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Notiziario Marketpress di Venerdì 06 Giugno 2003
 
   
  FESTATE - 13° FESTIVAL DI MUSICHE E CULTURE DEL MONDO

 
   
  Il Brasile in piazza a Chiasso e una mostra di strumenti etnici a Como Al ritmo di samba e bossanova torna in piazza Festate, il festival di culture e musiche del mondo organizzato dal Comune di Chiasso con il sostegno di numerosi sponsor tra cui la Direzione dello sviluppo e della cooperazione Dsc e la Provincia di Como, assessorato alla Cultura. La tredicesima edizione del festival, che si conferma una delle manifestazioni multietniche più interessanti e seguite nella Svizzera Italiana e nella regione insubrica, aprirà giovedì 12 giugno, facendo risuonare Chiasso e la vicina Italia delle note suadenti e dei ritmi travolgenti del Brasile ma non solo, per ben tre giorni. Un´occasione per conoscere o riscoprire gli antichi suoni e le nuove tendenze di una tradizione musicale che ha saputo mescolare i contributi provenienti da culture diverse e lontane tra loro: gli indiani autoctoni, con i loro flauti di legno, i portoghesi conquistatori, cantanti e suonatori di viola, e gli africani schiavizzati, con i loro eccitanti ritmi. Perché la scelta del Brasile? E´ un paese spiccatamente musicale, che ha espresso sound diversi tra loro, dalla musica classica al samba, dalla bossanova (che mescola samba e jazz nordamericano) alla musica internazionale di "tropicalisti" come Caetano Veloso, Gilberto Gil e Gal Costa, che miscelano ritmi nazionali, rock´n´roll e musica internazionale e latinoamericana, ma anche Paese che sta vivendo una nuova ed interessante situazione storico politica, con l´arrivo del presidente Lula. Dopo aver ospitato artisti come Mory Kante, Negresses Vertes, Rachid Taha, Zebda, Femi Kuti, Goran Bregovic, il festival porterà anche quest´anno a Chiasso alcuni tra i protagonisti della scena musicale internazionale. Soltanto di un giorno li precederà l´inaugurazione (alle ore 18) della mostra di strumenti musicali etnici "I suoni dell´Africa"che sarà allestita al Conservatorio di Como da mercoledì 11 giugno a sabato 5 luglio. Nella mostra saranno esposti 115 strumenti africani provenienti sia dalle regioni Subsahariane (Africa nera), sia dalle regioni del Maghreb (Marocco, Tunisia, Algeria, Libia, Egitto). Tutti gli strumenti sono costituiti da materiali di origine naturale. Le tecniche costruttive utilizzate rivelano sempre una grande abilità artigianale, felici intuizioni creative e soluzioni tecnologiche complesse sia dal punto di vista dell´acustica sia dal punto di vista musicale: lamelle, conchiglie e risuonatori di vario genere hanno il duplice scopo di soddisfare il gusto estetico e di arricchire contemporaneamente il timbro dei vari strumenti fino a farne oggetti unici e irripetibili. Le forme sono spesso riconducibili a lontani prototipi, ma allo stesso tempo rappresentano il frutto degli autonomi percorsi creativi di singole comunità o, al limite, del singolo artista. In molti casi si tratta di oggetti di uso quotidiano, che si sono trasformati, attraverso il lavoro, la creatività e il genio dell´uomo, in oggetti sonori e in strumenti musicali. Incontrare la musica africana attraverso i suoi strumenti significa allora incontrare la cultura di questi popoli, le loro capacità e abilità tecniche, i loro valori estetici e rituali, l´originalità della loro visione del mondo. Ogni strumento apre a storie e mondi differenti, racconta di incontri e di reciproche influenze; testimonia di percorsi tecnici e poetici unici. Gli strumenti sono raccolti nelle quattro grandi categorie che li classificano: cordofoni (strumenti che suonano per la messa in vibrazione di una o più corde tese tra due punti fissi); membranofoni (strumenti basati sulla vibrazione di membrane sottoposte a tensione e percosse); idiofoni (strumenti costituiti da un corpo solido elastico in cui il suono si produce per la messa in vibrazione del corpo stesso dello strumento); aerofoni (strumenti nei quali la principale parte vibrante è costituita dall´aria). La mostra, che sarà aperta dal lunedì al sabato, dalle 8 alle 20, è organizzata a cura dell´associazione "Solidea- Cosv". Ecco dunque il programma di Festate, che, come sua caratteristica, ama accostare, accanto a mitiche personalità