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Notiziario Marketpress di Giovedì 26 Giugno 2003
 
   
  ASSINTEL: APPLICATION MANAGEMENT E OUTSOURCING SI AFFERMA MA CON CRESCITA LENTA IL MERCATO ITALIANO DELL´OUTSOURCING

 
   
  Milano, 26 giugno 2003 - Sono stati presentati ieria Milano, nel corso di un convegno, i risultati di un´indagine Assintel relativa al mercato dell´outsourcing in tutte le sue forme - tecnologiche, applicative e di processo - effettuata nei mesi di aprile e maggio 2003 intervistando i responsabili It di 400 medie e grandi aziende italiane. Il convegno, moderato da Gianni Catalfamo, consigliere Fed, ha illustrato assieme ai rappresentanti di Mate, Oracle, Cortis Lentini e Deloitte Consulting, l´evoluzione del fenomeno outsourcing da un punto di vista sia qualitativo sia quantitativo, facendo il punto della situazione sull´utilizzo delle soluzioni di application management e outsourcing, sottolineandone i vantaggi e identificando nuovi standard e soluzioni che migliorano la possibilità di diffusione di tali servizi. L´indagine Assintel si è svolta su due livelli di analisi, l´area di Milano e provincia e il contesto italiano: due livelli oggetto di confronto diretto su svariati punti tesi a mettere in luce eventuali divergenze nell´approccio all´uso dell´applicazione da parte dei due campioni di riferimento. Quadro internazionale L´outsourcing rappresenta una risposta alla tendenza evidenziatasi negli ultimi anni di focalizzazione sul core business. La crisi economica in atto, con la conseguente maggior attenzione ai costi a tutti i livelli e la ricerca di maggiore flessibilità ed efficienza, ha rappresentato un ulteriore elemento a sostegno di un segmento di mercato che, a livello mondiale, dovrebbe raggiungere i 300 miliardi di dollari durante il 2003. Nonostante i principali analisti abbiano differenti basi per stimare il mercato dell´outsourcing che conducono a valori anche molto discordanti tra loro, sui trend e sulla dimensione della crescita c´è una sostanziale concordanza: la tendenza in atto presenta dinamiche molto interessanti, di alcuni multipli superiore rispetto al mercato Ict tradizionale che, per alcuni incroci "prodotto"-mercato, si prevede possa raggiungere anche il 50% annuo (Fonte Forrester Research). A livello mondiale, il mercato dell´outsourcing è caratterizzato da tassi di crescita elevati. Gli analisti internazionali stimano che nel quinquienno 2000 - 2005 il suo valore raddoppierà, per raggiungere, nel 2006, i 460 miliardi di dollari, dai circa 200 dell´anno 2000. Sia le dimensioni sia i trend di crescita sono estremamente eterogenei tra i diversi mercati. Esiste infatti una marcata differenza a livello regionale. Il mercato statunitense rappresenta circa un terzo del mercato mondiale dell´outsourcing in termini di fatturato, mentre l´Europa non raggiunge un sesto dell´intero valore. La tendenza di sviluppo in atto lascia prevedere un ulteriore ampliamento del gap tra i mercati, che si stanno muovendo con ritmi assai differenti. Negli Usa il valore dell´outsourcing è passato da 72 miliardi di dollari del 2001 a circa 108 nel 2003. Forrester Research stima che nel 2006 il suo valore ammonterà a circa 170 miliardi con una crescita del 19% annua (Cagr - Tasso di crescita medio annuo composto). Se si include il Bpo (Business Process Outsourcing) tale dato sale a circa 75 miliardi di dollari per il 2001 e supera i 220 per il 2006. A livello europeo la dimensione di tale mercato è di molto inferiore, sia in relazione ad una minor propensione all´investimento in Ict da parte delle aziende, sia alla minore propensione delle aziende, presente in misura minore in Inghilterra e nel Nord Europa, ad affidare all´esterno parte o tutta la gestione del sistema che tratta i dati aziendali. Idc ha valutato il mercato europeo nel 2002 intorno ai 35 miliardi di euro e stima che nel 2005 si arriverà a 43 miliardi, con un tasso di crescita semplice nel triennio pari a circa il 20%, dato molto diverso dal 19% medio annuo degli Usa. Mercato italiano Il mercato dell´outsourcing in Italia si va affermando, anche se la sua crescita è lenta. Il fenomeno riguarda soprattutto il sistema delle medie e grandi imprese private e le grandi strutture della Pubblica Amministrazione. Anche se i tassi di crescita sono indicati sopra la media europea e vicini a quelli statunitensi, aggirandosi intorno al 10/15% annuo, il mercato totale è ancora modesto. Si stima che il giro d´affari intorno all´esternalizzazione di funzioni e di servizi di gestione delle attività interne alle aziende sia stato di 4,5 miliardi di euro nel 2000 per arrivare a circa 8,5 nel 2005. Se si esclude il Bpo (Business process outsourcing) i dati si ridimensionano parecchio, a superare di poco i 5 miliardi di Euro nel 2005 con un Cagr (tasso di crescita medio annuo composto) appena superiore al 7%. Per colmare il gap nei confronti del Nord Europa (e a maggior ragione nei confronti degli Usa), l´Italia dovrebbe avere tassi di crescita molto superiori. Una menzione a parte merita l´Asp, non da tutti incluso nella quantificazione del mercato dell´outsourcing. Il mercato ha confermato le previsioni fatte a suo tempo dai principali analisti, che vedevano nell´Asp un mercato potenzialmente interessante, ma con scarse prospettive in Italia. Le start-up, che in un primo tempo sembravano il mercato di riferimento ideale, almeno per gestionali e Erp allargati, con la crisi delle dot.Com hanno perso