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Notiziario Marketpress di Lunedì 14 Luglio 2003
 
   
  NORME DI SICUREZZA PER GLI IMPIANTI A FUNE: LA COMMISSIONE INTENDE DEFERIRE ALLA CORTE DI GIUSTIZIA QUATTRO STATI MEMBRI

 
   
  Bruxelles, 14 luglio 2003 - La Commissione europea ha deciso di portare innanzi alla Corte europea di giustizia Germania, Grecia, Irlanda ed Italia per aver mancato di notificare provvedimenti con cui si recepisce nelle rispettive legislazioni nazionali la direttiva 2000/9/Ce relativa agli impianti a fune adibiti al trasporto di persone. La Commissione ha deciso di adire la Corte a questo proposito in seguito alla persistente mancanza di notifiche, nonostante i pareri motivati e le precedenti lettere di costituzione in mora che essa ha inviato ai quattro Stati membri in questione. Il commissario Erkki Liikanen, responsabile per la politica delle imprese, ha dichiarato: "Vorrei esortare gli Stati membri ad agire rapidamente per porre in vigore le prescrizioni fondamentali in fatto di sicurezza concordate a livello europeo e garantire così il corretto funzionamento del mercato interno nonché un elevato livello di protezione per gli utenti d´impianti a fune." La direttiva, che avrebbe dovuto venir recepita nelle legislazioni nazionali entro il 3 maggio 2002, mira a garantire un livello uniformemente elevato di sicurezza per funicolari, funivie, seggiovie ed impianti di risalita nell´intera Unione, facendo al tempo stesso usufruire pienamente dei vantaggi del mercato unico i fabbricanti di tali impianti. La direttiva sarà pienamente applicabile dal 3 maggio 2004. La sua attuazione riveste un´importanza fondamentale per il funzionamento del mercato unico. Fino ad ora le diverse soluzioni tecniche applicate a livello nazionale hanno obbligato i fabbricanti a riprogettare i loro impianti per ogni mercato nazionale e ad ottenere l´approvazione delle componenti dalle singole autorità nazionali. Ciò rende difficile fornire soluzioni uniche valide in tutta Europa, il che determina discrepanze nei livelli di sicurezza e si ripercuote negativamente sulla concorrenzialità, fa lievitare i costi e penalizza in modo particolare le imprese di minori dimensioni.  
   
 

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