della world music, autentiche scoperte, scegliendo tra il meglio che il panorama internazionale può offrire in questo ambito: Giovedì 12 giugno alle 20.30, Vinicius Cantuaria e il suo quintetto saranno i protagonisti della prima serata, l´ormai tradizionale spettacolo in anteprima che da qualche anno si tiene al Cinema Teatro di Chiasso: ascoltare il "re" della nova bossa sarà un´ottima maniera per pregustare tutto quello che si scatenerà in piazza nei tre giorni seguenti. Nel vivo del festival si entrerà venerdì 13 giugno a partire dalle 20.30, in piazza del Municipio: sul palco si alterneranno gruppi molto diversi e lontani tra loro sia come sonorità che come provenienza geografica: la senegalese Orchestra Baobab, i Capercaillie dalla Scozia e i Los de Abajo direttamente da Città del Messico. Sabato 14 giugno, sempre a partire dalle 20.30, il festival si tingerà dei colori del Brasile: ad esibirsi sarà infatti una interessante e originale realtà musicale brasiliana, Mundo Livre. Oltre a loro anche Çar Newa dalla Turchia e gli spagnoli Ojos de Brujo. A partire dal pomeriggio, invece, mercatini delle associazioni di volontariato, cucina etnica a volontà e animazioni per tutti. Ma ci saranno anche momenti di approfondimento e riflessione socio-culturale a Festate, con un convegno che si terrà sabato 7 giugno, dal titolo "Brasile: terra rossa, cielo blu. Forum sui cambiamenti socio-politici del Brasile contemporaneo", perché il Festival non sia soltanto un momento di svago ma anche una occasione di riflessione su ciò che accade nel pianeta. E su ciò che l´Europa può imparare, perché il Brasile in questi ultimi tempi, dai forum sociali di Porto Alegre all´elezione di Lula, ha rivelato al mondo tutta la ricchezza e la vivacità della sua società civile. E costituisce un esempio interessante di fusione tra umanitarismo cattolico, liberale e socialista che potrebbe essere uno spunto prezioso per la crescita sociale e per il futuro della democrazia (info +41-91-6950837). Programma Giovedì 12 giugno, Cinema Teatro di Chiasso, alle 20.30 Vinicius Cantuária (Brasile) È il musicista dei musicisti. È il pioniere della post-bossa nova. E forse non tutti sanno che il primo successo d´oro (un milione di copie vendute) di Caetano Veloso l´ha scritto lui. È Vinicius Cantuária, quintessenza della nuova musica brasiliana. "La mia musica ha bisogno di cambiamenti. Ha bisogno di parlare a nuove genti per essere libera di sperimentare". Elementi classici, jazz, minimalisti, etnici costellano le sue canzoni. Così come la sua musica è costellata di collaborazioni eccellenti: Bill Frisell, Sean Lennon, Laurie Anderson, David Byrne, Caetano Veloso, Marc Johnson, Marc Ribot, Brad Mehldau. Si odono sonorità nuove nella musica di Vinicius Cantuária ma le radici penetrano pur sempre in profondità nella tradizione della bossa più classica e non a caso Vinicius cita spesso Tom Jobim quale sua ispirazione primaria. Questa sinergia tra tradizione e innovazione lui dice di trovarla con più facilità lontano dalla sua terra natìa, a New York dove ora vive: "qui mi prende la nostalgia e sono ispirato a fare una musica che è ancora più brasiliana. Diciamo che divento più brasiliano quando sono lontano dal Brasile". Entrata: primi posti 30.- frs / ridotti 25 .- frs (20 euro /ridotti 17 euro); secondi posti 25.- frs / ridotti 20.- frs (17 euro / ridotti 14 euro) Ridotti: studenti, avs/ai, euro<26, membri cts Venerdì 13 giugno, Piazza del Municipio di Chiasso, dalle 20.30 Orchestra Baobab (Senegal) Il nome è stato profetico. Come il grande albero sacro africano anche l´Orchestra Baobab ha resistito agli anni e al trascorrere delle mode musicali. E così, dopo un lungo periodo di totale inattività, eccola ritornare come uno dei più interessanti e celebrati fenomeni musicali sulla scena mondiale. Durante gli anni Settanta fu regina incontrastata della musica pop del Senegal e dell´intera Africa occidentale, spianando la strada proprio a quel Youssou N´dour che poi con gli scatenati ritmi mbalax del nord del paese si rivelò nemesi impietosa. La musica dell´Orchestra Baobab vanta da sempre due qualità distintive: l´influenza della musica cubana e l´integrazione di tutti gli stili musicali del Senegal. Fu proprio questa sua musica eclettica, con i suoi sapori e profumi cubani, ad