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Notiziario Marketpress di Martedì 20 Maggio 2003
 
   
  ROMANO PRODI PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA: "COSTRUIRE UNO SPAZIO EUROMEDITERRANEO "

 
   
  Bologna, 20 maggio 2003 Di seguito l´intervento di Romano Prodi all´apertura della Xxii edizione delle Giornate dell´ Osservanza: "Allargamento e unificazione dell´Europa richiedono una nuova riflessione e una forte azione politica per: favorire la convivenza e della cooperazione tra popoli e culture diverse, rafforzare la nostra strategia verso le regioni più vicine all´Europa. Tra queste, il Mediterraneo é prioritario. Come ho già avuto occasione di affermare, sarebbe un grave errore costruire la nuova Europa trascurando la "culla dell´Europa", cioè il Mediterraneo. Ma tale strategia deve affrontare numerose questioni: Lunghi conflitti che da tempo dividono il Mediterraneo (in particolare, ma non solo, il conflitto Isrealo-palestinese) Necessità di organizzare la nuova fase politica e storica in Irak e nella regione Necessità di trovare un approccio comune efficace tra Europei e Mediterranei. Per affrontare insieme. In ogni caso, é chiaro che il Mediterraneo non puo´ venire considerato unicamente una questione di sicurezza e una regione di frontiera. Un simile approccio é miope, perché non tiene conto dei processi umani sociali e storici in corso nello spazio euromediterraneo, ed é inefficace, perché non affronta le varie questioni pendenti alla radice. La nostra proposta per il Mediterraneo La nostra proposta é quella di fare del Mediterraneo una grande area di cooperazione e d´integrazione, in cui stabilire delle relazioni speciali nel contesto di una più ampia politica di vicinato. Tale politica costituisce una risposta aperta e cooperativa alla questione delle frontiere dell´Europa e rappresenta un nuovo quadro strategico. Da sempre, infatti, nel momento in cui si guarda a Est e a Sud, é molto difficile delineare le nuove frontiere dell´Europa. D´altra parte, tale questione rileva principalmente per due ordini di motivi: 1. Non possiamo allargare l´Unione all´infinito e dobbiamo stabilizzare la costruzione istituzionale e politica europea attorno a un determinato numero di paesi (i nuovi paesi membri, i candidati e i Balcani). 2. Dobbiamo proporre ai nostri partner nel Mediterraneo una politica che apra nuove prospettive (attraverso una vera e propria "agenda comune"), che dia incentivi (indispensabili per portare avanti difficili processi di riforma interna), che offra nuovi strumenti di cooperazione (più flessibili e adattate alle diverse realtà nazionali e regionali). Non si tratta in tal caso di offrire una piena integrazione ma di lavorare, su base di assoluta e piena parità, tra Europei e Mediterranei per identificare obiettivi comuni ed estendere e approfondire la nostra cooperazione in tutti i settori in cui essa é utile e rilevante: dall´economia e il commercio alla cultura, dalla ricerca e la formazione all´ambiente, all´energia, ai trasporti, alla lotta contro le attività illecite. Certamente, non partiamo da zero. Il Processo di Barcellona rappresenta il primo e, al momento, unico tentativo di cooperazione euromediterranea strutturata e multilaterale. Tal processo va pero´ rafforzato e sviluppato, fornendo nuovi incentivi e permettendo maggiore flessibilità. La nostra nuova strategia insiste ancora di più sull´idea di co-appartenenza, che va ulteriormente rafforzata nello spazio euro-mediterraneo. Abbiamo già presentato due proposte concrete in tal senso: la Banca euromediterranea e la Fondazione per il dialogo tra culture. La Banca euromediterranea puo´ contribuire a dare un impulso decisivo alla cooperazione economica nell´area e puo´ apportare un valore aggiunto a quanto già si sta facendo,non solo in termini quantitativi/economici ma anche, e forse soprattutto, in termini qualitiativi/politici. Dovrebbe anche divenire un importante strumento per favorire la cooperazione "sub-regionale", tra gruppi di paesi (il Maghreb, ad esempio). La Fondazione per il dialogo tra culture dovrà promuovere gli scambi intellettuali e culturali, animare in permanenza un dibattito culturale (in particolare attraverso televisioni, radio, rivista periodica e internet), patrocinare grandi eventi culturali, mettere in valore le attività svolte nel contesto di Barcellona e della politica di vicinato. Sempre al fine di