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Notiziario Marketpress di Giovedì 10 Aprile 2003
 
   
  39 PROVINCE E DISTRETTI INDUSTRIALI IN CONTROTENDENZA NELL´EXPORT 2002

 
   
  Roma, 10 aprile 2003 - La Fondazione Edison ha analizzato l´andamento delle esportazioni provinciali e dei principali distretti produttivi ed ha diffuso l´8 aprile a Roma i dati relativi al 2002 nel corso del convegno "Distretti, Pilastri, Reti - Italia ed Europa". Secondo i dati Istat, il 2002 è stato un anno poco favorevole per le esportazioni italiane, non tanto per una crescita della concorrenza, che pure è sempre più aggressiva da parte di paesi emergenti come la Cina, ma soprattutto per l´andamento molto debole dell´economia e della domanda mondiale. L´export è calato da 273 a 265 miliardi di euro (-2,8%). Dall´analisi della Fondazione Edison emerge, in particolare, che solo 39 province hanno fatto registrare un aumento delle loro esportazioni in valore, mentre 64 hanno dovuto accusare dei cali, talora anche consistenti. Inoltre, delle 62 principali province esportatrici con vendite all´estero superiori ad 1 miliardo di euro, sono state 40 quelle con diminuzioni delle esportazioni. Non è cambiata la graduatoria 2002 delle cinque principali province esportatrici rispetto al 2001: sempre prima Milano (con 36,7 miliardi di euro), seguita da Torino (15,2 miliardi di euro), Vicenza (11,2 miliardi), Bergamo (8,3 miliardi) e Treviso (8,2 miliardi). Tutte e cinque hanno però subito diminuzioni del loro export in valore. Nel 2002 ha perso 2 posizioni Brescia, scesa dal 6° all´8° posto a causa della pesante flessione del suo export metalmeccanico. Ne hanno beneficiato Modena e Bologna, salite rispettivamente al 6° e 7° posto. Varese è salita in nona posizione e Verona in decima, avendo entrambe sopravanzato Firenze. Tra le province del Centrosud gli incrementi più significativi dell´export si sono avuti per Potenza (soprattutto mezzi di trasporto), Ancona (con un contributo abbastanza generalizzato di settori) e Terni (metallo e prodotti in metallo), mentre nel Nord Italia tra le province che sono riuscite ad accrescere il proprio export nel 2002 spiccano soprattutto Gorizia, Pavia, Venezia e Bolzano. Molto interessante è l´evoluzione della classifica dell´export pro capite che anche nel 2002 in base alle elaborazioni della Fondazione Edison, ha visto primeggiare Vicenza, provincia fortemente basata su distretti (concia delle pelli, oreficeria, tessile, meccanica) con 14.078 euro. Vicenza ha mantenuto il 1° posto, nonostante un calo del proprio export pro capite, che nel 2001 era stato di 14.987 euro. Rispetto al 2001, a seguito della crisi del settore tessile, è invece precipitata dal 2° al 5° posto Prato, il cui export pro capite è diminuito in misura più consistente da 13.104 euro a 11.268 euro. Guadagna una posizione Modena, salita al 2° posto con 12.584 euro (erano stati 12.410 nel 2001), mentre appare notevole la performance di Gorizia, grazie all´export della propria cantieristica, che guadagna ben 7 posizioni salendo al 3° posto della graduatoria con un export pro capite di 12.496 euro. Mantiene il 4° posto già detenuto nel 2001 Reggio Emilia, con un lieve aumento del suo export pro capite a 11.694 euro. Le posizioni dal 6° al 9° posto sono tutte ricoperte da province con forti presenze distrettuali, che appaiono vitali nonostante i cali delle vendite all´estero fatti registrare nel 2002: Pordenone (10.397 euro pro capite, essenzialmente grazie a mobilio e meccanica), Treviso (10.339 euro pro capite, soprattutto con tessile-abbigliamento, meccanica, calzature sportive e mobilio), Mantova (10.098 euro pro capite, con un importante contributo del distretto delle calze e dell´intimo femminile di Castel Goffredo) e Arezzo (9.792 euro pro capite, con un forte apporto del locale distretto orafo). Tra le più importanti province con significative presenze distrettuali, Novara ha mantenuto nel 2002 l´11° posto per export pro capite, con 9.103 euro: il suo distretto della rubinetteria-valvolame ha infatti registrato un calo delle vendite all´estero piuttosto contenuto. Anche Bergamo ha mantenuto la dodicesima posizione detenuta nel 2001, nonostante una flessione del suo export pro capite da 9.280 a 8.495 euro. Nel 2002 ha invece guadagnato ben cinque posti Belluno, salita in tredicesima posizione con una crescita del proprio export pro capite da 7.971 a 8.323 euro, trascinata soprattutto dal settore dell´occhialeria: non sono però tutte rose e fiori, perché se i grandi gruppi del distretto del Cadore continuano a crescere, le piccole e medie imprese appaiono infatti sempre più in crisi. Perdono una posizione nel 2002 Como e Biella, a causa della forte crisi del mercato tessile, scendendo rispettivamente al 14° e al 16° posto, mentre guadagna una posizione Bologna, salita al 15° posto. In un quadro di accentuato calo delle esportazioni nella maggior parte delle province, è salito nella graduatoria chi è riuscito ad aumentare anche di poco le proprie vendite all´estero o perlomeno a mantenere i livelli del 2001: è stato il caso di Varese, salita dal 19° al 17° posto a seguito di una crescita del proprio export pro capite da 7.670 euro a 7.781 euro, o di Verona, salita di una posizione al 19° posto con una crescita da 7.587 euro a 7.687 euro. Vercelli scende invece dal 17° al 18° posto, mentre appare notevole la caduta di Lecco, che perde ben 6 posizioni scendendo dal 14° al 20° posto, con cali che hanno riguardato sia il tessile-abbigliamento, sia la metalmeccanica, sia i mezzi di trasporto.  
   
 

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