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Notiziario Marketpress di Martedì 08 Aprile 2003
 
   
  SECONDO UNA RELAZIONE, LA SCIENZA E LA TECNOLOGIA RISCUOTONO CONSENSI NEI PAESI CANDIDATI NONOSTANTE GLI OSTACOLI ESISTENTI

 
   
  Bruxelles, 8 aprile 2003 - Dallo studio Eurobarometer sulla scienza e la tecnologia (S&t) nei paesi candidati emerge che tali paesi continuano ad essere ottimisti nei confronti della scienza, nonostante la mancanza di informazioni e conoscenze, nonché le scarse prospettive di carriera per gli scienziati. Presentata a Bruxelles il 3 aprile, questa relazione, propone, per la prima volta, un´analisi delle tendenze e delle percezioni nei confronti della scienza e della tecnologia, registrate nei 13 paesi candidati. Ad oltre 12.000 cittadini è stato chiesto di esprimere la propria opinione su una serie di questioni, fra cui l´accesso alle informazioni e il loro grado di ottimismo in materia di S&t, il ruolo della scienza, la professione scientifica e l´attuale crisi vocazionale in tale settore. La relazione rivela che circa il 56 per cento dei cittadini dei paesi candidati dichiara di non avere alcun interesse per la scienza e la tecnologia, mentre i due terzi degli intervistati ritengono di essere malinformati su ciò che accade in tali settori. "Questi risultati sono allarmanti, soprattutto in un momento in cui la scienza e la tecnologia esercitano un impatto così diretto ed importante sulla società e le nostre vite", ha affermato il commissario europeo per la Ricerca Philippe Busquin alla presentazione dello studio Eurobarometer. Tuttavia, ha sottolineato Busquin, nonostante questi dati, "i cittadini dei paesi candidati sono più ottimisti degli abitanti degli attuali Stati membri in merito alle questioni scientifiche. Essi, infatti, ripongono maggiore fiducia nella capacità della scienza e della tecnologia di costruire un futuro migliore". Più della metà dei partecipanti allo studio ritiene che la S&t possa fornire una risposta a tutti i problemi, contro un esiguo 15 per cento negli Stati membri. Inoltre, otto persone su dieci pensano che la ricerca abbia reso la loro vita più sana, facile e agiata. La maggior parte degli intervistati è convinta altresì che il progresso scientifico consentirà, prima o poi, di trovare la cura per malattie mortali come il cancro e l´Aids. Tuttavia, nonostante il consenso riscosso dalla scienza nei paesi candidati, non tutti gli intervistati ritengono che la S&t sia una panacea per tutti i mali. Per esempio, la relazione mostra che fra gli intervistati vi è la tendenza a non credere che la crescente penuria di risorse naturali possa essere risolta con il contributo della scienza. Per quanto concerne questioni come gli organismi geneticamente modificati (Ogm), paesi candidati e Stati membri mostrano la medesima cautela. Circa l´80 per cento degli intervistati pensa che siano necessarie maggiori informazioni ed un´etichettatura sulle confezioni dei prodotti alimentari transgenici. Quanto al ruolo degli scienziati nella società, sebbene le cifre mostrino un sentimento unanime di grande stima nei confronti dei ricercatori, il 53 per cento degli intervistati ritiene che proprio a causa delle loro conoscenze, gli scienziati abbiano un potere che li rende pericolosi. Tuttavia, osserva Busquin, nonostante questa percezione dello scienziato come una sorta di "dottor Frankenstein", i paesi candidati mostrano una minore reticenza degli Stati membri e sono meno propensi a confondere l´invenzione scientifica con la sua applicazione. Per ciò che concerne le vocazioni di ricerca, l´Eurobarometer attribuisce il calo di interesse negli studi e nelle carriere scientifiche al mercato del lavoro nei paesi candidati, dove il basso livello salariale in questo settore è una costante. Condividendo i risultati della relazione, Busquin ha affermato: "[gli studenti] abbandonano la ricerca a causa di una mancanza di risorse e prospettive di carriera nella scienza [...]. Dobbiamo essere consapevoli del rischio di una perdita di competenze in questo settore". "È giunto il momento di aumentare gli investimenti nella ricerca in tali paesi, nel contesto di un´Ue allargata. Dobbiamo investire oggi nel nostro patrimonio scientifico per il bene delle future generazioni europee", ha affermato il Commissario. In merito alla promozione e al successivo utilizzo del potenziale scientifico, circa il 68 per cento degli intervistati prevede che il proprio paese otterrà grandi benefici dal processo di allargamento. Busquin ha apprezzato il sostegno dei paesi candidati nei confronti dello Spazio europeo della ricerca (Ser). A suo avviso, la richiesta di una maggiore cooperazione in campo scientifico contribuirà, in particolare, al raggiungimento dell´obiettivo di trasformare l´Europa nella società basata sulla conoscenza più competitiva al mondo.  
   
 

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