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Notiziario Marketpress di Lunedì 28 Aprile 2003
 
   
  SECONDO UN PROFESSORE STATUNITENSE, È NECESSARIO UN TRATTATO INTERNAZIONALE SULLO SCAMBIO SCIENTIFICO

 
   
  Stanford , 28 aprile 2003 - Un illustre professore di Diritto presso la Stanford University ha sollecitato la redazione di un trattato internazionale sulla condivisione di informazioni scientifiche e tecnologiche, che dovrà poggiare sugli accordi di libero scambio già sottoscritti nell´ambito del sistema dell´Organizzazione mondiale del commercio (Omc). Nel corso di una recente presentazione alla conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo, John Barton, tra l´altro presidente della commissione internazionale sulla proprietà intellettuale, ha sostenuto che il progresso scientifico presuppone la condivisione di informazioni e che questo tipo di collaborazione ha ancora degli ostacoli da superare. "Scienza e tecnologia richiedono una piattaforma comune di dati, idee e pareri. L´apertura di tale piattaforma è vantaggiosa per tutti. Uno scienziato o un ingegnere riesce ad essere molto più efficiente se ha libero accesso al lavoro svolto dai suoi predecessori [...]. Lo scambio transfrontaliero di dati e di comunicazione scientifica non è soltanto un mito appartenente al mondo scientifico; esso contribuisce, difatti, ad accelerare i progressi della scienza e della tecnologia", ha affermato il prof. Barton. Il prof. Barton ritiene che lo scambio di informazioni abbia ancora davanti tre ostacoli: il protezionismo dei singoli paesi, l´ampliamento della tutela della proprietà intellettuale e la mancanza di contatti tra gli scienziati dei paesi in via di sviluppo ed il resto del mondo. "È il mondo intero a pagarne le conseguenze", ha sostenuto. La soluzione individuata dal prof. Barton consiste in un trattato internazionale, in virtù del quale i singoli paesi metterebbero a disposizione di altri paesi, su una base di reciprocità, i propri sussidi e dati. Ciò corrisponde inoltre alla logica sottesa all´accordo Oms. "Come nel caso della liberalizzazione del commercio, il risultato complessivo sarà positivo, dal momento che una maggiore portata ed apertura degli insiemi scientifico-tecnologici determinerà un più elevato dinamismo. Tutto ciò necessita di un trattato che definisca le norme per la liberalizzazione dello scambio scientifico-tecnologico e stabilisca le procedure per negoziare i miglioramenti e gli ampliamenti da apportarvi a scadenze regolari", ha spiegato il prof. Barton. Tutti i paesi del mondo beneficerebbero di una cooperazione di questo tipo, ha detto Barton rifacendosi alle parole del commissario europeo per la Ricerca Philippe Busquin, il quale ha più volte ribadito che lo Spazio europeo di ricerca "deve essere reso accessibile al resto del mondo". Tale apertura dovrebbe permettere ai paesi dell´Ue di beneficiare della collaborazione internazionale nel settore della scienza e della tecnologia, preparando così il terreno ad un rafforzamento dei rapporti politici ed economici con paesi terzi". Oltre alle misure in favore dell´uguaglianza di accesso al sostegno ed alle capacità di natura scientifica e tecnologica, un trattato di questo tipo potrebbe altresì garantire che i benefici della ricerca finanziata con mezzi pubblici siano accessibili a tutti, e non soltanto a chi vive nei paesi in cui la ricerca è stata effettuata, ha specificato il prof. Barton. Questi ha inoltre suggerito che l´accordo potrebbe superare le misure restrittive che non consentono agli studenti di studiare in altri paesi ed ai ricercatori di fare esperienza all´estero. Anticipando le critiche, Barton ha inoltre suggerito l´inclusione in un trattato di questo tipo di misure di garanzia bilanciate, cosicché la tutela dei diritti di proprietà intellettuale venga gestita in modo equo e tale da salvaguardare la sicurezza nazionale. E a chi spetterebbe il compito di negoziare il trattato? "Per un trattato dai connotati scientifici internazionali, vi sono due potenziali forum di negoziazione. Uno è rappresentato dall´Unesco, l´Organizzazione delle Nazioni Unite per l´Educazione, le Scienze e la Cultura. Questa potrebbe essere una sede appropriata per la fase iniziale, ma sicuramente più per temi scientifici che tecnologici. Un forum più idoneo per le questioni prettamente tecnologiche, e possibilmente per tutte le questioni, è l´Omc", ha sostenuto il prof. Barton. "Con l´aggiunta di qualche modifica in vista di istituire il necessario segretariato, il modello sviluppato per aiutare il mondo a trarre vantaggio dal libero commercio potrebbe servire anche per promuovere piattaforme internazionali più forti ed aperte nel settore scientifico e tecnologico", ha concluso il prof. Barton.  
   
 

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