favorire il dialogo e la conoscenza reciproca, ho preso l´iniziativa di creare un gruppo di saggi, che sta lavorando al fine individuare nuove possibili azioni concrete, che potrebbero venire attuate dalla Commissione, dai partner governativi e non governativi e dalla stessa Fondazione. E´ fondamentale porre l´accento sull´apprendimento della diversità e dell´accettazione "dell´Altro´", in particolare tra i giovani. All´interno dell´Unione, dobbiamo riflettere su nuove soluzioni, più positive, per quanto riguarda il fenomeno dell´immigrazione, legare la questione dell´immigrazione e dell´interculturalità ai valori fondanti della cittadinanza europea, agire nel mondo del lavoro, nelle scuole, e attraverso un´azione più positiva dei media. Nei rapporti tra Nord e Sud, il dialogo deve anche favorire una più decisa affermazione della società civile, fondamentale per un processo democratico che va rafforzato all´interno dei vari paesi del Sud. Spero vivamente che sotto la Presidenza greca (alla riunione di Creta di fine maggio) e sotto quella italiana (in particolare alla riunione di inizio dicembre a Napoli) potremo vedere nascere la Fondazione e riaprire la questione della Banca euromediterranea. Dobbiamo poi utilizzare la rete degli accordi di associazione (manca solo quello con la Siria) per favorire il processo di modernizzazione di tali paesi: modernizzazione dei nostri partner mediterranei, che la nuova sfida della globalizzazione rende ancora più necessario e urgente. Anche tale processo, intero ai vari paesi, rappresenta per l´Unione una questione di interesse comune. Siamo il principale partner commerciale dei paesi mediterranei e dobbiamo intensificare i nostri sforzi per realizzare un´area di libero scambio euromediterranea, che dovrà essere la base per un nuovo tipo di regionalismo economico e politico. Il progetto di tale area potrà beneficiare anche di iniziative di cooperazione tra gruppi di paesi del Sud, come ad esempio la cooperazione sub-regionale nel Maghreb, estesa anche alla Libia, o l´iniziativa di Agadir (liberalizzazione scambi tra Egitto, Giordania, Marocco e Tunisia) . L´euro può giocare un ruolo fondamentale per intensificare i rapporti economici e commerciali nella regione e per facilitare l´accesso di questi paesi ai flussi di capitale internazionale. Occorre proseguire la lotta contro la povertà: come possiamo realizzare I nostri obiettivi se ancora il 30% della popolazione del Sud del Mediterraneo vive ancora con meno di 2 euro al giorno? D´altra parte, non possiamo oggi parlare di Mediterraneo senza riferirci all´Irak e al Medio-oriente. L´unione europea si trova in una posizione unica e avrebbe tutti gli strumenti necessari per agire in Meido-oriente. Dobbiamo quindi insistere, nonostante le difficoltà anche molto recenti, affinché la "Road Map" per la pace in Israele ottenga un aperto e deciso sostegno di tutte le parti in causa. In parallelo, e guardando ancora più a Est, l´Unione europea dovrebbe anche sviluppare una nuova strategia regionale, che includa paesi come l´Irak, l´Iran e la Siria. Solo un approccio di questo tipo, infatti, puo´ porre le basi per una stabilità e una sicurezza durature. Circa l´Irak, non si tratta semplicemente di procedere ad una ricostruzione materiale (la Commissione é già molto attiva nell´assistenza umanitaria - voli, aiuti...) Si tratta soprattutto di procedere alla sua ricostruzione morale. Per questo, il popolo iracheno e le Nazioni Unite devono assumere un ruolo centrale. In particolare, il popolo iracheno deve poter decidere del proprio futuro politico e riassumere il controllo delle risorse del paese. A tal fine, auspico che i membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si accordino rapidamente per ottenere un mandato delle Nazioni Unite sull´Irak che soddisfi tali condizioni. Una nuova legittimazione multilaterale é fondamentale e corrisponde agli interessi degli Stati Uniti, dell´Europa e del Medio Oriente. Tale legittimazione potrebbe veramente attenuare le tensioni e le paure del popolo iracheno e porre le basi per l´avvio di una nuova fase politica in tutta la regione a Est del giordano. E´ chiaro poi che la pace e la sicurezza della regione e del mondo potranno venire garantiti solo attraverso il consolidamento del rapporto, tra Europa e Stati Uniti, su una base di parità e reciproco rispetto".  
   
 

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