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Notiziario Marketpress di
Venerdì 11 Luglio 2003 |
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PRESENTATI I DATI ANNUALI DELLA RICERCA SULL´OBESITÀ IN ITALIA DELL´ISTITUTO AUXOLOGICO ITALIANO
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Milano, 11 luglio 2003 - L´obesità pediatrica è in preoccupante crescita. Anche se le stime sono difficilmente confrontabili fra di loro, le cifre più recenti della International Obesity Task Force (Iotfettono in evidenza un costante e progressivo aumento dell´obesità infantile in tutti i Paesi europei. Non soltanto. Se una volta si riteneva che l´obesità infantile costituisse un problema, perché il 25-50% dei bambini obesi mantiene l´eccesso ponderale anche in età adulta con tutti i rischi del caso, oggi è dimostrato, grazie alle ricerche dell´Istituto Auxologico Italiano, unica realtà scientifica e assistenziale in Europa con un centro di alta specializzazione nella ricerca e nella cura dell´obesità, che 1 bambino obeso su 3 sta già sviluppando altre gravi situazioni patologiche o seriamente alterate come l´ipertensione, l´aumento dei trigliceridi nel sangue (ipertrigliceridemia), bassi valori di colesterolo ´buono´ Hdll´insulino-resistenza o l´intolleranza glucidica o persino il diabete. Tutte condizioni che lo pongono a rischio di malattie cardiovascolari e metaboliche, estremamente serie. L´allarme è stato lanciato nel corso dell´annuale appuntamento che l´Istituto Auxologico Italiano dedica alla malattia. Giancarlo Viberti, Direttore del Laboratorio di ricerche diabetologiche dell´Auxologico, ha illustrato gli studi che l´Istituto ha condotto, osservando nell´arco di sette anni, dal 1994 al 2001, più di 1500 bambini e adolescenti obesi ricoverati presso la propria struttura specializzata. I risultati sono stati oggetto di diverse pubblicazioni sulle principali riviste scientifiche e hanno messo a fuoco una situazione per nulla rassicurante. "Le nostre ricerche sono state mirate ad indagare la presenza di singoli fattori di rischio cardiovascolare e di sindrome metabolica nell´età infantile. Sulla base delle nostre osservazioni, abbiamo proposto una definizione di sindrome metabolica (Csmsutilizzando criteri specifici per il bambino ed un ampio gruppo di riferimento di bambini di peso normale. La prevalenza di sindrome metabolica, definita come associazione di almeno tre dei seguenti fattori di rischio - obesità, ipertensione, ipertrigliceridemia, bassi valori di colesterolo Hdlinsulino resistenza/Igtiabete - è risultata del 28 per cento. Ossia, 3 bambini obesi su dieci hanno oltre all´obesità un´altra alterazione metabolica o una patologia correlata", ha spiegato Viberti. "Inoltre - ha proseguito - il 16 per cento dei bambini era portatore di microalbuminuria, un marker di danno renale e un fattore di rischio per malattie cardiovascolari e mortalità precoce, e una grande percentuale presentava valori patologici di lipidi, uricemia, marker infiammatori e pressione arteriosa: il controllo della pressione arteriosa nelle 24 ore, eseguito in un sottogruppo di pazienti, ha permesso di evidenziare che il 20% ha ipertensione sistolica e il 54% diastolica". Quanti siano i bambini obesi in Italia, lo ha ricordato Alessandro Sartorio, responsabile del Laboratorio di ricerche di auxologia dell´Istituto: "sono mediamente il 10-12 per cento, mentre quelli in sovrappeso sono oltre il 30-35 per cento, un dato quest´ultimo che in Europa ci accomuna ai cugini mediterranei spagnoli e greci, con i quali guidiamo la classifica dei ´cicciottelli´. Per ciò che concerne l´obesità, vi sono delle differenze tra una classe d´età e l´altra - ha proseguito Sartorio - con valori percentuali inferiori a 10 al di sotto degli 8 anni, che salgono a 14-16 tra i 9 e i 13 anni. Vi sono più maschi obesi rispetto alle femmine e, come per gli adulti, l´obesità è più presente al Sud". Sartorio ha presentato una serie di dati sulla diffusione geografica dell´obesità tra gli 8 e i 10 anni, raccolti dalla Società Italiana di Nutrizione Umana, da cui risulta che in Piemonte sarebbero obesi 10 bambini su 100, 13 a Milano, 16 nel Nordest, 21 a Cagliari, 23 in Abruzzo, 24 a Bari e 34 nel Lazio. Il problema del sovrappeso e soprattutto dell´obesità in età giovanile è estremamente serio e di difficile prognosi: il futuro che si presenta è quello di una nuova generazione, nella quale la malattia sarà sempre più diffusa e con gravi complicanze. "L´impegno che la società deve sostenere è naturalmente quello di porre rimedio a questa situazione", ha detto Michele Carruba, Direttore del Laboratorio di ricerca per l´obesità dell´Istituto Auxologico e Presidente della Commissione ministeriale per la sana alimentazione e gli stili di vita. "Si deve intervenire curando i soggetti obesi, in strutture adeguate e con protocolli di intervento all´avanguardia, come facciamo all´Auxologico, ma anche attraverso la prevenzione. Il Ministero della salute ha già iniziato una campagna istituzionale di informazione per perseguire questi obiettivi, senza peraltro colpevolizzare la condizione di obesità o sovrappeso. Ed è quest´ultimo un punto fondamentale, soprattutto quando si ha a che fare con i giovani e in particolare le adolescenti, le quali, nella fase della pubertà, per seguire modelli estetici imposti, sono spesso portate a mettere in atto comportamenti dietetici scriteriati, che innescano squilibri nutrizionali e problemi ancora più seri come la carenza di calcio e ferro o addirittura patologie psichiatriche gravi quali l´anoressia e la bulimia", ha concluso. |
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