ispirare la produzione di uno dei più grandi successi di "world music", l´iperglorificato Buena Vista Social Club. Ora, dopo una pausa sabbatica durata 20 anni, l´Orchestra Baobab ritorna con una proposta tanto in linea con il suo stile e la sua tradizione quanto attuale, che gli ha fruttato il prestigioso premio della critica ai Bbc World Music Awards. E di nuovo all´ombra del grande albero sacro si ballano i più bei ritmi e le più belle melodie dell´Africa occidentale. La serata continuerà fino a tarda notte, e saranno molte le sorprese! Capercaillie (Scozia) Un ruscello che si srotola nella landa. Uno specchio d´acqua, lontano, nerissimo, solitario, nel verde intenso dei prati. E nuvole, incombenti, nerissime, che maculano il blu di un cielo forse ancora più incombente. Non ci sono alberi ma una voce che si staglia nel vento, più limpida di un cristallo. È la voce di Karen Matheson, "la più raffinata cantante gaelica vivente". Canta le canzoni che ha imparato dalla nonna sulle isole Ebridi quando era ancora bambina. Sono melodie antichissime, alcune vecchie di oltre 400 anni, che sgorgano dalla torba delle Highlands scozzesi e che Karen e il suo gruppo Capercaillie riportano a nuova vita. Le resuscitano e ne mantengono intatta la magia con i suoni di cornamusa, flauto, violino e soprattutto con la voce di Karen. Ma le vestono anche con sonorità moderne. Le decorano con la tecnologia, con i colori dei sintetizzatori. Le fondono con i ritmi e le vocalità di altre lontanissime culture musicali. Questa è la proposta di Capercaillie: non filologia bensì innovazione, proiezione nel futuro. Ma non ci sono mai effetti speciali fini a se stessi: sempre sono integrati in una naturale fioritura musicale. Vent´anni di carriera, numerosi dischi con altrettanti premi e riconoscimenti, importanti collaborazioni (anche nel mondo del cinema) hanno fatto di Capercaillie il gruppo più prestigioso della nuova musica celtica. Los De Abajo (Messico) Libertà. Identità. Uguaglianza. Ecco le tre parole chiave del manifesto politico-musicale di Los De Abajo, la band più atipica della scena rock del Messico odierno. "Quelli di sotto" sono fermamente convinti che i cambiamenti vengano dal basso. Per questo hanno rubato il loro nome all´omonimo racconto di Mariano Azuela che prende spunto dal coinvolgimento dei campesinos alla rivoluzione messicana. Hanno iniziato in quattro, dieci anni fa, con una semplice proposta di latin-ska. Poi hanno propagato il loro "ideale rivoluzionario" ad altri musicisti, lo hanno allargato ad altri generi musicali. Hanno scoperto altre culture musicali ma soprattutto hanno riscoperto la loro identità messicana. Ora sono in dieci. Suonano una musica caleidoscopica che trascende qualsiasi frontiera di razzismo. Una musica che abbraccia i caldi ritmi latini, cumbia salsa rumba, ma anche il raï e il reggae. Una musica che sposa le melodie delle trombe mariachi e del son jarocho con l´energia del rock. Insomma, offrono una miscela di ska ´n´ salsa e rock ´n´ raï, alla Manu Chao per intenderci, premiata proprio quest´anno con il Bbc World Music Award come miglior proposta d´America. Ma sempre fedeli al loro impegno di attivismo politico, cantano in favore degli oppressi, suonano per i "los de abajo" del Messico e del mondo intero. Entrata 10.-frs (7 euro) per l´intera serata. Sabato 14 giugno, Piazza del Municipio di Chiasso, dalle 15 Oasi Mercatino-esposizione delle associazioni umanitarie e di aiuto allo sviluppo e delle comunità di stranieri residenti in Ticino. Con animazioni per i più piccoli e cucina etnica a tutte le ore. Dalle 16.30 I Servi Di Scena, Teatro La Madrugada (Milano) La Parata di Sua Maestà Nera Spettacolo itinerante in cui nove attori, due assistenti in costume e quattro percussionisti portano in strada i ritmi, i colori, le danze, i canti del mondo haitiano, ed evocano gli eventi della storia dell´isola di Haiti ai tempi del dominio francese, della rivolta degli schiavi e dell´ascesa al potere del Re nero Henri Christophe. Un´immersione in un mondo colorato e pulsante che evoca alcuni momenti della storia di Haiti e ci avvicina ad un universo culturale di grande profondità e bellezza. In Piazza del Municipio e lungo il Corso S. Gottardo gli attori faranno rivivere -al ritmo delle percussioni- i personaggi storici