peso, influenzando negativamente un mercato che nel 2002 non ha raggiunto i 20 milioni di Euro in Italia. Per fare il punto sul livello di adozione da parte della media azienda italiana, giudicata da molti operatori dell´offerta come il target dimensionale su cui si concentrerà lo sviluppo, sono stati intervistati 400 responsabili It di aziende medio grandi per verificare l´evoluzione del fenomeno sia da un punto di vista quantitativo sia qualitativo, analizzando motivazioni, percezioni e pregiudizi sottostanti la scelta di affidare all´esterno o mantenere in house determinati processi o servizi, dalla gestione dell´infrastruttura hardware e software all´application outsourcing. Dalla ricerca è emerso quanto segue: Per quanto riguarda l´area milanese, il 14% del campione - poco meno di un´azienda su sei - ha esternalizzato almeno un componente del sistema It. A livello italiano il dato non è molto differente, registrando un 16%; Il servizio maggiormente esternalizzato è la gestione dei server (61,3% delle aziende che hanno un contratto di outsourcing), seguito dall´intero sistema (24,2%) e dai componenti desktop (14,5%); La tipologia di outsourcing maggiormente utilizzata è quello applicativo, rispetto al tecnologico; Se consideriamo la dimensione aziendale in Italia, si evince come sia influente: la percentuale di aziende con più di 500 dipendenti che ricorre all´outsourcing raggiunge il 33% contro il 16% nazionale. Queste aziende tendono ad affidare all´esterno la gestione dell´intero sistema (50%); Tra le aziende che hanno affidato all´esterno la gestione delle proprie applicazioni, oltre la metà ha mantenuto un elevato livello di responsabilità all´interno sulla definizione del profilo applicativo. Questo è ancor più vero per quelle aziende innovatrici, orientate alla sperimentazione e all´utilizzo di nuove tecnologie. Una maggior tendenza a delegare questa responsabilità è stata evidenziata dalle aziende follower, vale a dire quelle che manifestano una propensione all´adozione di nuove tecnologie solo quando queste sono diventate di uso comune e la mancata adozione potrebbe diventare una minaccia per la sopravvivenza dell´azienda. Indipendentemente dalla tipologia di outsourcing adottato, l´azienda preferisce affidarsi ad un unico fornitore. Le società di consulenza e il fornitore del gestionale sono le tipologie di operatore prevalente (insieme coprono l´84% delle aziende intervistate); I fattori rilevanti nella scelta di fare outsourcing sono di natura qualitativa. La riduzione dei costi fissi ha sempre un valore molto alto ma non è più la principale motivazione di scelta. Si può affermare come sia diventata condizione necessaria ma non sia più sufficiente come lo era alcuni anni fa. In una scala da 1 a 5, la possibilità di accedere ad appplicazioni più evolute ha ottenuto un punteggio di 4,2, contro un 4,1 della riduzione dei costi fissi. La focalizzazione sul core business, indicata dai teorici come elemento di fondo nelle scelte strategiche di esternalizzazione di quanto core non è, ha ottenuto la sesta posizione, con un punteggio di 3,5 su 5. La situazione è piuttosto diversa a livello di totale Italia, dove la riduzione dei costi è al quarto posto, con 3,7 su 5 e la focalizzazione sul core business è anche più indietro con un punteggio di 3,4 su 5; Fra le aziende milanesi che non hanno effettuato l´investimento, il 52% ha dichiarato che non trova nessun valore per l´azienda (47% totale Italia), mentre un altro 26% non lo ha nemmeno preso in considerazione (27% totale Italia); Fra le altre motivazioni che spiccano per aver frenato l´investimento si segnala la resistenza a dare i dati all´esterno dell´azienda (76%), elemento tutto italiano che non ha riscontro in altre economie. Un´analisi qualitativa, condotta con un panel selezionato di key player del settore, ha evidenziato le ragioni del mancato sviluppo del mercato italiano: Dal lato della domanda, la Pmi, principale operatore economico in Italia, spesso non percepisce i vantaggi che può portare l´outsourcing, evidenziando come i rischi e gli "svantaggi" connessi alla perdita di controllo diretto su dati e applicazioni siano superiori ai potenziali benefici; Gli operatori dell´offerta, salvo rare eccezioni, non hanno scommesso più di tanto sull´Asp, il segmento teoricamente più promettente per la Pmi, costruendo un portafoglio prodotti idoneo e credibile. Le difficoltà connesse alla standardizzazione dei processi e dei dati interni, alla differenziazione marcata da azienda ad azienda, sono tra le principali motivazioni che ne hanno frenato lo sviluppo; L´offerta esistente è concentrata nelle mani di pochi grandi vendor che si rivolgono alla grande azienda con contratti di importi e durate elevate, trascurando realtà aziendali di minore dimensione; La cultura aziendale nella Pmi non è pronta a recepire l´outsourcing It: la gestione del dato sembra essere più core della gestione del processo produttivo su cui si basa l´azienda. In generale, l´outsourcing tecnologico ha maggiori probabilità di intercettare un target di dimensioni medio piccole rispetto all´application management, dove per il fornitore diventa difficile raggiungere massa critica e fare le conseguenti economie di scala per garantire la sostenibilità del proprio business model. L´indagine completa e gli atti del convegno saranno disponibili nei prossimi giorni sul sito Assintel: www.Assintel.it    
   
 

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