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Notiziario Marketpress di
Giovedì 15 Maggio 2003 |
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SECONDO UNO STUDIO, NEL 2030 L´ENERGIA MONDIALE CONTINUERÀ AD ESSERE DOMINATA DAL PETROLIO
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Bruxelles, 15 maggio 2003 - Se non verranno potenziate le attività e le politiche di ricerca volte a ridurre i gas-serra e a migliorare la promozione dell´utilizzo delle energie rinnovabili, entro il 2030 il mondo si troverà ad affrontare una grave crisi energetica ed ambientale, prevede uno studio condotto da un consorzio europeo di ricercatori. La relazione, dal titolo, "World energy, technology and climate policy outlook" (Weto - Prospettive in materia di politiche energetiche, tecnologiche e climatiche mondiali) valuta l´impatto che le previsioni sull´energia, il progresso della tecnologia energetica e gli indicatori del cambiamento climatico esercitano sul futuro dei sistemi energetici globali. Secondo lo studio, se l´attuale tendenza del fabbisogno energetico e i cambiamenti strutturali nell´economia globale proseguiranno, il consumo energetico mondiale raddoppierà nel corso dei prossimi trent´anni. Come spiega il commissario europeo per la Ricerca Philippe Busquin, tale valutazione a lungo termine è essenziale per la futura attività di ricerca e sviluppo in campo energetico e ambientale: "Non possiamo ignorare questi risultati della ricerca e le loro implicazioni per uno sviluppo globale sostenibile. [...] Questo studio rappresenta uno strumento preziosissimo, poiché offre una visione approfondita dei problemi energetici e ambientali che il mondo dovrà affrontare. Grazie ad esso, potremo definire le nostre priorità future in materia di ricerca e sviluppo tecnologico nel settore energetico e ambientale". Secondo lo studio, il sistema energetico mondiale continuerà ad essere dominato dai combustibili fossili, che nel 2030, rappresenteranno quasi il 90 per cento dell´approvvigionamento energetico complessivo. Il petrolio registrerà un aumento di produzione pari al 65 per cento e dovrebbe rimanere la principale fonte di energia, seguito dal carbone. Secondo la relazione, infatti, si continuerà ad estrarre carbone, raddoppiando la produzione, entro il 2030, soprattutto in Asia e in Africa. In Europa, invece, il gas naturale dovrebbe imporsi quale principale fonte energetica, preceduta dal petrolio e seguita da carbone e lignite. Lo studio sottolinea, tuttavia, che le riserve di gas europee sono limitate, fattore che potrebbe rendere incerto l´approvvigionamento, poiché per soddisfare la domanda del mercato interno dell´Ue sarà necessario importare gas dal Medio Oriente e da altre regioni. Visto il continuo predominio dei combustibili fossili, la relazione stima che le emissioni mondiali di anidride carbonica (Co2) aumenteranno rapidamente ad un tasso pari a circa il due per cento l´anno. Le previsioni sono allarmanti, poiché entro il 2030 le emissioni di Co2 dovrebbero raddoppiare rispetto ai livelli del 1990. In Europa si prevede un incremento del 18 per cento, mentre negli Stati Uniti si calcola un aumento del 50 per cento. Per quanto concerne i paesi in via di sviluppo, se nel 1990 essi producevano solo per il 30 per cento delle emissioni globali di Co2, entro il 2030 saranno responsabili, secondo la relazione, di più della metà delle emissioni mondiali. Alla luce di tali risultati "[per] garantire l´approvvigionamento energetico e rispettare gli impegni assunti nel quadro del protocollo di Kyoto, l´Europa dovrà intensificare i suoi sforzi di ricerca", ha affermato Busquin. La relazione stima che l´adozione su vasta scala dell´energia nucleare e delle fonti rinnovabili permetterebbe di ridurre del 30 per cento i costi necessari per il conseguimento degli obiettivi di Kyoto. Tuttavia, precisa lo studio, entro il 2030 il nucleare e le fonti rinnovabili rappresenteranno meno del 20 per cento dell´approvvigionamento energetico europeo. Per invertire tale tendenza, ha spiegato Busquin, "il nuovo programma quadro di ricerca dell´Ue promuove iniziative incentrate sulle fonti di energia rinnovabile, le pile a combustibile e la tecnologia all´idrogeno". Più di due miliardi di euro, infatti, sono stati stanziati a favore della ricerca in materia di "sviluppo sostenibile, cambiamento globale ed ecosistemi" nel corso dei prossimi quattro anni. |
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