|
|
|
 |
  |
 |
|
Notiziario Marketpress di
Giovedì 26 Giugno 2003 |
|
|
  |
|
|
AD: L´ARTE DELLA TAVOLA. APPARECCHIARE CON STILE: DALLA TRADIZIONE AL NEOMODERNISMO
|
|
|
 |
|
|
La mostra "Ad: L´arte della tavola. Apparecchiare con stile: dalla tradizione al neomodernismo", realizzata da Ad Architectural Digest, con il Patrocinio del Comune di Milano, Settore Musei e Mostre, si svolge a Milano, Palazzo della Ragione fino al 6 luglio 2003. "Ad: L´arte della tavola. Apparecchiare con stile: dalla tradizione al neomodemismo": quest´arte e questa storia vengono ora raccontate dalla mostra. Un evento unico nel suo genere perché l´apparecchiatura della tavola non è illustrata in modo museale da singoli pezzi con relativi apparati didascalici, bensì è evocata da vere e proprie tavole apparecchiate - sono 18 - che declinano, via via, la classicità sfarzosa del Settecento e dell´Ottocento, la patrizia essenzialità del desco del signore di campagna, l´evocazione di miti marinari del Mediterraneo, le suggestioni etniche, l´esotismo dell´Estremo Oriente, le forme del design d´avanguardia. Ma unico anche perché a caratterizzare le varie imbandigioni non sono oggetti d´epoca, ma cristalli, porcellane, calici, coppe, piatti, vassoi e argenti realizzati oggi, spesso ispirandosi o replicando modelli e decori storici, dai più prestigiosi ed esclusivi marchi attivi nel settore, molti dei quali sono peraltro comparsi sul mercato già nel Xviii secolo quando nacque la porcellana europea: accostati con sapienza, questi pezzi danno vita ad allestimenti in cui la ricercatezza estetica è sempre combinata con la funzionalità e la fantasia. Ettore Mocchetti, direttore di Ad Architectural Digest, che ha ideato e curato la mostra, spiega così il senso della rassegna: "La mostra vuole esprimere il concetto che ogni soluzione stilistica è valida, dalle rivisitazioni barocche al neominimalismo e alla tavola tecnologica: l´importante è creare un insieme armonico che sia rivelatore dello stile e della personalità di ciascuno". A sottolineare l´intatta attualità del tema dell´apparecchiatura della tavola concorrono anche due piccole mostre tematiche dedicate al cerimoniale del convivio, quella centrata sul rito del caffè e i suoi strumenti, e quella dedicata alla libagione del dopo pranzo evocati da una silloge di calici e bicchieri specificamente pensati e disegnati per questo memento che prolunga il piacere sociale ed estetico dell´incontro conviviale. Quella di apparecchiare la tavola è arte nobile e antica. E in continua evoluzione "secondo lo stato psicologico della società", come annotava nel 1907 il grande Auguste Escoffier, uno dei suoi massimi esponenti. Già ne parlano i poeti lirici dell´antica Grecia, il Veronese e Brueghel de Velours la elevano a protagonista dei loro sontuosi banchetti pittorici. Nel ´500 diventa territorio di trovate stravaganti come le suppellettili di zucchero inventate a Venezia nel 1574 per guarnire un convivio in onore del re di Polonia. Nel ´600 Francesco Ratta, ispirandosi alle fontane del Bernini, la traduce addirittura in una sorta di tempio del piacere sinestetico con statue dorate che erogano vini e confetture. Massimo sviluppo e splendore conobbe dal Secolo dei Lumi in poi, potendo contare sulla nascente industria per la creazione di suppellettili straordinarie, e avendo per sacerdoti ed esegeti gastronomi e gourmet famosi i quali, per mezzo degli apparati del simposio, mettevano in scena non solo e non tanto un rito del palato, ma una raffinata metafora del bel vivere. Da Antonine Careme (1784-1833), il pasticcere-architetto di Talleyrand, a Urbain Dubois (1838-1901), che più d´ogni altro contribuì a divulgare nell´Europa continentale il servizio alla russa, in cui il surtout centrale e i pezzi di pasticceria costituiscono la decorazione stanziale del convivio, per un secolo l´imbandigione scelse e perseguì la strada dell´opulenza e della forma architettonica mutuata da modelli classici, divenendo specchio di un´inarrivabile enclave sociale, opposta all´emergente borghesia. Poi fu il tempo di Escoffier e dell´equazione modernità=essenzialità, tenendo ben fermo che "la semplicità non esclude la bellezza": tutto sommato un tempo che è ancora il nostro. Milano, Palazzo della Ragione, Piazza Mercanti. Apertura al pubblico: fino a domenica 6luglio 2003. Orario: da martedì a domenica dalle ore 9.30 alle ore 18.3 0 - Ingresso libero |
|
|
|
|
|
<<BACK |
|
|
|
|
|
|
|