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Notiziario Marketpress di Lunedì 14 Aprile 2003
 
   
  BRERA RESTAURA: LA MACHINA DEL SAVOLDO

 
   
  Milano, 14 aprile 2003 - Dai primi di febbraio è iniziato alla Pinacoteca di Brera il restauro dell´imponente Pala di Pesaro, commissionata nel 1524 a Giovan Gerolamo Savoldo per l´altare maggiore della chiesa di San Domenico di Pesaro, e giunta al museo nel 1811. Le grandi dimensioni della tavola (cm 505 x 312), la sua fragilità strutturale, i suoi particolari problemi conservativi ne hanno imposto il restauro nella stessa sala in cui è conservato. Il suo enorme peso, infatti, ne ha reso problematica la movimentazione fin dalla sua nascita, tanto è vero che i suoi spostamenti sono stati accuratamente testimoniati sul retro, a partire dal 1646, e sono spesso accompagnati dalle firme di coloro che li eseguirono. Dal suo ingresso al museo la pala del Savoldo si è mossa due volte in occasione dei due conflitti mondiali, quando tutta la pinacoteca fu smontata per motivi di sicurezza (la sala del Savoldo fu infatti bombardata nel 1943). La recente ma nutrita fortuna critica dell´opera considera la pala come la più importante opera pubblica realizzata dall´artista, bresciano di nascita e formazione, ma veneziano d´adozione. La componente fondamentale che contraddistingue la tecnica pittorica del Savoldo è la compresenza di esiti di realismo lombardo e di una tecnica pittorico-luministica tipicamente veneta (influssi lotteschi e leonardeschi). Grazie al contributo della Pirelli, che dal 2000 "ha adottato" la sala Xiv della Pinacoteca di Brera provvedendo già al restauro di altre tre opere (La presentazione al Tempio di Gerolamo Romanino, La Madonna col Bambino e i Santi Girolamo, Francesco e Antonio Abate di Moretto e la Sacra Conversazione di Giovan Battista Moroni) e alla collaborazione dell´associazione Amici di Brera, è stato costruito intorno al dipinto un vero e proprio laboratorio di restauro, progettato dallo studio Sottsass ed Associati, per la parte estetica, e dalla Goppion Laboratorio Museotecnico, per la parte tecnologica. Il lavoro sarà eseguito dai restauratori della Soprintendenza, con la collaborazione dell´Opificio delle Pietre Dure di Firenze che fornirà una consulenza esterna per alcuni delicati passaggi. La struttura, prima al mondo di questo genere, è stata ideata in stretta collaborazione fra la direzione della Pinacoteca e i tecnici cui è stata affidata la realizzazione, tenendo conto non solo di tutte le esigenze dettate dalle necessità dell´effettivo lavoro laboratoriale e dalla sicurezza del pubblico, ma anche dal desiderio di rendere visibile ogni momento del complesso intervento: un cantiere aperto, dunque, all´interno della Pinacoteca di Brera. La sala Xiv, infatti, nonostante l´imponente struttura, resterà aperta ai visitatori, che potranno girarle attorno per ammirare, oltre che il lavoro in corso, anche gli altri dipinti ordinariamente esposti. La machina, che ha pareti in policarbonato, è munita di una piattaforma mobile che consente di lavorare contemporaneamente su tutti i lati del dipinto e che può essere posizionata a qualsiasi livello sia necessario. E´ dotata anche di impianti di aspirazione e di depurazione dell´aria. La tavola è alloggiata in un telaio inserito in un portale metallico, pensato per consentirne la visione totale anche del retro e per permetterne, se necessario, la rotazione di 180 gradi, in modo da portarla in posizione orizzontale. In questo caso essa verrà assicurata da una ulteriore struttura di sostegno.  
   
 

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