della storia di Haiti: da Dessalines, Bouckmann, Toussaint, i capi della rivolta, a Paolina Bonaparte, nipote di Napoleone; la regina Marie-louise, moglie di Christophe; Henri Christophe in persona, nei panni di un grande pupazzo manovrato dal barone Vastey, suo segretario; Cécile Fatiman, mambo (officiante) del voudou; e due loa femminili, spiriti del vasto mondo voudou: Mama Bois e Madame Brigitte. Sabato 14 giugno, Piazza del Municipio di Chiasso, dalle 20.30 Çar Newa (Turchia) C´era una volta una musica che raccontava di storie d´amore, di imprese epiche e di fervore religioso. C´era una volta una musica che raccontava della sofferenza di un popolo che credeva di avere il diritto di esistere, di vivere unito. C´era una volta... Ma i curdi sono un popolo fiero. Non si arrendono e nonostante la loro cultura sia stata e sia tuttora schiacciata e repressa in ogni sua forma, i curdi lottano per poter raccontare la loro storia passata e la loro tragedia attuale. E così anche la loro musica sopravvive. Certo cambia, si evolve, allarga il suo strumentario, si elettrifica, ma pur sempre resta ancorata alle sue radici. Ecco quindi che tre bardi curdi mettono a frutto le loro lunghe esperienze musicali, "clandestine" in patria e da esuli in Europa, e formano il gruppo Çar Newa. Le "quattro melodie" (questo significa il loro nome) cantano le tradizioni, le gioie, i drammi del loro popolo per il loro popolo ma si aprono anche all´occidente. Registrano dischi e videoclips, cercano nuove vie per far sentire la loro voce, sperimentano modi moderni per far ascoltare la loro musica: per gridare al mondo intero che i curdi esistono. Ojos De Brujo (Spagna) L´idea fu, fin dall´inizio, quella di fare musica partendo da una base di flamenco e allargarsi a differenti altri stili. Un´idea che nacque nel 1990 quando il chitarrista Ramón Giménez e il bassista Juanlu el Canijo iniziarono a suonare assieme. La svolta avviene 6 anni dopo a Barcellona durante delle jam sessions con diversi altri musicisti che lavorano a vari progetti. Questa collaborazione di "indipendenti" si concretizza in "Vengue" un disco pubblicato nel 2000 dalla Edel Records. Si tratta ancora di "rumba gitana"che però contiene già i germogli di una nuova musica più multiculturale. Il grande successo del disco convince i musicisti a costituire il progetto Ojos De Brujo come un vero e proprio gruppo e soprattutto a liberarsi dai vincoli dei discografici. Così con un´etichetta propria arriva anche la possibilità di fare una musica davvero libera. Libera di sperimentare, di fondere, di integrare, di maturare un secondo disco. "Barí", dello scorso anno, testimonia infatti un lavoro affrancato da qualsiasi inibizione stilistica. È un viaggio a tappe tra scratch-rumba, reggae-tango, funky-bulería, zambra elettronica, jip-jop-tango, tabla hindu, chitarre flamenco e percussioni elettroniche. È musica di strada urbana e soprattutto vitale. Mundo Livre S/a (Brasile) Oramai nessuno crede più che la musica brasiliana è soltanto il "tropicalismo" di Caetano Veloso e Gilberto Gil. Il movimento Mango Beat ha contribuito in maniera indiscutibile a scuotere, finanche a stravolgere l´attuale scena musicale del grande paese sudamericano. All´inizio degli anni 90, l´amore per la musica e l´insoddisfazione ha incoraggiato alcuni artisti a cercare di render più dinamica la cultura del proprio paese e in particolare della propria città, Recife, detta "la quarta peggior città del mondo". Zero Quatro, chitarrista e cantante del gruppo Mundo Livre, è l´autore di due manifesti di questo movimento. Il suo obiettivo è di creare una scena artistica tanto "biodiversificata" quanto le mangrovie e l´intero ecosistema che circonda i quartieri e le terre dove lui e i suoi compagni sono cresciuti, nel nordest del Brasile. Dopo le esperienze negli anni Ottanta di tentativi d´attualizzare la samba e gli altri ritmi tradizionali con il Punk e l´Hip Hop, è proprio la persistente insoddisfazione in una realtà culturale ancora e sempre stereotipata, anzi sterile e infangata nel provincialismo più deteriore, che spinge Zero Quatro e Mundo Livre a ribadire la loro denuncia, a proseguire la loro ricerca di una nuova musica popolare brasiliana. Infolink: www.festate.ch    
   
 

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