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Notiziario Marketpress di Giovedì 11 Gennaio 2007
 
   
  GLI ASTRONOMI PRESENTANO LA PRIMA MAPPA TRIDIMENSIONALE DELLA MATERIA OSCURA

 
   
  Bruxelles, 11 dicembre 2007 - Un gruppo costituito da scienziati di Usa, Francia, Germania e Giappone è riuscito a comporre la prima mappa tridimensionale della materia oscura dell´Universo. Per gli astronomi è relativamente semplice vedere i pianeti, le stelle e le galassie nel cielo notturno, in quanto si tratta di corpi composti da materia ordinaria. Essi rappresentano tuttavia solo un sesto della massa totale dell´Universo. Il resto è formato dalla misteriosa materia oscura, che non emette né riflette la luce. Benché invisibile, la materia oscura è estremamente importante, ed è considerata il collante che tiene insieme l´Universo. L´agenzia spaziale europea (Esa) descrive la sfida rappresentata dalla mappatura fino a oggi: «Per gli astronomi, la realizzazione di una mappatura dell´Universo costituisce una sfida simile all´elaborazione della cartina di una città a partire da immagini aeree notturne che mostrano solo i lampioni. Tali istantanee mostrano alcuni quartieri interessanti, ma la maggior parte della struttura della città rimane al buio. » La mappa è la conclusione della più estesa analisi mai effettuata in precedenza sull´Universo, condotta utilizzando il telescopio spaziale Hubble, che ha fotografato 575 immagini dell´Universo lievemente sovrapposte, un´operazione durata quasi 1 000 ore. Il risultato mostra che la materia ordinaria, esistente perlopiù sottoforma di galassie, si accumula lungo le concentrazioni più dense di materia oscura e rivela una rete disomogenea di filamenti, che si intersecano in strutture massicce nei punti in cui sono ubicati gli ammassi di galassie. Tale mappa è in linea con le teorie convenzionali sul modo in cui è avvenuta la formazione della struttura nell´evoluzione dell´Universo per effetto della gravità. «è rassicurante vedere come la nostra mappa confermi le teorie correnti sulla formazione della struttura», ha dichiarato Richard Massey della American Astronomical Society di Seattle. Per maggiori informazioni consultare: http://www. Esa. Int/science/hubble .  
   
 

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