassi. La somministrazione di fluoro può avvenire sia attraverso la fluorurazione delle acque (come accade nel Nord America), con l´aggiunta del minerale a sale, latte e cibi. La tossicità del fluoro si ha con dosi superiori ai 5 grammi, quindi da 5.000 a 20.000 volte la dose utilizzata per la fluoroprofilassi. Il sovradosaggio cronico avviene solo quando si superano di molto le dosi che possono essere somministrate con i prodotti disponibili e per lungo tempo. In questo caso comunque si può andare incontro ad un fenomeno, chiamato fluorosi, che costituisce un danno di tipo solo estetico: pur se indubitabilmente sgradevole, non ha risvolti patologici. La fluorosi in Italia è un riscontro praticamente assente, con percentuali talmente ridotte da essere in realtà al di sotto del visibile da parte degli specialisti e quindi da non doversi considerare come un vero problema. Per quanto riguarda la fluorurazione delle acque, eventuale ulteriore fonte di fluoro, in Italia esistono acque di acquedotto fluorate in partenza solo in due zone molto circoscritte (intorno al Vesuvio e all´Etna), mentre in tutto il resto del territorio le acque hanno contenuti bassissimi di fluoro. Inoltre in Italia si registra un consumo molto elevato di acque minerali rispetto ad altri Paesi e le acque più comuni usate in pediatria sono a basso contenuto di fluoro, quindi non incidono significativamente sull´apporto totale di fluoro assunto. La fluoroprofilassi sistemica consente un assunzione di fluoro misurabile quindi controllata, da iniziare in età prenatale. Il fluoro somministrato alla madre, infatti, protegge sia lei sia il feto proprio quando comincia a formarsi la gemma dentale. Dopo la nascita, occorre che la somministrazione al bambino venga iniziata entro le due settimane di vita e proseguita in modo regolare, con gli opportuni adeguamenti posologici in base all´età del bambino.  
   
 

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