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Notiziario Marketpress di Mercoledì 09 Aprile 2003
 
   
  LA COMMISSIONE EUROPEA ADOTTA UNO STRUMENTO DI GOVERNO DELL´ECONOMIA A LIVELLO EUROPEO

 
   
   Bruxelles, 9 aprile 2003 - Ieri , per la prima volta, la Commissione europea ha adottato nello stesso giorno e in forma razionalizzata le sue proposte riguardanti gli indirizzi di massima per le politiche economiche e gli orientamenti e le raccomandazioni per l´occupazione, in modo da garantire una maggiore coerenza ed efficacia del processo di riforma dell´Ue a medio termine (2003-2005). Il Presidente Prodi ha dichiarato: "Il pacchetto odierno costituisce il primo passo verso un governo dell´economia a livello europeo con l´obiettivo di rafforzare l´integrazione economica nell´Unione, a complemento dell´integrazione monetaria. Esso rispecchia l´esigenza di politiche coerenti che consentano agli Stati membri di cogliere pienamente i frutti dell´unione economica e monetaria e tiene conto dei vincoli imposti dall´interdipendenza delle nostre economie. Nel contesto dell´attuale clima di incertezza economica e geopolitica e nella prospettiva delI´imminente allargamento dell´Ue, rendere l´Europa più dinamica e resiliente diventa ancora più importante. Nonostante i progressi soddisfacenti registrati nel completamento del mercato interno e nel miglioramento dei tassi di occupazione, rimane ancora molto da fare per stimolare lo spirito imprenditoriale e l´innovazione nell´Ue e per creare posti di lavoro in maggior numero e di migliore qualità. Abbiamo definito un programma: si tratta ora di realizzarlo". La relazione di primavera aveva costituito il principale contributo della Commissione al Consiglio europeo. Il pacchetto di indirizzi e orientamenti presentato oggi traduce i principi e gli obiettivi concordati in misure operative per l´economia e l´occupazione a livello dell´Unione e dei singoli Stati membri, la cui messa in atto potrà essere adeguatamente monitorata. Gli indirizzi di massima per le politiche economiche 2003-2005 Gli indirizzi di massima si concentrano sul contributo che le politiche economiche possono dare al conseguimento dell´obiettivo strategico che l´Ue si è posto a Lisbona. Nella realizzazione della strategia di Lisbona si sono già registrati notevoli successi, come la creazione di cinque milioni di posti di lavoro e gli accordi raggiunti sull´apertura alla concorrenza dei mercati dell´energia e sul brevetto europeo. Rimane però ancora molto da fare per promuovere l´occupazione, la produttività e il dinamismo delle imprese. Le scadenze per gli obiettivi intermedi distano ormai meno di due anni. Gli indirizzi di massima contengono sia raccomandazioni generali, sia raccomandazioni specifiche per i singoli paesi, ed evidenziano le priorità fondamentali di politica economica per un periodo di tre anni. Essi sottolineano la necessità di politiche macroeconomiche orientate alla crescita e alla stabilità e di riforme strutturali che accrescano il potenziale di crescita dell´Europa. Infine, suggeriscono gli interventi da attuare per consolidare la sostenibilità economica, sociale e ambientale. Dato che si è ormai in possesso di una strategia chiara e di nuove procedure semplificate per la formulazione delle raccomandazioni e la misurazione dei progressi realizzati, occorre ora concentrarsi decisamente sulla messa in pratica. La strategia d´insieme L´agenda di Lisbona delinea una concezione e una strategia accettate da tutti, con traguardi chiari e misurabili. Il Consiglio europeo di Bruxelles del 20 e 21 marzo ha confermato l´importanza di attenersi alla strategia e agli obiettivi convenuti. L´ue ha bisogno di politiche macroeconomiche che mantengano la stabilità e sostengano la crescita, di riforme economiche che accrescano il potenziale di crescita e di politiche che assicurino che la crescita sia sostenibile in un contesto di mutamenti economici, ambientali e sociali. Le raccomandazioni degli indirizzi di massima si inseriscono in un quadro a medio termine (tre anni) e mettono a fuoco le priorità fondamentali di politica economica. Dato che si è ormai in possesso di una strategia chiara e di nuove procedure semplificate per la formulazione delle raccomandazioni e la misurazione dei progressi realizzati, occorre ora concentrarsi decisamente sulla messa in pratica. 