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Notiziario Marketpress di Mercoledì 07 Maggio 2003
 
   
  L´EPIDEMIA DI SARS E LA FINE DELLA GUERRA IN IRAK L´IMPATTO SUI MERCATI FINANZARI ANALISI DI ULRICH BERZ - CAPO ECONOMISTA DI UNION INVESTMENT

 
   
  Milano, 7 maggio 2003 - La Cina era considerata il motore del mondo asiatico mentre adesso a causa della Sars, la vita pubblica e conseguentemente quella finanziaria in Cina e negli altri Paesi asiatici colpiti dal dilagare dell´epidemia si è praticamente bloccata. Uno dei settori più colpiti è stato quello dei servizi, tra cui spiccano il turismo, le vendite al dettaglio e la ristorazione. Ecco quindi perché è prevedibile aspettarsi un netto restringimento di quelle che potevano essere le aspettative di crescita del Pil per il secondo e terzo trimestre 2003. Prevediamo però che nel giro dei prossimi tre-sei mesi il virus della Sars riesca a essere messo sotto controllo e ciò consentirebbe di compensare almeno parzialmente nel quarto trimestre le perdite nel campo dei consumi e degli investimenti subite nel secondo e terzo trimestre. Riteniamo realistiche le stime della Banca Mondiale che ha ridotto le previsione di incremento del Pil in Asia, portandole per il 2003 dal 5,8 per cento al 5,0 per cento. Per quanto riguarda il 2004, la Banca Mondiale prevede una nuova ripresa che riporterà i valori di crescita del Pil intorno al 5,7 per cento. Se consideriamo il fatto che un ottavo circa del Pil a livello mondiale proviene dai Paesi asiatici, con l´esclusione del Giappone, le prospettive di crescita dell´area restano piuttosto alte, all´interno dell´attuale debolezza economica generale. Gli investimenti stranieri diretti al momento si sono ridotti, ma in questo momento non riteniamo ci sia il pericolo di una riduzione permanente di questa componente. Inoltre non ci aspettiamo che a lungo termine gli investitori perdano la fiducia nei mercati asiatici, né che ci sarà un´instabilità dei mercati in Cina, Paese che si è impegnato a dare vita alle liberalizzazioni con l´entrata a pieno titolo nel Wto. Per quanto riguarda invece la crisi in Iraq, riteniamo che sia effettivamente in fase di risoluzione. Il Medio Oriente continuerà a rappresentare molto probabilmente un´area di forte instabilità, così com´è stato nel corso degli ultimi cinquant´anni, ma per quanto riguarda gli investitori la guerra in Iraq è finita. Rispetto al problema guerra non vi è più instabilità nei mercati finanziari. Chi vi opera ora è tornato a focalizzare la propria attenzione sui dati fondamentali e sulla situazione economica generale. Uno dei motori guida dell´economia permane il prezzo delle materie petrolifere che è in discesa e stimola così la ripresa economica. Anche l´andamento dei tassi d´interesse gioca un ruolo rilevante in questa direzione. Al momento hanno raggiunto un livello storicamente bassissimo e per quanto riguarda i Paesi europei c´è ancora la possibilità che la Banca Centrale Europea operi un ulteriore riduzione. Queste prospettive hanno già dato una spinta positiva al sentiment dei mercati e fanno intravedere un potenziale di crescita del mercato azionario. Dovendo scegliere se investire nell´obbligazionario o nell´azionario la scelta dipende dalla propensione al rischio dell´investitore, dall´orizzonte temporale dell´investimento e dalla struttura del portafoglio. S un investitore decide di investire in titoli raccomandiamo di suddividere gli impegni su un lungo periodo, perché dobbiamo tener conto che persiste un´elevata volatilità in questi mercati. Una parte dell´investimento potrebbe essere "posteggiata" in fondi monetari e investita un po´ alla volta, magari su base mensile. Già prima della risoluzione del conflitto iracheno i mercati azionari avevano mostrato una ripresa, almeno dal punto di vista degli investitori. Ma poiché è piuttosto complicato trovare il momento giusto per un investimento che si basa su investimenti ripetuti di piccole somme (come nel caso di investimenti mensili), una buona alternativa potrebbe essere puntare su fondi azionari bluechip. Nella prospettiva di una ripresa economica l´Europa e l´Asia mostrano un potenziale di crescita superiore a quello degli Stati Uniti. I titoli delle società americane sono relativamente più costosi di quelli delle società europee e asiatiche e il mercato azionario americano ha subito maggiori contraccolpi dagli scandali dei bilanci societari, quali Worldcom ed Enron. Per quanto riguarda l´Europa sovrappesiamo: Finanziario. In particolar modo i prezzi degli assicurativi sono a un livello storicamente contenuto e questo li rende un investimento interessante. Media. Appartengono ai ciclici, presentano un livello di prezzo ragionevole e si avvantaggeranno della ripresa economica. Farmaceutico. Ci si può aspettare una crescita dei profitti dovuta in buona parte alle modificazioni della struttura demografica mondiale che si presenta con un maggior numero di persone anziane. Auto. Quotazioni anche qui ragionevoli. La fiducia dei consumatori ha raggiunto livelli minimi ma con la fine della guerra in Irak dovrebbe risalire e aprire perciò la porta a una domanda più consistente. Sottopesiamo invece: Energia. Il prezzo del petrolio sta scendendo e ci si aspetta una minor dinamicità nella crescita dei profitti. Food/beverages/tabacco. Sono considerati da sempre un bene rifugio e perciò il prezzo non è più ragionevole ma si presenta anzi elevato.  
   
 

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