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Notiziario Marketpress di Martedì 27 Maggio 2003
 
   
  FORUM NORVEGESE SUL RUOLO DELLA RICERCA NELLA PROMOZIONE DELLE ENERGIE SOSTENIBILI

 
   
  Bruxelles, 27 maggio 2003 - Alla luce della perdurante dipendenza dei paesi industrializzati dall´energia da combustibili fossili, prevista per il prossimo futuro, e del crescente fabbisogno energetico nei paesi in via di sviluppo, il 22 maggio si sono aperti a Bruxelles i lavori di un forum organizzato dalla Missione norvegese presso l´Ue, al fine di esaminare il ruolo della ricerca nella promozione dei sistemi di energia sostenibile. Inserendo l´argomento nel contesto del settore energetico norvegese, Odd S. Haraldsen, direttore generale aggiunto presso il ministero norvegese del Petrolio e dell´Energia, ha affermato che le nuove tecnologie potrebbero rappresentare un fattore determinante nella ricerca di soluzioni sostenibili alle sfide imposte all´industria energetica norvegese. Vista l´abbondanza di risorse energetiche naturali in Norvegia, Haraldsen ritiene che il suo paese possa fungere da banco di prova per le tecnologie innovative e relative alle energie sostenibili, soprattutto in ambiti quali l´estrazione offshore del petrolio ed il sequestro del carbonio. Haraldsen ha annunciato che il governo norvegese si appresta a nominare un gruppo di esperti incaricati di coordinare la ricerca sui metodi di produzione, stoccaggio, distribuzione ed utilizzo dell´idrogeno. Egli ha dichiarato che il gruppo individuerà altresì possibili aree di collaborazione con l´Ue ed altri paesi nel settore della ricerca e ha definito la partecipazione della Norvegia ai programmi quadro di ricerca comunitari, a fianco delle attività nazionali, un´eccellente base per i futuri progressi nella produzione e nell´utilizzo dell´energia sostenibile. Nel definire i meccanismi e le politiche di promozione delle energie sostenibili a livello comunitario, Angel Perez Sainz, capo unità presso la Dg Ricerca della Commissione, ha sottolineato altresì il contributo fornito dal sesto programma quadro (6Pq). Dotato di un bilancio di 17,5 miliardi di euro, per un periodo di quattro anni, il 6Pq rappresenta soltanto il cinque per cento della spesa totale dell´Ue per la ricerca e pertanto, come ha sottolineato Sainz, le sue risorse saranno destinate ad un numero ristretto di settori chiave, quali ad esempio l´utilizzo più efficiente dei combustibili fossili, il sequestro del biossido di carbonio (Co2), l´idrogeno e la tecnologia della pila a combustibile. William Gillett, capo unità aggiunto presso la Dg Energia e Trasporti della Commissione, ha ribadito questo concetto sostenendo che le limitate risorse a disposizione della ricerca, a livello comunitario, saranno destinate prevalentemente a "progetti ´faro´: vale a dire, progetti dimostrativi ad alta visibilità, in grado di stimolare la domanda generale di tecnologie e soluzioni ad efficienza energetica". Gillett ha sottolineato altresì l´importanza di avviare programmi "soft", parallelamente alle iniziative di ricerca su base tecnologica, incentrati soprattutto sulla gestione del passaggio dei prodotti innovativi ad un mercato più ampio, evitando il ricorso a sussidi che, a suo avviso, "sono insostenibili nel lungo termine". La capacità di cooperazione internazionale nell´ambito del 6Pq e dello Spazio europeo della ricerca (Ser), secondo Gillett, è uno strumento chiave, non soltanto per massimizzare l´impatto globale delle iniziative comunitarie, ma anche per far sì che l´Ue possa trarre beneficio dalle attività intraprese in altri paesi del mondo. Il tema della cooperazione internazionale è stato sollevato dall´eurodeputato svedese Anders Wijkman, secondo il quale le iniziative dell´Ue nel settore dell´energia sostenibile potrebbero risultare efficaci soltanto nel caso in cui riuscissero a ridurre la domanda energetica in tutto il mondo. "È nel nostro interesse garantire che i paesi in via di sviluppo raggiungano una maggiore efficienza energetica poiché, in caso contrario, le iniziative intraprese nei paesi industrializzati eserciterebbero un modesto impatto complessivo", ha aggiunto Wijkman. Egli ha sottolineato che, negli Stati membri dell´Agenzia internazionale dell´energia (Aie), i finanziamenti per la ricerca energetica sono stati dimezzati negli ultimi 20 anni. Egli ha proseguito affermando che, se da un lato la ricerca sulle fonti energetiche rinnovabili e sull´efficienza energetica ha rappresentato il 26 per cento del finanziamento totale alla ricerca energetica nei paesi Aie, dall´altro i fondi per la ricerca sull´energia nucleare ammontano al 47 per cento. "Si tratta, ovviamente, di una situazione di squilibrio". Secondo Wijkman, pur riducendo del 50 per cento le emissioni di Co2, con un risparmio di costi pari al 30 per cento per il settore energetico, un approccio efficiente all´utilizzo ed alla produzione di energia eserciterebbe un effetto complessivo trascurabile sulla competitività europea. Al fine di inserire l´efficienza energetica fra i valori essenziali dell´Ue, Wijkman ha proposto di includere nel processo di Lisbona in materia di competitività l´obiettivo di ridurre il consumo energetico del 2,5 per cento l´anno. In conclusione, Wijkman ha sottolineato il ruolo svolto dalle istituzioni e dai responsabili politici europei nel sostenere un approccio più efficiente alla produzione e al consumo energetico, nel contesto di un mercato comunitario dell´energia liberalizzato. "Dobbiamo sfidare l´egemonia di mercato. Il mercato aperto può essere valido per diversi aspetti, ma non quando si tratta di affrontare questioni quali lo sviluppo sostenibile", ha concluso Wijkman.  
   
 

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