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Notiziario Marketpress di Lunedì 26 Maggio 2003
 
   
  TAVOLA ROTONDA A VERONAFIERE L´ALLARGAMENTO AD EST, UN´OPPORTUNITA´ PER L´AGROALIMENTARE ITALIANO

 
   
  Verona, 26 maggio 2003 - L´imminente ingresso nell´Unione Europea di altri dieci Paesi, per la maggior parte dell´est europeo, è stato fino ad oggi vissuto dai diversi settori produttivi italiani più come un grave rischio che una possibile opportunità. Una interessante Tavola rotonda, svoltasi venerdì 23 maggio alla Fiera di Verona - nell´ambito di Eurocarne, Salone internazionale delle tecnologie per la lavorazione, conservazione e distribuzione delle carni - ha cercato di invertire questo approccio e così sono state presentate alcune proposte concrete per trasformare questo allargamento in una nuova importante opportunità per l´agroalimentare del nostro Paese. "Noi siamo convinti - ha detto Claudio Valente, del Consiglio di amministrazione di Veronafiere - che l´Unione Europea a 25 possa rappresentare un´occasione importante per il nostro Paese e le 9 iniziative fieristiche del nostro ente specializzate nel settore dell´agroalimentare, hanno tra gli obiettivi principali proprio quello di mettere in relazione i diversi operatori internazionali delle filiere produttive e creare, così, importanti occasioni di partnership". Verona si candida così, attraverso la sua importante Fiera, a diventare sempre di più uno dei principali collettori di progetti e di iniziative per aiutare le imprese italiane ad individuare i partner ideali anche nell´Est europeo. "Verona rappresenta sicuramente uno dei centri agroalimentari più importanti a livello internazionale - ha spiegato Valente - con una produzione lorda vendibile agricola di oltre 500 milioni di euro (la più consistente a livello nazionale) e sempre a Verona si realizza il 10% della plv relativa alla filiera della carne". Per migliorare la struttura e i servizi, il nuovo consiglio di amministrazione di Veronafiere ha stanziato ulteriori investimenti per oltre 50 milioni di euro. Ma la Tavola rotonda è stata una importante occasione per conoscere meglio cosa oggi rappresentano sul versante agroalimentare, e zootecnico, in particolare, i nuovi 10 Paesi che entreranno a far parte dell´Unione Europea e quali finanziamenti e risorse sono utilizzabili dalle nostre imprese per entrare su questi nuovi mercati. "In termini complessivi - ha detto Diego Begalli, docente di marketing in progetti alimentari dell´Università di Verona - l´ampliamento dell´Ue a 25 Paesi ci porterà a 450 milioni di abitanti e ad un prodotto interno lordo di 10 miliardi di euro". Ma è sicuramente il settore agroalimentare quello che subirà il maggiore impatto da questi nuovi ingressi, "basti pensare - ha sottolineato Giancarlo Conta, assessore alle politiche agricole della Regione Veneto - che solo in Polonia oggi sono attivi la metà degli agricoltori di tutta l´Unione Europea attuale". E se si considera solo la zootecnia, i 10 Paesi che entreranno nell´Ue rappresentano un patrimonio zootecnico (bovini, suini e ovicaprini) di circa 45 milioni di capi. "La Regione Veneto, comunque - ha aggiunto Conta - da tempo si è attivata per trovare forme di collaborazione con alcuni di questi Paesi. Ad esempio è stato attivato un importante accordo con l´Ungheria per la bonifica di una larga area di terreno agricolo del loro Paese; come pure nel settore della pesca abbiamo avviato da un po´ di tempo un´importante collaborazione con tutti i Paesi costieri dell´ex Yugoslavia per la manutenzione ambientale dell´alto Adriatico e per la valorizzazione dei prodotti della pesca". Il Veneto è indubbiamente tra le Regioni più attive nello sviluppare forme di partnership con i Paesi dell´est candidati ad entrare nell´Ue e questo anche grazie all´essere riusciti ad intercettare numerose opportunità finanziarie offerte da Bruxelles. In questa direzione si inseriscono, in particolare, tre programmi di assistenza dell´Ue, denominati Phare, Ispa e Sapard, che hanno l´obiettivo di sostenere gli investimenti in trasporti, infrastrutture, in agricoltura e sviluppo rurale di imprese venete nell´est europeo. "Si tratta di strumenti molto importanti - ha sottolineato Gian Angelo Bellati, dell´Eurosportello Veneto - che hanno una dotazione finanziaria complessiva di circa 3.000 milioni di euro". E sempre con l´ottica di avvicinare le imprese venete ai potenziali partner dell´est europeo, l´Eurosportello Veneto ha organizzato, per i giorni 24 e 25 novembre prossimi, un importante incontro multilaterale al quale parteciperanno oltre 500 imprese (per ulteriori informazioni rivolgersi all´indirizzo internet www.Eicveneto.it). Ma l´Italia, purtroppo, continua ad attingere troppo poco alle opportunità finanziarie offerte dall´Unione Europea. "Perdiamo troppe opportunità - ha evidenziato Christian Sottana, della direzione di Bruxelles di Veneto in Europa per lo sviluppo dei Balcani - e ci facciamo scavalcare in molti progetti dai Paesi del nord Europa, Germania e Francia in primis". Importante il contributo offerto alla Tavola rotonda da Daniele Tollin, presidente della Marco Polo Trading & Consultino srl, società impegnata in questi anni proprio nella progettazione di accordi di partnership con imprese dell´est europeo. Tollin è convinto che una grande opportunità per le imprese agroalimentari italiane derivi dalla possibilità di esportare la cultura delle produzioni tipiche di qualità in Paesi che registrano ancora un notevole ritardo dal punto di vista tecnologico e strutturale. "Nessun Paese più del nostro - ha detto Tollin - è oggi in grado di esportare tecnologie e know-how per migliorare gli standard qualitativi di produzione di Paesi ancora arretrati in questo senso. Ed è questa l´opportunità migliore sia per evitare le importazioni di prodotti di scarso livello igienico-sanitario che di creare le basi per poter esportare le nostre produzioni di qualità. Ma per far questo è necessario aiutare questi nuovi Paesi dell´Ue ad investire nelle loro produzioni tipiche". Di produzioni tipiche si è occupato anche l´onorevole Luca Bellotti, componente del Comitato biologico del Ministero delle politiche agricole e forestale che, concludendo la Tavola rotonda, ha sottolineato come le dop e le igp e in generale tutte le produzioni marchiate e certificate del nostro Paese, seppur importanti "rappresentano solo il 10% della plv agricola del nostro Paese". "Possono essere un importante traino del made in Italy ma si devono pensare formule in grado di tutelare il rimanente 90% della nostra agricoltura che altrimenti rischia di scomparire". "Dobbiamo difenderci - ha concluso Bellotti - anche dalle recenti aggressioni commerciali degli Usa che sia attraverso una politica di liberalizzazione degli ogm in tutto il mondo che nel non riconoscimento delle produzioni europee marchiate (dop e igp) sta minando gravemente le basi sulle quali fino ad oggi i Paesi dell´Unione Europea hanno potuto difendere e valorizzare i propri prodotti".  
   
 

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