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Notiziario Marketpress di
Giovedì 17 Aprile 2003 |
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LE CELLULE STAMINALI DEL CERVELLO RICOSTRUISCONO I TESSUTI AGGREDITI DALLA SCLEROSI MULTIPLA
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Milano, 17 aprile 2003 - Il lavoro di un gruppo di ricercatori dell´Istituto Scientifico San Raffaele ha dimostrato che le cellule staminali adulte del cervello, iniettate per via endovenosa in roditori affetti da sclerosi multipla, possono ricostruire la mielina delle cellule nervose distrutta dalla malattia. Questa scoperta apre una possibile via per lo sviluppo di una cura della sclerosi multipla. Lo studio è stato condotto dai ricercatori dell´Unità di Neuroimmunologia dell´Istituto Scientifico San Raffaele, diretti da Gianvito Martino, in collaborazione con il gruppo Cellule Staminali Neurali, diretto da Angelo Vescovi, presso l´Istituto di Ricerca sulle Cellule Staminali dello stesso San Raffaele. Nature, la più prestigiosa rivista scientifica internazionale che accoglie i migliori contributi di tutti i campi della ricerca scientifica, ha scelto questo studio come full article (una sorta di cover story) per il numero del 17 aprile. L´articolo sarà pubblicato in edizione integrale e avrà un commento editoriale nella sezione News and Views della stessa rivista. La Sclerosi Multipla è una malattia neurologica largamente diffusa e gravemente invalidante. Ad oggi i pazienti con sclerosi multipla in Italia sono circa 50.000 ed ogni anno si registrano circa 1.800 nuovi casi. La malattia, che colpisce prevalentemente i giovani adulti e che si stima abbia un costo sociale elevatissimo (circa 30.000-50.000 Euro/paziente/anno), rappresenta un´emergenza, non solo clinica, ma anche sociale. Essa è conseguenza di eventi infiammatori, di origine sconosciuta, che portano alla distruzione della guaina mielinica che isola i prolungamenti delle cellule cerebrali. Lungo questi prolungamenti viaggiano gli impulsi nervosi su cui si basa il funzionamento del cervello. La distruzione della mielina "isolante" impedisce che la comunicazione tra cellule nervose avvenga in modo appropriato. Nei pazienti affetti da sclerosi multipla la formazione di queste zone di danno della mielina (denominate placche da cui deriva il nome di "sclerosi a placche", che è il modo gergale di definire la sclerosi multipla) in varie aree del cervello e del midollo spinale, determina l´instaurarsi di danni anatomici e tissutali permanenti che sono la causa prima dell´accumularsi dei gravi handicap psico-fisici che caratterizzano la malattia ed il suo progredire con il passare degli anni. Le terapie fino ad oggi a disposizione dei malati sono basate principalmente sull´utilizzo di farmaci immunosoppressori e/o immunomodulanti. Tali farmaci hanno però una limitata utilità ed efficacia, che si esplica soprattutto nelle fasi precoci di malattia e non nelle fasi tardive, cioè quando il danno neurologico si è già instaurato da anni. La sperimentazione, condotta in roditori affetti dalla forma sperimentale di sclerosi multipla, ha dimostrato come le cellule staminali cerebrali, una volta iniettate per via endovenosa o intracerebrale, sono in grado di raggiungere selettivamente le aree del cervello e del midollo spinale colpite dal processo infiammatorio-demielinizzante e di ricostruire la mielina che in queste aree è danneggiata. Tale efficacia si esplica soprattutto quando le cellule vengono iniettate dopo l´insorgenza della malattia. Questa ricostruzione avviene in maniera rapida (dopo circa un mese dall´iniezione di cellule) ed adeguata e la nuova mielina si dimostra capace di riavvolgere in maniera appropriata i nervi denudati dalla malattia determinando così il ripristino della normale conduzione degli impulsi elettrici da parte dei nervi danneggiati. Gianvito Martino, responsabile dell´Unità di Neuroimmunologia dell´Istituto Scientifico San Raffaele commenta: "L´elemento innovativo dello studio è stata la dimostrazione che la somministrazione per via non solo intracerebrale ma anche endovenosa di cellule staminali cerebrali adulte determina una ricostruzione, sia anatomica che funzionale, della guaina mielinica in più aree danneggiate del sistema nervoso tale per cui si assiste ad un significativo miglioramento, sia clinico sia neurofisiologico, della malattia. La nostra scoperta apre nuove prospettive per i malati di sclerosi multipla poiché potrebbe rappresentare la base per lo sviluppo di terapie efficaci anche quando la malattia è in corso da anni ed il sistema nervoso è già danneggiato in modo serio." Angelo Vescovi, con-direttore dell´Istituto di