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Notiziario Marketpress di Venerdì 09 Maggio 2003
 
   
  MERCI E STRADE, LOMBARDIA AL COLLASSO PER IL 2010 PREVISTO UN INCREMENTO DEL TRAFFICO DEL 50%. SENZA LE INFRASTRUTTURE INTERMODALI NECESSARIE, A RISCHIO IL RUOLO DELL´ITALIA

 
   
  Milano, 9 maggio 2003 - La Lombardia è a rischio paralisi. Lo afferma a chiare lettere Gianfranco Piseri, presidente dell´Associazione Lombarda Cooperative Servizi e Turismo Legacoop (Alcst): "Se non ci sarà un´immediata inversione di tendenza, la congestione del sistema logistico rischia di soffocare la vocazione del capoluogo lombardo di polo europeo dei servizi, strategico per tutta l´economia nazionale". La situazione attuale in Lombardia mostra una significativa sproporzione della dotazione stradale (9% della rete italiana) rispetto al numero di mezzi in circolazione (16,5% rispetto al totale nazionale). Una realtà destinata a peggiorare, visto che ad ogni punto di crescita del Pil, corrisponde un punto e mezzo di crescita dei trasporti su strada, che in Lombardia pesano per il 93% del totale del movimento merci, a fronte di un misero 7% del trasporto ferroviario. Sono alcuni dati emersi dalla ricerca Infrastrutture logistiche e intermodali: consistenze e fabbisogni nella grande area metropolitana lombarda, presentata oggi a Milano, al ristorante Savini, dall´Associazione Lombarda Cooperative Servizi e Turismo Legacoop. Lo studio, realizzato dalla società Physis, fotografa la situazione attuale e ne prevede l´andamento per i prossimi cinque anni. "A Milano - continua Piseri - la velocità commerciale media è di 22 chilometri orari, la più bassa rispetto alle altre principali città europee. Un indicatore emblematico del livello di inefficienza raggiunto, oltre che un costo insostenibile anche dal punto di vista sociale" . Attualmente nell´area milanese si registrano circa 8 milioni di spostamenti al giorno, di cui 5,8 hanno come origine o destinazione il Comune di Milano. Ogni giorno 541.000 veicoli attraversano le barriere autostradali (di cui 107.000 veicoli merci), 628.000 il cordone esterno della città (di cui 78.000 veicoli merci) e 402.000 quello interno (di cui 33.000 veicoli merci). Viaggiando verso l´interno della città cambia la tipologia degli automezzi destinati al trasporto merci: gli autotreni diminuiscono a favore degli autocarri e dei furgoni che, nel cordone interno, raggiungono il 73%. Il trasporto in conto proprio, già il 40% alle barriere, arriva al 53% al cordone esterno e addirittura al 63% in quello interno: un dato significativo, se si considera che è in media dieci volte meno efficiente di quello in conto terzi. La percentuale dei veicoli che viaggiano vuoti, pari al 14% alle barriere esterne, raggiunge il 33% nel cordone interno. Lo sviluppo produttivo ed economico ha portato alla costituzione di un´unica grande area metropolitana lombarda che, abitata da 7,5 milioni di persone (con oltre 7,3 milioni di autovetture), rappresenta la terza area commerciale europea. Un territorio che produce il 20,9% del Pil nazionale (a fronte del 15,8% della popolazione), da cui passano il 28% delle esportazioni e delle importazioni italiane e che vanta la più alta concentrazione di grandi imprese di logistica e movimentazione sul territorio nazionale (30% del mercato). Un territorio con al centro Milano, polo continentale di servizi e centro storico e culturale, a Nord-est l´area a forte vocazione manifatturiera Bergamo-brescia, e a Nord-ovest l´area Varese-novara-malpensa-gallarate, orientata alla logistica e all´intermodalità. Un´unica grande area metropolitana, attraversata da ingenti flussi di traffico continentale e locale, continuamente modificata da processi di urbanizzazione, da trasferimenti industriali, da nuove forme di commercializzazione, dai