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Notiziario Marketpress di Lunedì 12 Maggio 2003
 
   
  LA COMMISSIONE ADOTTA UNA NUOVA DEFINIZIONE PER LE IMPRESE EUROPEE DI RIDOTTISSIME, PICCOLE E MEDIE DIMENSIONI

 
   
  Bruxelles, 12 maggio 2003 La Commissione europea ha adottato l´8 maggio una nuova definizione d´imprese di dimensioni ridottissime (microimprese) o piccole e medie (Pmi) nell´intento di promuovere l´imprenditorialità, gli investimenti e la crescita, di agevolare l´accesso ai capitali di ventura, di ridurre gli oneri amministrativi e di consolidare la certezza del diritto. La nuova definizione è stata elaborata in seguito a due ampi giri di consultazione con il pubblico; nello stabilire le categorie di micro imprese e Pmi essa mantiene le soglie relative al numero di dipendenti, ma stabilisce un considerevole aumento del massimale finanziario (fatturato o volume totale del bilancio), in particolare per tener conto dell´inflazione e degli incrementi di produttività verificatisi dopo il 1996, data della prima definizione comunitaria di Pmi. Diverse disposizioni fanno sì che il vantaggio legato alla possibilità di accedere ai dispositivi nazionali ed ai programmi europei di sostegno alle Pmi sia riservato alle imprese che presentano effettivamente le caratteristiche di una Pmi (in quanto manca loro la forza economica propria di organizzazioni di maggiori dimensioni). Per consentire una transizione senza intoppi a livello d´Unione e nazionale la nuova definizione verrà utilizzata a partire dall´1 gennaio 2005. Questa modernizzazione della definizione di Pmi avrà ripercussioni atte a promuovere la crescita, l´imprenditorialità, gli investimenti e l´innovazione; favorirà inoltre la cooperazione ed il raggruppamento d´imprese indipendenti. Erkki Liikanen, Commissario responsabile per le imprese, ha dichiarato: "Le imprese di piccole e medie dimensioni formano la spina dorsale dell´economia europea. Esse sono d´importanza cruciale per lo spirito imprenditoriale e l´innovazione nell´Unione e quindi per garantire la concorrenzialità dell´Unione stessa. Una valida definizione di Pmi rende più agevole individuarne le esigenze e sviluppare politiche efficienti per compensare gli specifici problemi derivanti dalle loro dimensioni. Ciò riveste un´importanza vitale per la concorrenzialità, la crescita e l´occupazione in un´Unione europea allargata." Valori di soglia per le Pmi
categoria d´impresa numero di dipendenti (immutato) fatturato o volume totale di bilancio
imprese di media dimensione < 250 €= € 50 milioni (nel 1996: 40 milioni) €= € 43 milioni (nel 1996: 27 milioni)
imprese di piccole dimensioni < 50 €= € 10 milioni (nel 1996: 7 milioni) €= € 10 milioni (nel 1996: 5 milioni)
imprese di ridottissime dimensioni (microimprese) < 10 €= € 2 milioni (non definito in passato) €= € 2 milioni (non definito in passato)
La definizione di Pmi attualmente utilizzata nell´ambito del diritto comunitario è quella adottata nella raccomandazione della Commissione 96/280/Ce Le proposte modifiche di tale definizione sono state messe alla prova in due ampi giri di consultazione con il pubblico, lanciati nel 2001 e nel 2002, ed hanno accomodato notevoli cambiamenti del testo volti a tener conto delle esigenze e delle realtà del settore. Finalità principali della revisione sono: Ridurre gli oneri amministrativi ed accelerare le procedure Viene proposto un modello di autocertificazione volontaria per le imprese. Questo formulario unico dovrebbe ridurre gli oneri amministrativi per le imprese ed accelerare le procedure sostituendo i vari formulari attualmente in uso per le diverse finalità amministrative. Promuovere l´imprenditoria e le microimprese Per la prima volta la definizione rivista contempla soglie finanziarie precise per le microimprese, il che dovrebbe contribuire ad agevolare i programmi di sostegno delle autorità regionali e nazionali per questa categoria d´imprese. Viene così riconosciuto il ruolo fondamentale che le microimprese svolgono nello sviluppare l´imprenditoria. Vengono altresì riconosciute come imprese anche le attività connesse all´economia sociale e le imprese artigianali . Promuovere la crescita Il considerevole aumento dei massimali finanziari, che tiene conto degli incrementi di prezzi e produttività verificatisi dopo il 1996, non determinerà un aumento marcato del numero di Pmi ma favorirà le imprese che investono. Vengono parimenti agevolate le partecipazioni minoritarie delle imprese di maggiori dimensioni nelle Pmi, pur preservando l´indipendenza di queste ultime. Agevolare l´accesso ai capitali di ventura La revisione agevola il finanziamento sotto forma di partecipazione al capitale per le Pmi accordando un trattamento favorevole ai fondi regionali, alle società che si occupano di capitali di ventura ed ai business angels. Promuovere gli investimenti nell´innovazione e nelle attività di ricerca Analoghe esenzioni sono introdotte anche per gli investimenti nelle attività imprenditoriali derivate compiuti da università ed istituti di ricerca, allo scopo di promuovere gli investimenti nelle attività di ricerca e nell´innovazione. Promuovere i raggruppamenti d´imprese e consolidare la certezza del diritto La revisione favorisce i raggruppamenti di Pmi indipendenti introducendo una chiara tipologia delle imprese (autonome, associate e collegate) ed un metodo trasparente per calcolare il personale e le soglie finanziarie. Tale metodo fornisce un quadro più realistico della forza economica delle imprese, limitando al tempo stesso il numero di livelli di collegamento tra imprese di cui occorre tener conto e contribuendo così notevolmente a consolidare la certezza del diritto. Impedire i fenomeni di aggiramento delle regole Il fatto di allineare il concetto d´imprese "collegate" alla direttiva in tema di conti consolidati renderà estremamente difficile aggirare tale definizione. Sotto questo profilo la nuova definizione tiene conto delle esperienze compiute in tema di controllo degli aiuti pubblici. Promuovere la formazione professionale e l´equilibrio tra attività lavorative e vita privata Dal computo del personale in funzione dei massimali sono esclusi apprendisti e studenti che ricevono una formazione professionale, così da favorire le imprese che provvedono tale formazione. Analogamente sono esclusi dal computo i periodi di congedo parentale o di maternità, così da non penalizzare le imprese che promuovono l´equilibrio tra vita privata e attività lavorativa. Ulteriori informazioni sulla definizione di Pmi : http://europa.Eu.int/comm/enterprise/enterprise_ policy/sme_definition/index_en.Htm  
 
   
 

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