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Notiziario Marketpress di Giovedì 19 Giugno 2003
 
   
  ROMANO PRODI PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA PRESENTAZIONE DEL CONSIGLIO EUROPEO DI SALONICCO

 
   
  Bruxelles, 19 giugno 2003 - Di seguito la relazione di Prodi tenuta nel corso della conferenza stampa di ieri per la presentazione del consiglio europeo di Salonicco: "Signore e signori, il Consiglio europeo di Salonicco che avrà inizio domani 19 giugno affronta diverse questioni di grande urgenza e rilevanza per l´Europa e la Presidenza greca ci ha aiutato preparando con grande competenza. Sono sicuro che il vertice sarà un successo per tutti. Inizierò con la questione dell´immigrazione, delle frontiere e dell´asilo sulla quale l´Unione deve elaborare una politica comune. Si tratta di una priorità politica di prima grandezza, come confermato anche dalla Convenzione, e di un tema sul quale le aspettative dell´opinione pubblica negli Stati membri sono molto alte. Secondo l´ultimo Eurobarometro, uscito ieri, sette cittadini europei su dieci vogliono che l´Unione europea abbia una politica comune su asilo e immigrazione. Il Consiglio ha ribadito a più riprese che occorre procedere in modo organico. La Commissione condivide pienamente questo approccio che, infatti, ha seguito presentando tre comunicazioni al Consiglio europeo, corredate da una proposta specifica di cooperazione con i paesi terzi. La Commissione è convinta che, visti i progressi di questi anni, sia arrivato il momento di avanzare verso nuovi traguardi per consolidare le basi della nostra politica comune. Farò tre esempi: Il finanziamento comunitario deve portarsi a un livello che, restando compatibile con i margini esistenti, sia all´altezza delle nostre ambizioni politiche. Abbiamo previsto un pacchetto che comprende 140 milioni di euro per la gestione delle frontiere esterne e 250 milioni di euro per la cooperazione con i paesi terzi. Occorre integrare l´attività legislativa rafforzando la cooperazione amministrativa e realizzando le infrastrutture necessarie. Le direttive sul ricongiungimento familiare e sui residenti di lunga durata sono un successo incontestabile della Presidenza greca. Ora dobbiamo proseguire sulla stessa strada e affermare un approccio positivo verso l´immigrazione mettendone in evidenza i vantaggi. L´integrazione degli immigrati regolari deve diventare una priorità comune. Dobbiamo mostrare la stessa volontà politica anche nel campo dell´asilo. Abbiamo lavorato bene e, gradualmente, la prima fase del sistema comune voluto a Tampere si sta realizzando. Mi dispiace sottolineare però che, dopo mesi di intense trattative, non c´è ancora un accordo sulla direttiva che definisce la nozione di rifugiato e che armonizza le forme di protezione sussidiaria. Questo strumento, assieme alla direttiva sulle procedure, è il cuore del sistema comune. È essenziale che la Presidenza italiana consideri prioritaria l´adozione di questi due testi al più tardi entro dicembre per rispettare il calendario fissato a Siviglia. Inoltre, per la politica di riammissione, occorre fare uno sforzo supplementare sulla base di una piena collaborazione da parte dei paesi di provenienza e di transito. Il secondo grande tema del vertice di Salonicco sarà la Convenzione. Il mio auspicio è che il Consiglio europeo stabilisca che il progetto di Costituzione presentato dalla Convenzione sia la base per la Conferenza intergovernativa che avrà inizio a ottobre. Il testo prodotto dalla Convenzione va nella direzione giusta e centra alcuni obiettivi importanti: La sfida della Conferenza intergovernativa sarà quella di migliorare il progetto su due punti chiave: l´estensione del voto a maggioranza e l´architettura istituzionale. La Convenzione ha dimostrato di saper lavorare con efficacia e voglio ringraziare il suo Presidente Giscard d´Estaing per l´abilità