1. Politiche macroeconomiche orientate alla crescita e alla stabilità Il rallentamento dell´economia si è protratto più del previsto e sulle prospettive pesano incertezze economiche e rischi politici globali. Nel contesto attuale si devono perseguire più che mai politiche macroeconomiche sane per ristabilire la fiducia e riavviare la crescita economica. Politica di bilancio - Gli Stati membri che non hanno ancora conseguito una posizione di bilancio prossima al pareggio o positiva devono prendere le misure necessarie per ottenere ogni anno un miglioramento pari ad almeno mezzo punto percentuale del Pil del saldo di bilancio corretto per il ciclo. Quelli che hanno già conseguito la posizione di bilancio auspicata devono mantenerla. Quando la crescita riprenderà, gli Stati membri dovranno evitare politiche procicliche che ostacolino il pieno e simmetrico funzionamento degli stabilizzatori automatici in tutto l´arco del ciclo. Salari - Gli Stati membri devono creare un contesto adeguato per la contrattazione salariale tra le parti sociali. È importante che gli incrementi dei salari nominali siano compatibili con la stabilità dei prezzi e in linea con i miglioramenti della produttività. Se si dovesse manifestare un rilancio ciclico della produttività o un´inflazione dovuta al rialzo dei prezzi del petrolio, bisognerebbe garantire la moderazione salariale per consentire un ripristino dei margini di profitto che possa sostenere un incremento degli investimenti generatori di occupazione. 2. Riforme economiche per accrescere il potenziale di crescita dell´Europa La debolezza dell´Ue di fronte al rallentamento dell´economia mondiale ha evidenziato la necessità che l´Unione faccia maggiore affidamento sui suoi punti di forza interni. Riforme strutturali in diversi settori, se attuate in modo coordinato, possono produrre benefici notevoli e ridurre i costi di aggiustamento. Le riforme strutturali favoriscono una maggior efficienza dei mercati e contribuiscono al successo delle politiche macroeconomiche, specie in un´unione monetaria. Accrescere l´occupazione - Gli Stati membri devono intervenire sia sul versante della domanda sia su quello dell´offerta perché lavorare convenga e per agevolare la creazione di posti di lavoro. Essi dovrebbero migliorare l´effetto incentivante combinato del regime tributario e di quello contributivo, rendendo al tempo stesso più rigorosi i criteri di ammissione alle prestazioni. Si dovrebbe promuovere un´organizzazione più flessibile del lavoro e rivedere la regolamentazione del mercato del lavoro. Va migliorata la qualità dell´istruzione e della formazione e le retribuzioni devono essere meglio rapportate alla produttività, in modo da evitare che i lavoratori meno qualificati siano espulsi perché il costo del lavoro è troppo elevato. Le politiche dovrebbero favorire la mobilità del lavoro, dando ad ogni persona la possibilità di portare con sé i propri diritti pensionistici e previdenziali. A questi interventi devono affiancarsi politiche attive del mercato del lavoro mirate alle persone che incontrano le maggiori difficoltà a trovare lavoro. Il tema dell´occupazione è affrontato in modo più esauriente negli orientamenti per l´occupazione, che gli Stati membri sono chiamati ad attuare con vigore parallelamente agli indirizzi di massima. Accrescere la produttività e il dinamismo delle imprese - Occorre migliorare le condizioni che incitano le imprese a investire e crescere. Gli Stati membri devono intervenire per accelerare l´integrazione dei mercati e la concorrenza nei mercati dei beni, dei servizi e dei capitali. Gli Stati membri dovrebbero eliminare gli ostacoli al commercio e all´ingresso nei mercati, migliorare e semplificare il regime fiscale delle imprese e il contesto normativo. Le politiche devono anche migliorare le possibilità di accesso ai finanziamenti per le piccole e medie imprese. Gli Stati membri dovrebbero promuovere gli investimenti nella conoscenza e nell´innovazione espandendo le reti e i poli, dando attuazione concreta al recente accordo politico sul brevetto comunitario, promuovendo l´accesso alle Tic e migliorando la qualità e l´efficienza dell´istruzione e della formazione. I mercati hanno bisogno anche di regole di governo societario più rigorose e di una vigilanza finanziaria e di regole di gestione delle crisi più adeguate. Gli Stati membri sono invitati a realizzare il Piano d´azione per il capitale di rischio entro il 2003 e il Piano d´azione per i servizi finanziari entro il 2005 (2003 per i mercati mobiliari). 