pendolarismi e dall´immigrazione nazionale e internazionale. La mancanza di uno sviluppo strutturale e infrastrutturale adeguato e di tempi certi anche sulle opere individuate come prioritarie dalle Istituzioni, hanno creato negli ultimi due anni un ulteriore degrado del già saturo sistema viario e logistico lombardo, carente anche dal punto di vista ferroviario e aeroportuale e impossibilitato a sostenere un ulteriore carico. I costi diretti e indiretti dell´inefficienza sono sempre maggiori e si riversano pericolosamente sulla qualità della vita nel territorio, sull´economia e sulle imprese, in un momento in cui i grandi gruppi stranieri entrano sul mercato italiano e i costi più bassi dei trasportatori dell´ex Iugoslavia e dei paesi dell´Est iniziano a far sentire il proprio peso. "Il Piano del sistema dell´intermodalità e della logistica in Lombardia - spiega Piseri - prevede un fabbisogno di capacità terminalistica per il 2005 di circa 22,6 milioni di tonnellate anno. Ad oggi i 19 impianti intermodali attivi in Lombardia ne movimentano 14,5 milioni. Il che significa che mancano all´appello più di 8 milioni di tonnellate annue". I grandi progetti previsti (tra cui gli sviluppi dei valichi alpini, l´alta capacità, la Pedemontana e i nuovi poli intermodali) sono in forte ritardo e comunque potrebbero non essere sufficienti per far superare l´emergenza. "Nella logistica, non c´è più tempo per il breve periodo - sottolinea Piseri -. Occorre una regia istituzionale in grado di agire subito, la cui nascita non può essere ulteriormente posticipata. Siamo arrivati al paradosso per cui le imprese della logistica che posizionano i magazzini all´esterno delle città, invece di essere incentivate, pagano prezzi improponibli per la mancanza di infrastrutture intermodali di cui soffre l´area extraurbana". A fronte di un ampliamento del mercato e di una pressante domanda di potenziamento dei trasporti per assecondare i nuovi flussi di import-export, la grande Europa, allargata a 28 Stati, potrebbe anche portare allo sviluppo di nuovi corridoi internazionali per i trasporti, alternativi agli attuali, che vedono l´Italia in posizione strategica, spostando nei Balcani i traffici tra Sud e Nord della Comunità e a Nord delle Alpi quelli tra Europa dell´Ovest e dell´Est. "Un rischio che è possibile evitare - spiega Piseri - valorizzando e potenziando il know-how logistico e le strutture specializzate nel trattamento delle merci, garantendo anche in futuro quel ruolo cruciale di piattaforma verso l´Europa che appartiene storicamente alla Lombardia e di cui il sistema Italia non può privarsi". La sfida sarà migliorare i servizi di trasporto senza aggravare ulteriormente il già fragile bilancio ambientale. Tra le soluzioni indicate dalla ricerca ci sono lo sviluppo del traffico intermodale gomma-ferro e della navigazione fluviale, in sintonia con il Piano europeo dei trasporti di Essen, che definisce la politica Ue fino al 2010 e prevede finanziamenti fino al 50% dell´importo totale per i progetti che promuovono un minor impatto ambientale. Le decisioni in corso a Bruxelles saranno perciò d´importanza fondamentale per l´Italia e la Lombardia. "Ogni chiatta - conclude Piseri - toglie dalla strada 40 camion: quest´anno sull´idrovia Mantova-mare hanno viaggiato 70mila chiatte". La ricerca e la presentazione di un piano d´azione operativo sono il primo atto del nuovo Osservatorio permanente sulla logistica Alcst Legacoop, che punta a promuovere la costituzione di un tavolo permanente, rappresentativo di tutti gli stakeholder del settore, delle istituzioni pubbliche e della comunità territoriale. In un´ottica di mobilità e di sviluppo sostenibili e di rispetto dei diritti e delle necessità di tutti i soggetti coinvolti.  
   
 

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