Ricerca sulle Cellule Staminali dell´Istituto Scientifico San Raffaele sottolinea: "La ragione per cui le cellule staminali cerebrali adulte si comportano in questo modo sembra esser legata alla loro particolare natura. Infatti normalmente queste cellule risiedono nel cervello adulto dove svolgono funzione di mantenimento dell´integrità del tessuto cerebrale. Non è chiaro il motivo per cui le cellule staminali, che già si trovano nel cervello dei malati con sclerosi multipla, non riescano di per sé a riparare le lesioni; l´ipotesi più probabile è che la cronicità dell´evento infiammatorio, tipico della sclerosi multipla, possa esaurire la riserva costituita da queste cellule". "Le cellule staminali cerebrali" - continua Angelo Vescovi - "sono cellule che possiamo moltiplicare a volontà fuori dall´organismo. Esse rappresentano quindi una fonte virtualmente inesauribile di cellule cerebrali da trapiantare per cercare di curare le malattie del cervello. In questo studio abbiamo fatto proprio questo, abbiamo cioè sfruttato le fisiologiche capacità di riparazione delle cellule staminali neurali, estraendole dal cervello, moltiplicandole fuori dall´organismo in grande numero, ed iniettandole poi nell´animale malato, producendo un significativo effetto terapeutico". E´ stato inoltre dimostrato come il meccanismo con cui queste cellule raggiungono le aree danneggiate del sistema nervoso e le riparano, dopo iniezione in vena, sia legato alla presenza sulla loro superficie di sensori (molecole di adesione) che fanno sì che esse siano attratte da segnali di pericolo, quale quello rappresentato dall´infiammazione nella sclerosi multipla. Pericolo significa danno potenziale e quindi, dal momento che una delle funzioni fisiologiche delle cellule staminali adulte è quella di riparare i danni, è logico aspettarsi che solo e soltanto le zone infiammate richiamino verso di sé queste cellule. L´iniezione delle cellule è efficace quindi solo se queste vengono iniettate al momento opportuno e cioè quando l´infiammazione è attiva nel sistema nervoso. In condizioni di scarsa infiammazione le cellule staminali non hanno mostrato alcuna capacità di riparazione. Infine, i ricercatori hanno anche osservato che le cellule staminali producono non solo una riparazione diretta del danno, creando nuova mielina, ma influenzano anche le capacità auto-riparative del tessuto malato in cui si integrano. Normalmente infatti il tessuto danneggiato reagisce cicatrizzando la zona colpita; le cellule staminali invece agiscono inibendo la cicatrizzazione e favorendo l´attivazione delle cellule endogene (dell´animale malato) che producono mielina e che possono così moltiplicarsi contribuendo anch´esse alla riparazione del danno. Gianvito Martino, responsabile dell´Unità di Neuroimmunologia dell´Istituto Scientifico San Raffaele precisa: "Non sappiamo ancora se la cura, per ora sperimentata solo su topi da laboratorio, risponderà allo stesso modo anche sull´uomo. È interessante però notare che per la prima volta abbiamo a che fare con una terapia che ripara e non che danneggia (come nel caso delle terapie immunosoppressive) e che tale terapia agisce in modo naturale e non artificiale (come nel caso dei farmaci) - visto che sfruttano le normali capacità riparative delle cellule staminali - limitando così gli effetti collaterali. Anche se i presupposti ci sono tutti, la strada da percorrere è lunga. La prossima tappa sarà la sperimentazione sulle scimmie su cui verranno utilizzate cellule staminali neurali umane, che fortunatamente sono già disponibili. Se questa fase darà i risultati sperati, il passo successivo sarà la sperimentazione sull´uomo, ma sarà necessario attendere non meno di altri cinque anni." Il progetto è stato sostenuto da varie organizzazioni tra cui l´Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Aism), l´organizzazione internazionale Myelin Project, l´Unione Europea (Eu), la Fondazione Agarini e Bmw Italia Group. Studio pubblicato su Nature, 17 aprile 2003 ´Injection of adult neurospheres induces recovery in a chronic model of multiple sclerosis´ Stefano Pluchino (1), Angelo Quattrini (2, 3), Elena Brambilla (1), Angela Gritti (4), Giuliana Salani (1), Giorgia Dina (2), Rossella Galli (4), Ubaldo Del Carro (3), Stefano Amadio (3), Alessandra Bergami (1), Roberto Furlan (1, 3), Giancarlo Comi (3), Angelo L. Vescovi (4), Gianvito Martino (1, 3) (1) Unità di Immunologia; (2) Unità di Neuropatologia; (3) Dipartimento di Neurologia e di Neurofisiologia; (4) Istituto di Ricerca Cellule Staminali Tutti i ricercatori provengono dall´Istituto Scientifico San Raffaele, Milano - Italia. |
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