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Notiziario Marketpress di
Venerdì 11 Luglio 2003 |
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ARTURO MARTINI SCULTURE 1921 - 1943 ALLA GALLERIA CREDITO VALTELLINESE DI SONDRIO
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Grande evento culturale con la mostra Arturo Martini Sculture 1921 - 1943 ideata e promossa dalla Fondazione Gruppo Credito Valtellinese nella sede della Galleria Credito Valtellinese, Palazzo Sertoli a Sondrio dal 25 luglio al 27 settembre 2003. Destinatari di questa proposta oltre ai valtellinesi, sono i numerosi turisti che affollano le varie località montane della provincia di Sondrio. I visitatori hanno la possibilità di avvicinarsi all´arte di Martini attraverso la consultazione di una brochure, con testo introduttivo del professore Paolo Baldacci. In mostra ventidue opere di Arturo Martini di medie e grandi dimensioni come La pisana, La donna al sole e La dormiente, tutte appartenenti alla collezione del Credito Valtellinese che da anni promuove eventi a favore della cultura. I lavori sono stati realizzati nel periodo compreso tra il 1921 (Testa di ragazza, bronzo da originale in terracotta) e il 1943 (La vacca e Pegaso caduto, bronzo da modello in gesso). Quest´ultima opera doveva costituire il bozzetto di un monumento dedicato all´aviatore Arturo Ferrarin, da eseguire a Thiene, ma ad un terzo dell´opera, i committenti si sono dimostrati insoddisfatti della qualità del marmo ed infine, il monumento non è stato portato a termine "perché - commenta amaramente Martini - un salumaio di Thiene che è nel comitato non lo vuole". Particolarmente numerose, nella rassegna, le opere eseguite nel 1935: Il giudizio di Salomone, Ulisse, Il ratto delle Sabine, Maternità della montagna, Susanna, Morte dell´amazzone, Lacoonte, Nudino e Il centometrista. Quest´ultimo bronzo coglie perfettamente la tensione di un corridore pochi istanti prima della partenza e dimostra l´interesse di Arturo Martini per la scultura greca, con particolare riferimento agli atleti immortalati da Policleto. Cenni biografici Arturo Martini nasce a Treviso, nel 1889, da famiglia modesta e non segue studi regolari. Giovanissimo è apprendista presso una fabbrica di ceramiche, in seguito studia scultura con Antonio Carlini a Treviso e Urbano Nono a Venezia. Le sue prime opere sono datate 1906 e nel 1907 Martini partecipa con successo, alla "Prima mostra d´arte trevigiana". Nel 1909 compie un soggiorno di studio e di lavoro a Monaco di Baviera (dove pare abbia frequentato la scuola di Adolf von Hildebrand), nel 1911 espone a Ca´ Pesaro di Venezia. Compie il primo viaggio a Parigi nel 1912, e le sue opere, insieme a quelle dell´amico pittore Gino Rossi, vengono esposte al Salon d´Automne (dove sono presenti anche quadri di Modigliani e De Chirico). Risale al 1913, data dal suo primo arrivo a Roma, l´incontro con lo scrittore Giovanni Comisso. La produzione di questo primo periodo dell´artista trevigiano comprende ritratti, statue di piccolo formato, ceramiche e fogli di grafica. Partecipa agli eventi bellici, ma non interrompe la sua ricerca artistica. Sposa Brigida Pessano di Vado Ligure, che sarà modella d´alcuni suoi lavori, tra cui Il sonno o la dormiente (1931), una tra le opere esposte a Palazzo Sertoli. Nel 1921 entra nel gruppo "Valori plastici" e tiene la prima mostra a Milano con la presentazione di Carlo Carrà. La sua prima commissione pubblica arriva nel 1923: il monumento ai Caduti di Vado Ligure, il paese dove risiede con la famiglia (nel frattempo gli è nata una figlia). Lavora intensamente e la sua vita è caratterizzata da continui spostamenti, anche per far fronte alle difficoltà economiche, che ogni tanto lamenta nelle sue lettere. Non ha dubbi sul suo valore e scrive, in una delle sue missive (pubblicate in volume, postume, nel 1967): "Sono un genio e lo so chiaramente, anzi l´unico che abbia quest´epoca che possa bastare solo a se stesso". Quando espone alla Quadriennale di Roma, nel 1931, è ormai artista affermato: vince il primo premio per la scultura e con 80.000 lire compra casa a Vado. Martini non si rinchiude in una produzione ripetitiva, ma va alla ricerca di nuove strade con molteplicità di mezzi: pietra, marmo, bronzo, ceramica, terracotta, legno, disegno, incisione. Mai appagato, inquieto, cerca un´ulteriore strada: "per me la pittura è una spina al cuore e bisogna che la levi". Vi si dedicherà nel periodo compreso tra il 1938 e il 1940. Nel 1941 gli vengono commissionati cinque bassorilievi di marmo per l´Arengario di Milano, l´anno successivo incomincia ad insegnare all´Accademia delle Belle Arti di Venezia. L´impegno didattico lo spinge a porre per iscritto le sue riflessioni. Nel 1945 pubblica il piccolo volume "La scultura lingua morta", che raccoglie sedici pensieri, una sorta di testamento artistico, e termina con il monito: "Né più si confonda con la vita apparente di una statua la vera vita della scultura". A guerra appena conclusa viene sospeso per un periodo dall´insegnamento e scrive all´avvocato Raffaele Levi: "A me ripugna difendermi, se credi che ne valga la pena lascio a te il malvagio compito [...] Se si tratta della mia attività di 25 anni di scultore e di fascismo - ho fatto una vittorietta alta 30 centimetri e che mi fu anche rifiutata - rispondo che questo è il mio mestiere cioè tanto di servire il diavolo come il padreterno e lo farò sempre". All´inizio del 1947 esprime "la speranza di essere giunto al tempo di nuove e grandi opere. [...] Aspetto la primavera come fosse la prima della mia vita". Appena un paio di mesi più tardi, il 22 marzo, muore a Milano. La mostra è correlata da un catalogo virtuale edito dalla Fondazione Gruppo Credito Valtellinese, visitabile sul sito www.Creval.it Informazioni al pubblico Galleria Credito Valtellinese, Sondrio Tel. +39.0342.522738 e-mail:creval@creval.It Infolink: www.Creval.it |
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