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Notiziario Marketpress di Martedì 06 Maggio 2003
 
   
  ANIM E CNA IN ALLARME: IN PERICOLO 350 MILA POSTI DI LAVORO

 
   
  Milano, 6 maggio 2003 - Distributore e venditore d´energia, installatore, manutentore e terzo responsabile (ossia il garante dei lavori eseguiti) dell´impianto sono tutte attività che fanno parte di un´identica filiera: quella della fornitura e del godimento dell´energia garantendo la sicurezza degli impianti, la tutela dei cittadini utenti e la promozione del risparmio energetico. All´interno della filiera esiste una linea di demarcazione: il contatore, una sorta di spartiacque che distingue la tipologia dei servizi e le realtà ad essi preposte. Distribuzione e vendita di gas ed energia elettrica sono attività precontatore e se ne occupano i grandi distributori (Enel, Eni, ecc.), installazione e manutenzione degli impianti sono postcontatore e ad esse provvedono oltre 100 mila imprese (artigiane per il 92%) con oltre 350 mila addetti. L´impianto legislativo Dal 5.3.1990 esiste una Legge, la n. 46, che definisce precisi requisiti che le imprese devono possedere per poter svolgere questa attività. La stessa legge prevede che gli installatori attestino, con dichiarazioni di conformità, che hanno valore giuridico e implicazioni sia civilistiche che penali, le regole di buona tecnica di quanto da loro stessi eseguito. Non solo: la Legge 1083 del 1971, impone agli operatori il rispetto delle norme di buona tecnica elaborate dall´Uni e dal Cig (gli enti normatori italiani per quanto concerne il gas) pena sanzioni amministrative e penali a carico dei titolari delle imprese. E ancora la stessa Legge 46/90 impone ai Sindaci di rilasciare l´autorizzazione di abitabilità dei locali solo dopo avere acquisito la dichiarazione di conformità degli impianti e avere provveduto a controllare a campione che la legge venga applicata. Tutto ciò in un contesto che, per quanto riguarda gli impianti elettrici, assegna all´installatore un ruolo certificatore della sicurezza e della funzionalità dell´impianto elettrico al servizio di luoghi di lavoro, così come previsto dal Dpr 22 ottobre 2001, n. 462 che all´articolo 2 afferma che la dichiarazione di conformità rilasciata dall´installatore dell´impianto "acquisisce a tutti gli effetti validità di omologazione dell´impianto". La legge 10/91 con tutti i regolamenti d´applicazione (Dpr 412/93 e 551/99) interviene per la regolamentazione del risparmio energetico nel settore riscaldamento, con l´obbligo da parte degli Enti Locali di procedere alla verifica dello stato di manutenzione e sicurezza di tutti gli impianti. Un impianto legislativo che garantisce la soddisfazione di tutti gli obiettivi possibili. Il "Decreto Letta" In questo stato di cose è intervenuto il Decreto Legislativo 23 maggio 2000, n. 164, "Decreto Letta", che doveva limitarsi a recepire una normativa europea per la liberalizzazione del mercato del gas ma che è andato ben oltre le proprie competenze assegnando alle aziende distributrici anche il compito di controllare gli impianti a gas di proprietà degli utenti della rete, favorendole per ogni attività di postcontatore comprese quelle di verifica del lavoro svolto dalle imprese in un mercato che dovrebbe essere libero. Infine sono arrivati i Decreti dell´Aprile 2001, sul risparmio energetico, che assegnano alle imprese distributrici di gas e di energia elettrica il compito di presidiare le iniziative ed i progetti finalizzati al recupero di energia Un sistema in conflitto anche con l´Ue Come si vede si tratta di due percorsi legislativi davvero diversi e divaricanti, in conflitto fra di loro e, per quanto attiene il "Decreto Letta", in contrasto anche con gli articoli 82 e 87 del trattato dell´Unione Europea. È stato partorito un mostro legislativo. In assenza di reale concorrenza, un´azienda di distribuzione di energia può produrre, vendere, assistere, verificare tutto il mercato dell´energia e presiedere attività di risparmio energetico a sostegno delle quali sono previsti finanziamenti pubblici. Infatti i vantaggi per l´utente sono velocemente riassumibili: paga meno quando consuma meno. Ogni altro, eventuale supporto economico spetta all´azienda di distribuzione. Operando attraverso società controllate e partecipate un´azienda di distribuzione di energia può lavorare utilizzando capitali di rischio di proprietà pubblica, che derivano da una attività svolta a tariffa, occupando una posizione di assoluto privilegio che non ha eguali tra i propri potenziali concorrenti. Anche le statistiche non offrono attenuanti Né esistono motivazioni statistiche che possano giustificare un diverso "trattamento" per gli impianti domestici a gas. Infatti le informazioni emesse dal Comitato Italiano Gas (Cig), Ente federato all´Uni, che ogni anno raccoglie i dati sugli incidenti domestici derivanti dal malfunzionamento di impianti a gas domestici, dimostrano come nel 2000 il numero degli incidenti abbia raggiunto il minimo storico: 138 nell´anno su un parco di 14,8 milioni di impianti. Un dato che si conferma in costante diminuzione a dimostrazione del buon livello di affidabilità e qualità degli operatori. Anim e Cna lanciano un grido d´allarme... Anim E Cna ritengono incompatibile con i principi della libera concorrenza, al centro dei programmi dell´Unione Europea, che i distributori di gas e di energia elettrica possano creare società o insediare reti di franchising per offrire a milioni di utenti (che nel mercato elettrico saranno vincolati fino al 2007) servizi attraverso società che riportano lo stesso acronimo dell´azienda holding, godono di capitali a maggioranza pubblici, operano in un mercato, quello della vendita ai clienti vincolati, nel quale la concorrenza non esiste perché la tariffa è stabilita dall´Autorità dell´Energia. Se le norme rimarranno queste, se neppure in questa legislatura si riuscirà ad ottenere quella trasparenza e quella concorrenza necessaria, allora le piccole imprese saranno condannate ad una progressiva emarginazione in nome della ragione del più forte.Che è arrivato in Parlamento Numerosi parlamentari della Xa Commissione Attività Produttive della Camera e del Senato si sono già fatti portavoce di questo stato di difficoltà e dal mese di aprile la Proposta di legge 1580 del sen. Giuseppe Valditara è in discussione al Senato e affianca il Disegno di legge 3297 sul riordino del settore energetico (relatore on. Saglia), presentato dal Ministro alle Attività Produttive, Antonio Marzano, in discussione alla Camera dallo scorso 22 ottobre.  
   
 

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