3. Rafforzare la sostenibilità La crescita sarà sostenibile solo se si interverrà adesso per tener conto dell´impatto a lungo termine dei fattori economici, ambientali e sociali. La sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche, specie alla luce delle conseguenze economiche e di bilancio dell´invecchiamento della popolazione Se alcuni mutamenti demografici sono ancora lontani nel tempo, le decisioni di oggi influiranno in modo decisivo sulla situazione del futuro. Gli Stati membri devono sfruttare la piccola finestra di opportunità disponibile prima che gli effetti dell´invecchiamento demografico si facciano sentire con più forza. A parte l´incremento del tasso di occupazione, ci si dovrebbe concentrare su una costante riduzione dell´onere del debito pubblico e sulla riforma dei sistemi pensionistici e di assistenza sanitaria. Le misure raccomandate in questo campo comprendono un´ulteriore riduzione del rapporto tra debito pubblico e Pil, specie per i paesi che non sono ancora riusciti a raggiungere il valore di riferimento del 60%. Inoltre gli Stati membri dovrebbero abolire gli incentivi che incoraggiano a ritirarsi precocemente dal mercato del lavoro e riformare i regimi di pensione in modo che diventino compatibili con percorsi di lavoro e di carriera flessibili. Sostenibilità ambientale - La crescita economica non deve andare a danno dell´ambiente. Per promuovere un uso efficiente delle risorse naturali, i prezzi dovrebbero rispecchiare i costi per la società, compresi i costi ambientali. Gli Stati membri dovrebbero ridurre le sovvenzioni settoriali, le esenzioni fiscali e altri incentivi che hanno un´incidenza negativa sull´ambiente, estendere l´ambito e la differenziazione della tassazione dell´energia, nonché adeguare il carico fiscale, gli oneri e le sovvenzioni nel settore dei trasporti per riflettere meglio i costi ambientale e sociali. Questo significa anche rispettare gli impegni assunti nel quadro del Protocollo di Kyoto. Coesione economica e sociale - La strategia di Lisbona continuerà ad attrarre un ampio sostegno per le necessarie riforme strutturali solo se contribuirà ad accrescere le opportunità per tutti. Il miglior modo per realizzare l´inclusione sociale è dare un lavoro a ciascuno. La riduzione del divario da parte dei nuovi Stati membri e la creazione di occupazione dipendono dall´instaurarsi di condizioni favorevoli per l´attività e gli investimenti del settore privato. Le autorità pubbliche dovrebbero modernizzare i sistemi di protezione sociale per realizzare un mercato del lavoro più inclusivo e una società più coesa e migliorare il funzionamento dei mercati in modo che siano incentivati gli investimenti privati nelle regioni in ritardo, in particolare prendendo misure che consentano ai salari di rispecchiare le differenze di produttività a livello regionale. Gli Stati membri dovrebbero assicurare che il sostegno pubblico, compreso quello erogato con risorse comunitarie, nelle regioni in ritardo si concentri fortemente sugli investimenti in capitale umano e nelle conoscenze, nonché su infrastrutture adeguate. Se le politiche generali raccomandate negli indirizzi di massima sono in gran parte valide anche per i nuovi Stati membri, l´aggiornamento del 2004 fornirà l´occasione per esaminare più da vicino la situazione dei nuovi Stati membri e le politiche specifiche che essi saranno chiamati a seguire. Il testo integrale degli indirizzi di massima è disponibile all´indirizzo: http://europa.Eu.int/comm/economy_finance/publications/
broadeconomypolicyguidelines_en.Htm
 I nuovi orientamenti per l´occupazione e le relative raccomandazioni per paese La nuova strategia europea per l´occupazione, orientata ai risultati, intende dare un contributo più efficace a creare posti di lavoro in maggior numero e di migliore qualità e un mercato del lavoro inclusivo. La Commissione indica 10 priorità d´azione per gli Stati membri, per i quali vanno possibilmente fissati obiettivi precisi, e rivolge raccomandazioni specifiche a ciascuno degli Stati membri in merito ai punti sui quali dovrebbe concentrare i suoi sforzi di riforma. I governi, gli imprenditori e i sindacati sono invitati a non indebolire i loro sforzi in questo momento difficile ed incerto, ma ad intensificare, al contrario, il loro impegno per le riforme. Gli orientamenti per l´occupazione Conformemente alla comunicazione del gennaio di quest´anno sul futuro della strategia europea per l´occupazione e in risposta agli indirizzi del recente Consiglio europeo di primavera, la proposta di orientamenti per l´occupazione rinnovati mira in particolare a: integrare i punti cardine della strategia di Lisbona nella strategia europea per l´occupazione, in particolare adottando i tre obiettivi generali che riflettono l´equilibrio di Lisbona: piena occupazione, qualità e produttività sul luogo di lavoro, coesione e un mercato del lavoro che integri gli esclusi; fissare un orizzonte temporale di medio termine (2010, con una revisione intermedia nel 2006); semplificare e chiarire gli obiettivi e le priorità politiche, con una maggiore concentrazione sui risultati. Per sostenere i tre obiettivi della piena occupazione, della qualità