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Notiziario Marketpress di Giovedì 29 Maggio 2003
 
   
  NELL´ANNO EUROPEO DEL DISABILE, LA GRANDE INNOVAZIONE TECNOLOGICA: IL GINOCCHIO ELETTRONICO C-LEG

 
   
  In occasione dell´anno europeo del disabile, Otto Bock, leader mondiale nella produzione di protesi ad alta tecnologia, lancia una campagna di informazione per comunicare e dimostrare l´evidenza dei benefici psico-fisici che ricevono i pazienti amputati dalle protesi di ultima generazione, nello specifico quelle dell´arto inferiore. Per sensibilizzare l´opinione pubblica e le istituzioni, Otto Bock, si è valsa della collaborazione di alcuni esperti del Centro I.n.a.i.l di Budrio (Bo), centro all´avanguardia in Italia per la cura e la riabilitazione di pazienti amputati e di due giovani donne che, grazie a queste soluzioni di ultima generazione, hanno recuperato la propria vita normale. Ogni anno, in Italia, 4.000 persone subiscono un´amputazione di arto inferiore all´altezza del femore per malattie vascolari, malattie infiammatorie e tumori (80%), incidenti (20%) e correzioni delle malformazioni congenite (dati Inail 1999-2002). Questi pazienti, soprattutto se giovani, oltre al trauma fisico incorrono in un forte shock a livello psicologico e sociale: dopo il lungo e complesso recupero della deambulazione, il soggetto amputato vede spesso compromessa la propria quotidianità, privata e professionale, per la perdita improvvisa di autonomia, sicurezza, libertà e naturalezza del movimento. Da sempre impegnata nella ricerca e nello sviluppo di nuove soluzioni tecnologiche, nel 1997 Otto Bock aveva presentato al Congresso Mondiale di Ortopedia di Norimberga un prototipo che ha poi consentito di rivoluzionare completamente le protesi di arto inferiore grazie all´introduzione dell´elettronica. Il ginocchio elettronico, figlio del ginocchio polifunzionale a controllo meccanico, si muove grazie ad un sistema idraulico comandato da un software in grado di "leggere" il terreno. "Quando il paziente compie il passo" - spiega l´Ing. Verni, Responsabile Tecnico per le protesi di arto inferiore del Centro Protesi I.n.a.i.l - "i sensori, posti nel tubo che collega il piede al ginocchio, raccolgono le informazioni del terreno (salita, discesa, terreno sconnesso, scale, ...) e le trasmettono ad un microprocessore posizionato dentro al ginocchio, il quale le elabora e dà alla parte meccanica le istruzioni di movimento: flessione, estensione, cambio di velocità del passo". Il paziente può passare dalla camminata lenta a quella veloce senza dover "pensare" di farlo, perché il microprocessore "pensa" per lui facendo sì che il ginocchio sia in estensione quando il piede è in appoggio e modificando il movimento se il terreno è sconnesso. Il rischio di caduta si riduce notevolmente: se l´amputato inciampa, l´elettronica del ginocchio impedisce che la protesi si pieghi sotto di lui. Rispetto alle altre protesi, il ginocchio elettronico restituisce naturalezza al passo, si adatta alle necessità fisiche dei pazienti - altezza, età e peso - e al tipo di vita che svolgono. Questo aspetto rivoluziona le possibilità di reinserimento del paziente nel proprio contesto privato e professionale, conferendo un evidente beneficio a livello psicologico e sociale: questa protesi permette di stare in piedi per molte ore, muoversi autonomamente affrontando con serenità barriere architettoniche e imprevisti. Grazie alla sofisticata tecnologia del ginocchio elettronico, Curtis Grimsley, che si trovava nel suo ufficio al 70° piano delle Torri Gemelle, si è salvato dall´inferno dell´11 settembre. "Ho guardato fuori dalla finestra" - racconta Curtis - "e ho visto pezzi di carta volare, ho capito subito cosa stava succedendo, ho iniziato a correre il più velocemente possibile giù per le scale. Il ginocchio elettronico mi ha salvato la vita". Curtis Grimsley, amputato in seguito ad un incidente stradale, con una protesi convenzionale, molto probabilmente, non si sarebbe salvato: infatti, solo il ginocchio elettronico, grazie al microprocessore, che ha al suo interno, permette di scendere e salire le scale alternando gamba destra e sinistra e di adattarsi alle diverse velocità di deambulazione e al terreno. Angela ha 33 anni, cinque anni fa ha perso la gamba in un incidente. "Rispetto alle protesi che utilizzavo prima" - racconta Angela - "faccio molta meno fatica, sono più sciolta e più veloce nel compiere i passi, perché il ginocchio elettronico pensa per me e non devo più concentrarmi sul movimento". "Inoltre" - prosegue Angela - "riesco a scendere e a salire le scale cosa che prima non riuscivo a fare, posso utilizzare tranquillamente autobus e metropolitana e svolgo con il minimo sforzo tutte le azioni della vita quotidiana". Naturalezza del passo, indipendenza e sicurezza restituiscono al paziente la propria vita così come veniva condotta prima dell´evento traumatico. "Prima dell´incidente - racconta Angela - vivevo con la mia famiglia e lavoravo come impiegata. Adesso abito da sola e in questi quattro anni mi sono profondamente appassionata al mio lavoro". Oggi Angela è responsabile del personale in un´azienda di Information Technology, dove tiene corsi di formazione viaggiando spesso in giro per l´Italia. Paola ha avuto un incidente all´età di 16 anni, oggi ha 38 anni e lavora con il marito in una società di rappresentanza. Quattro anni fa le è stato applicato il ginocchio elettronico. "In novembre mi è stato applicato il ginocchio elettronico" - racconta Paola - "il mese successivo con una coppia di amici sono stata per 4 giorni a Parigi. Ho potuto così verificare" - continua Paola - "l´efficacia e la validità del ginocchio elettronico in quanto senza affaticarmi eccessivamente ho potuto girare la città, in metro e in bus e visitare diverse mostre, mantenendo il ritmo dei miei compagni." Il ginocchio elettronico permette di camminare speditamente, sciare, pattinare, andare in bicicletta e ballare. L´amputato può quindi grazie a questa protesi muoversi serenamente nella vita di tutti i giorni. Le indubbie proprietà del ginocchio elettronico hanno determinato l´ambito riconoscimento dalla Fda (Food and Drug Admistration) che l´ha incluso tra i prodotti medicali ammessi nel nomenclatore tariffario americano. In Italia, invece, dove il nomenclatore è fermo al 1992 (con una piccola revisione del 1999), l´applicazione di questa protesi non è contemplata dal Servizio Sanitario Nazionale. Nel nostro paese, a differenza di Austria e Germania dove il paziente riceve un rimborso totale, questa protesi è in gran parte a carico dell´assistito. Il costo che il paziente deve sostenere è di circa 15.000 €.  
   
 

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