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Notiziario Marketpress di Venerdì 04 Aprile 2003
 
   
  MENO INFARTI ED ICTUS NEGLI IPERTESI TRATTATI CON ATORVASTATINA

 
   
  Roma, 4 aprile 2003 - Riduzione del 36% degli eventi coronarici fatali e di infarti non fatali, riduzione del 27 % di ictus fatali e non fatali e del 21% delle procedure (angioplastica, bypass) e degli eventi cardiovascolari in pazienti con ipertensione arteriosa e livelli di colesterolo da normali a moderatamente elevati, a cui era stato somministrato il farmaco ipocolesterolemizzante atorvastatina rispetto ai pazienti trattati con placebo. Pfizer lo ha comunicato oggi sulla base dei risultati di un importante trial clinico presentati all´American College of Cardiology in corso a Chicago. Lo studio Ascot (Anglo-scandinavian Cardiac Outcomes Trial), che ha coinvolto circa 20.000 pazienti affetti da ipertensione, è stato progettato per stabilire se le nuove terapie antipertensive siano in grado di produrre maggiori benefici cardiovascolari rispetto alle vecchie. Inoltre, più della metà dei pazienti coinvolti nello studio ha ricevuto atorvastatina o placebo al fine di stabilire se la terapia ipocolesterolemizzante fosse in grado di produrre ulteriori benefici cardiovascolari in aggiunta alla terapia antipertensiva. E´ stato stimato, infatti, che una percentuale compresa tra il 35 ed il 50% dei pazienti ipertesi presenta anche livelli elevati di colesterolo. "Ciò che è stato chiaramente rilevato è che, aggiungendo la terapia con atorvastatina al trattamento antipertensivo, è stato possibile prevenire un maggior numero di infarti ed ictus" ha affermato il Professor Bjorn Dahlof, co-presidente per lo studio Ascot, Sahlgrenska University, Goteborg, Svezia . Dal momento che i benefici di carattere cardiovascolare per i pazienti in trattamento con atorvastatina sono risultati particolarmente significativi, il Comitato Direttivo (coordinatore indipendente dello studio) ha deciso di interrompere il braccio di studio con atorvastatina nell´ottobre del 2002, quasi due anni prima di quanto inizialmente progettato. "Questa diminuzione degli eventi cardiovascolari si è verificata in tempi più brevi rispetto a quanto è stato osservato in molti altri studi clinici" ha affermato il Professor Peter Sever, co-presidente per lo studio Ascot, Imperial College School of Medicine, Londra. "Questi risultati potrebbero modificare l´approccio terapeutico in questa particolare popolazione di pazienti (affetti da ipertensione e con livelli di colesterolo da normali a moderatamente elevati) che non vengono normalmente presi in considerazione ai fini di una terapia ipocolesterolemizzante." "Questi risultati ci forniscono nuove ed importanti informazioni clinico-terapeutiche per milioni di pazienti in tutto il mondo che soffrono di ipertensione e che presentano livelli di colesterolo normali o moderatamente elevati" ha affermato il Dr. Joseph Feczko, Responsabile Pfizer per lo Sviluppo Mondiale dei farmaci. Ascot è uno studio clinico gestito autonomamente dai Ricercatori, coordinato da un Comitato Indipendente e finanziato da Pfizer. Lo studio, che è attualmente in corso, è stato avviato nel 1998 ed ha coinvolto pazienti di vari Paesi, quali Regno Unito, Irlanda, Svezia, Norvegia, Danimarca, Finlandia e Islanda. I pazienti inclusi nello studio erano affetti da ipertensione arteriosa e presentavano almeno altri 3 fattori di rischio cardiovascolare, quali un´età superiore a 55 anni, l´abitudine al fumo e il diabete. Il livello di Colesterolo Totale era inferiore a 250 mg/dL, ritenuto solo moderatamente elevato secondo le attuali Lineeguida Internazionali. Da quando atorvastatina è stata introdotta sul mercato sette anni fa (cinque in Italia), la sua sicurezza ed efficacia sono state comprovate da un vasto programma di trial clinici comprendente oltre 400 studi, ancora in corso o già conclusi, che hanno coinvolto più di 80.000 pazienti. Atorvastatina è la principale terapia ipocolesterolemizzante utilizzata nel mondo e vanta un´esperienza di 48 milioni di pazienti-anno.  
   
 

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