e produttività sul posto di lavoro e della coesione, con un mercato del lavoro capace di integrazione, i nuovi orientamenti individuano 10 priorità ("10 comandamenti") d´azione: aiutare i disoccupati e le persone inattive a trovare un lavoro, prevenire la disoccupazione di lunga durata; incoraggiare l´imprenditorialità e migliorare il contesto per l´avvio di nuove imprese; promuovere l´adattabilità al cambiamento per i lavoratori e le imprese; provvedere a investimenti maggiori e migliori nel capitale umano; aumentare la disponibilità di manodopera e promuovere il tasso di attività degli anziani; promuovere la parità fra i sessi in materia di occupazione e retribuzione; combattere la discriminazione contro le categorie svantaggiate; migliorare gli incentivi finanziari per far sì che lavorare convenga; ridurre sensibilmente il lavoro nero; promuovere la mobilità occupazionale e geografica. Obiettivi a livello Ue e nazionale Una conseguenza della nuova concentrazione sui risultati è che le proposte sono sostenute da una serie di obiettivi specifici, rispetto ai quali si misureranno i progressi. L´esperienza degli ultimi cinque anni indica che la fissazione di obiettivi negli orientamenti, o l´incoraggiamento agli Stati membri affinché fissino obiettivi nazionali, è stata un mezzo efficace di stimolo delle riforme. Una parte degli obiettivi proposti è stata formulata dallo stesso Consiglio europeo, o era già inserita negli orientamenti precedenti; altri sono nuovi. Gli obiettivi sono i seguenti: piano personalizzato di ricerca di un lavoro per tutti i disoccupati entro il quarto mese di disoccupazione di qui al 2005; esperienza di lavoro o formazione per tutti i disoccupati entro il dodicesimo mese di disoccupazione (il sesto per i giovani e le categorie vulnerabili) di qui al 2005; il 30% dei disoccupati di lunga durata dovrà beneficiare di un´esperienza di lavoro o formazione entro il 2010; riduzione del 15% nel tassi di infortuni sul lavoro e riduzione del 25% per i settori ad alto rischio entro il 2010; l´80% della popolazione fra i 25 e i 64 anni di età dovrà completare almeno l´istruzione secondaria superiore entro il 2010; aumento del tasso di partecipazione degli adulti all´istruzione e alla formazione fino al 15% come media Ue, e almeno al 10% in ciascuno Stato membro entro il 2010; aumento negli investimenti delle aziende per la formazione degli adulti dal livello attuale equivalente al 2,3% del costo della manodopera al 5% come media Ue entro il 2010; aumento dell´età media effettiva di uscita dal mercato del lavoro da 60 a 65 anni nell´Ue di qui al 2010; eliminazione delle disparità fra i sessi in materia di occupazione e dimezzamento del divario retributivo in ciascuno Stato membro entro il 2010; disponibilità di posti presso i servizi di custodia dei bambini per il 33% dei minori fra 0 e 3 anni e per il 90% di quelli dai 3 anni all´età dell´obbligo scolastico in ciascuno Stato membro entro il 2010; dimezzamento del tasso di abbandono scolastico in ciascuno Stato membro e riduzione del tasso medio Ue al 10% entro il 2010; dimezzamento in ciascuno Stato membro del divario occupazionale delle persone svantaggiate, in base alle definizioni nazionali di tale situazione, entro il 2010; * dimezzamento in ciascuno Stato membro del divario occupazionale tra cittadini Ue e non Ue entro il 2010; tutti i posti vacanti annunciati presso i servizi nazionali di collocamento devono essere resi accessibili e consultabili a tutti gli abitanti dell´Ue entro il 2005; devono essere fissati obiettivi nazionali per: formazione in azienda; riduzione dell´iter burocratico necessario per avviare nuove imprese; aumento pro capite degli investimenti pubblici e privati nelle risorse umane; riduzione del carico fiscale sul lavoro scarsamente retribuito; riduzione del lavoro nero. Le raccomandazioni per l´occupazione Le raccomandazioni per l´occupazione forniscono agli Stati membri indicazioni specifiche per l´attuazione degli orientamenti per l´occupazione, concentrandosi così sui problemi più seri e urgenti di ciascun paese. La Commissione ha iniziato a presentare annualmente tali raccomandazioni nel 2000. La Commissione ha deciso di rivolgere agli Stati membri un totale di cinquantasette raccomandazioni. Più della metà dei paesi, come negli anni precedenti, si vedono rivolgere raccomandazioni riguardanti il mantenimento in attività degli anziani e la disponibilità di manodopera, le pari opportunità, l´apprendimento lungo tutto l´arco della vita, la prevenzione della disoccupazione e l´attivazione, compresi lo sviluppo e la modernizzazione dei servizi di collocamento.
 
   
 

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