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Notiziario Marketpress di Giovedì 03 Aprile 2003
 
   
  DAL 30 MARZO AL 25 MAGGIO LE FOTOGRAFIE DEL PORTOGHESE GERARD CASTELLO-LOPES IN MOSTRA A REGGIO EMILIA 70 IMMAGINI IN BIANCO E NERO ESPOSTE IN PALAZZO MAGNANI.

 
   
  Reggio Emilia, 3 aprile 2003 - Se penso che ci sia una mia fotografia che, forse, mi sopravviverà, è quella della pietra. Questa foto per me è stata un miracolo: l´ho scattata il 28 agosto 1987 a circa due chilometri da casa mia in Portogallo. Quando vidi la pietra, avevo un apparecchio Makina Plaubel nelle mie mani, e, nel momento in cui la inquadrai, sapevo che la fotografia sarebbe stata straordinaria. Ma è un miracolo. Ne feci una stampa 13x18 e andai dall´amico gallerista che mi aveva organizzato la prima mostra a Lisbona - un uomo assai colto, con molti talenti, un grande conoscitore dell´arte - e gli dissi: "guarda bene questa foto. Se trovi che non sia buona, io abbandono la fotografia". Lui mi assicurò che l´immagine era più che buona. È questo che io cerco. Le apparenze non sono affatto fisse; cambiano con la luce, e con una sorta di magnetismo che si può stabilire tra te e l´oggetto. Non posso spiegarlo completamente. Questo è il mistero stesso della fotografia. (Gérard Castello-lopes, brano tratto dalla conversazione con Sandro Parmiggiani pubblicata nel catalogo) E´, perciò, merito anche di un gallerista se 70 fotografie in bianco e nero di Gérard Castello-lopes, tra cui quella della pietra sopra citata, sono esposte, dal 30 marzo al 25 maggio nelle sale di Palazzo Magnani a Reggio Emilia. La mostra dal titolo "Vedere, il sogno di una vita" promossa dalla Provincia di Reggio Emilia con il contributo della Fondazione Pietro Manodori di Reggio Emilia e di Ccpl, presenta per la prima volta in Italia l´opera del fotografo portoghese attraverso 70 immagini realizzate negli ultimi quarantacinque anni. Gérard Castello-lopes è nato in Francia a Vichy nel 1925. Ha trascorso l´infanzia, l´adolescenza e la giovinezza a Lisbona, dove ha a lungo dovuto subire la dittatura di Salazar. "Dentro quella tristezza esistenziale, una sorta di ancestrale retaggio permanente, come prova tanta cultura portoghese, letteraria e musicale, - spiega il curatore Sandro Parmiggiani - è nata l´idea di Gérard di essere, attraverso le sue fotografie, specchio di una condizione che finalmente poteva e doveva mostrarsi, rivelarsi". Le vicende della vita avrebbero portato Castello-lopes, dopo un´interruzione dell´esercizio della fotografia, a sviluppare una ricerca formale in cui la persona non era più, necessariamente, protagonista della scena. "Diventavano fondamentali - prosegue Parmiggiani - l´atmosfera e la sommessa poesia dell´abbandono dei luoghi, la luce e l´aria che avvolgono le cose del mondo e che le fanno sembrare, ogni volta che le si vede con uno sguardo infantile, come appena nate. Non è un caso che in molte di queste immagini ricorrano elementi come l´acqua, la nebbia, l´ombra, l´aria stessa, .......". Numerose sono state le sue esposizioni personali e di gruppo in spazi pubblici - in Portogallo, Francia (Lopes vive a Parigi), Stati Uniti d´America, Giappone - e gallerie private. Lopes riconosce in Cartier-bresson il maestro dell´esordio della sua attività di fotografo, con le "immagini rubate" che documentano la vita del Portogallo negli anni della dittatura di Salazar. La sua evoluzione successiva riserva una particolare attenzione ai caratteri formali dell´immagine. Nel catalogo, edito da Skira, sono pubblicati, oltre a una lunga intervista con Castello-lopes e a una poesia dedicatagli dall´amico Antonio Tabucchi, anche tre testi di riflessione sulla fotografia. Gerard Castello-lopes Vedere, il sogno di una vita Reggio Emilia, Palazzo Magnani (Corso Garibaldi 29) Infolink: www.Palazzomagnani.it    
   
 

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