con la quale l´ha portata al compromesso finale. A mio avviso, questi sono i risultati più positivi: L´unione europea del futuro sarà meglio attrezzata pergarantire sicurezza e giustizia ai suoi cittadini. La Carta dei diritti fondamentali avrà forza di legge. Questo significa che i diritti di base diventano più visibili e più espliciti per tutti i cittadini. La Commissione rappresenterà l´Unione sulla scena internazionale, tranne che nella Politica estera di sicurezza comune e per l´euro. Cresce così la nostra influenza nel mondo e nel contesto della globalizzazione. Per quanto riguarda la Pesc, avremo un Ministro degli affari esteri dell´Unione che sarà anche vicepresidente della Commissione. La creazione di questa posizione è una innovazione istituzionale importante e la accolgo con grande favore. Il testo della Convenzione semplifica i Trattati attuali e chiarisce i poteri dell´Unione e degli Stati membri. Tuttavia, su alcuni punti la Convenzione non ha prodotto risultati soddisfacenti. Purtroppo per un gran numero di decisioni è stato mantenuto il diritto di veto . Su questo punto voglio parlare con grande chiarezza: accettare la regola dell´unanimità significa accettare che non si prenderà nessuna decisione. Il diritto di veto porta l´Unione europea alla paralisi. Più volte ho messo in guardia dal rischio di creare centri di potere in conflitto fra loro riguardo all´esecuzione delle politiche dell´Unione. Non sono sicuro che l´elenco che specifica le funzioni del nuovo Chair del Consiglio europeo elimini completamente il rischio di creare un doppione per le funzioni esecutive. Se al Consiglio europeo occorre un Chair più stabile per operare meglio, allora si devono aggiungere altre salvaguardie per scongiurare questo rischio. Infine, le innovazioni operative proposte per la Commissione dopo il 2009 fanno sorgere qualche timore sull´efficacia di questa istituzione: la Commissione sarà essenziale per un´azione coerente nell´Unione allargata. Finirò con qualche considerazione sulla strategia dell´Unione verso i Balcani occidentali. Il vertice di Salonicco sarà una tappa decisiva in questa strategia. Verrà ribadita la nostra responsabilità verso la regione a la nostra determinazione ad aiutare i paesi che ne fanno parte a diventare membri dell´Unione. L´ho detto spesso e voglio ripeterlo ancora una volta: l´unificazione dell´Europa non sarà completata fino a quando i paesi amici dei Balcani non entreranno nella nostra famiglia. La domanda di adesione presentata dalla Croazia è un segno incoraggiante e lo accolgo con grande piacere. Non posso nascondere che la realizzazione di questo progetto comune richiederà molto lavoro. È per questo che, sulla base della nostra comunicazione dello scorso maggio, abbiamo messo a punto un´Agenda per i Balcani occidentali che i Ministri degli esteri dell´Unione hanno approvato lunedì scorso a Lussemburgo. L´agenda è ampia e ambiziosa: un´agenda comune per un progetto comune. Siamo certi che tutti i paesi della regione sono decisi a fare la loro parte accelerando il processo di riforme. È chiaro che, per metterla in pratica, la nostra agenda richiederà risorse all´altezza delle nostre ambizioni. In questa prospettiva, il nostro pacchetto finanziario per la regione crescerà di 210 milioni di euro nel corso dei prossimi tre anni. Può darsi che ciò non corrisponda esattamente a ciò che noi e i paesi della regione speravamo. Tuttavia abbiamo anche un impegno da parte del Consiglio di sostenere con aiuti finanziari consistenti lo sforzo che i paesi dei Balcani occidentali faranno per avvicinarsi agli standard dell´Unione. Quindi lancio un appello alla regione: andate avanti a lavorare e ´costringeteci´ a darvi più fondi. Per finire, un commento sulla dimensione regionale, che non è affatto una questione retorica ma una necessità assoluta."  
   
 

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