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Notiziario Marketpress di Lunedì 19 Maggio 2003
 
   
  PRESENTATO A ROMA, PRESSO LA SEDE DI DEXIA CREDIOP, LO STUDIO CER: "LA SANITÀ NELLA TRANSIZIONE AL FEDERALISMO".

 
   
  Roma, 19 maggio 2003 - La crescita della spesa sanitaria non è interamente dovuta ad inefficienze ma dipende anche da fattori strutturali.La proposta: combinazione della remunerazione a tariffa delle prestazioni con contratti a medio-lungo termine tra Asl, strutture pubbliche e private. La ricerca del Cer fa il punto sulle relazioni tra l´evoluzione in senso federalista del quadro istituzionale e la spesa sanitaria. Gli Autori ricordano come si sia sospesa, nei fatti, l´applicazione del meccanismo previsto dal decreto legislativo 56/2000. Nel confronto annuale tra Stato e Regioni, si procede ora a una stima ex ante dei fabbisogni, con conseguente assunzione di responsabilità delle Regioni circa gli scostamenti della spesa effettiva dalle previsioni. Ciò sembra costituire sul piano del rigore finanziario un elemento positivo.Tuttavia, sembra rimasta aperta la possibilità ogni anno di riavviare la discussione sulle risorse. Come si è arrivati a questa situazione? In realtà, sarebbero stati molto contenuti i rischi di sperequazione tra le Regioni derivanti dalla applicazione immediata del decreto 56/2000 alle grandezze correnti della spesa e delle capacità fiscali regionali. Secondo il Cer, però, una maggiore importanza hanno le conseguenze derivanti dall´interazione del meccanismo automatico del decreto con le dinamiche differenziate dei fabbisogni sanitari e delle capacità fiscali Sono queste dinamiche che generano dei deficit prospettici. Facendo l´ipotesi di copertura di questi deficit attraverso la manovra dell´addizionale Irpef, si scopre che solo alcune Regioni potranno fronteggiare il disavanzo tendenziale aumentando l´aliquota entro, o quasi, i 0,5 punti percentuali stabiliti dal decreto 56/2000. Ciò contribuisce a spiegare, secondo il Cer, le difficoltà applicative del decreto 56/2000, nonché l´approdo più pragmatico ma più instabile degli accordi annuali tra Stato e Regioni. Fisiologia e patologia della spesa sanitaria La tendenza alla crescita della spesa sanitaria non è interamente "patologica", ovvero non è solo il frutto di inefficienze, ma dipende dalla domanda di prestazioni sanitarie, strutturalmente crescente, e dall´impiego quasi incomprimibile del lavoro, che implica un incremento del costo delle prestazioni. Nell´unione Europea, negli ultimi 40 anni, il peso della sanità in termini di Pil è passato da valori inferiori al 4% a valori intorno all´8%: Il contenimento della spesa in Europa dopo il 1993 è largamente dovuto alla componente pubblica, che dopo aver toccato nella media Ue il 6,2% del Pil nel 1993, è scesa nel 2000 al 5,9%. La spesa privata ha continuato anche negli anni Novanta a crescere in rapporto al Pil, dall´1,9% nel 1993 al 2,3% nel 2000. In Italia, alla crescita della spesa sanitaria in rapporto al Pil, si è accompagnata una analoga tendenza di lungo periodo alla crescita del rapporto tra occupati complessivi, pubblici e privati, nel settore sanitario, e occupati totali. La distribuzione tra le regioni dell´offerta potenziale di servizi quale risulta dalle dotazioni di personale, posti letto e apparecchiature per abitante, vede, nel complesso, il Nord del paese meglio dotato del Centro e del Sud. La mobilità interregionale, che segue una direzione dal Sud verso il Centro-nord, è però solo in parte spiegata da questa diversa dotazione quantitativa. Tutte le regioni del Mezzogiorno mostrano un indice di qualità dell´offerta di servizi inferiore alla media nazionale, mentre il rapporto tra medici di base e popolazione residente risulta maggiore, e tendenzialmente eccessivo. Quanto all´efficienza interna nella gestione dei servizi, l´indicatore del personale per posto letto nelle strutture private accreditate risulta in media nazionale pari a circa la metà di quello delle strutture pubbliche. Il livello elevato del rapporto personale/posti letto nelle strutture di ricovero pubbliche emerge anche dal confronto con Francia e Germania. La proposta del Cer - Le Regioni stanno contribuendo a ridefinire la configurazione del servizio sanitario, in termini di programmazione e regolazione dei rapporti tra soggetti di domanda e soggetti di offerta dei servizi sanitari. L´esperienza maturata nel corso degli anni Novanta ha dimostrato che l´introduzione di elementi di concorrenza tende nel breve periodo a far lievitare i costi, poiché tende a deprimere la domanda rivolta alle strutture meno efficienti, senza che di queste strutture si cessi di sopportare i costi. Ciò non significa che si debba rinunciare ai vantaggi della concorrenza e del connesso sviluppo del settore privato. La ricerca del Cer indica alcune ipotesi di lavoro che consentirebbero di incanalare le differenziazioni verso la ricerca di assetti di governo del sistema più avanzati. La principale riguarda la combinazione della remunerazione a tariffa delle prestazioni con contratti a medio-lungo termine (tre-cinque anni) tra Asl e strutture ospedaliere pubbliche e private. I contratti dovrebbero assicurare, in relazione alla programmazione dell´offerta sanitaria sul territorio, la copertura di una quota rilevante ma non esaustiva dei costi di esistenza e operatività delle strutture ospedaliere; la remunerazione a tariffa delle prestazioni dovrebbe coprire il differenziale di costo in condizioni di utilizzo medio o "normale" delle strutture. La concorrenza tra di esse si svilupperebbe tramite la capacità di attrarre pazienti e quindi accrescere gli incassi da remunerazione a tariffa, evitando nello stesso tempo il rischio di portare al collasso finanziario le aziende meno attrattive. La proposta tenderebbe inoltre a ridurre i costi di transazione rispetto ai contratti rinegoziati annualmente, nonché a consentire di individuare le aziende ospedaliere meno capaci di esercitare attrattiva sui pazienti, senza provocarne il dissesto. Al termine del contratto pluriennale, la gestione della struttura che avesse mostrato risultati insoddisfacenti nel fatturato a tariffa, e che quindi avesse comunque accumulato un deficit significativo anche se non traumatico, andrebbe messa a gara da parte della Asl; la gara avrebbe per oggetto il management e ad essa concorrerebbero soggetti di offerta privati.  
   
 

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