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Notiziario Marketpress di Mercoledì 03 Settembre 2003
 
   
  UNO STUDIO SULLA CAPACITÀ D´INNOVAZIONE RIVELA CHE I PAESI CANDIDATI AD ENTRARE IN EUROPA SONO ANCORA IN RITARDO RISPETTO AI QUINDICI

 
   
  Bruxelles, 3 settembre 2003 - Una relazione stilata per conto della Dg Imprese della Commissione è giunta alla conclusione che la capacità innovativa dei paesi candidati è ancora inferiore a quella degli attuali 15 Stati membri. Fattore forse ancor più preoccupante, le tendenze individuate dallo studio indicano che invece di colmare il divario rispetto ai 15 dell´Ue, la maggior parte dei paesi candidati sta accumulando un ulteriore ritardo in termini di capacità innovativa. La relazione, dal titolo "Innovation policy in seven candidate countries: the challenges" (La politica dell´innovazione in sette paesi candidati: le sfide), analizza la situazione in Romania, Bulgaria, Slovacchia, Lettonia, Lituania, Malta e Turchia. Tale documento si rivolge a responsabili politici, imprese e ricercatori dei paesi dell´Ue e candidati, offrendo, per ciascuna nazione, suggerimenti in materia di strategie politiche, al fine di promuoverne i livelli d´innovazione. La parte conclusiva dello studio contiene un raffronto tra i risultati ottenuti dai sette paesi nell´ambito del quadro di valutazione dell´innovazione e quelli relativi agli attuali Stati membri. In media, la prestazione dei paesi candidati è inferiore in tutti e quattro i gruppi di indicatori che formano il quadro di valutazione: risorse umane; creazione di nuove conoscenze; trasferimento e applicazione delle nuove conoscenze; e finanziamento, prodotti e mercati dell´innovazione. Il settore nel quale il confronto ha prodotto il risultato peggiore per i paesi candidati è quello della creazione di nuove conoscenze. Secondo gli autori della relazione, ciò è dovuto ad una "scarsa partecipazione alla generazione di tecnologia all´avanguardia a livello globale", soprattutto per ciò che concerne i brevetti americani e quelli concessi dall´Ueb (Ufficio europeo dei brevetti). Nei settori delle risorse umane per l´innovazione e del trasferimento e applicazione delle nuove conoscenze, invece, lo studio ha registrato un divario meno pronunciato. In conclusione, la relazione riconosce gli sforzi compiuti dai paesi candidati nell´ultimo decennio per il passaggio all´economia di mercato, ma sostiene: "La sfida politica per il prossimo decennio sembra altrettanto complessa, se non addirittura più complessa". Per quanto concerne gli approcci di politica generale, la relazione suggerisce, nel caso della Bulgaria, l´introduzione di misure volte ad incrementare il numero e la capacità innovativa delle imprese più piccole, per esempio creando fondi di capitali di rischio e di avviamento connessi a centri di eccellenza scientifica. Alla Turchia, invece, gli autori suggeriscono di realizzare e attuare una campagna nazionale di sensibilizzazione in materia d´innovazione e imprenditorialità innovativa entro l´inizio del 2004, cercando soprattutto di incoraggiare le aziende ad investire nell´innovazione per ottenere un vantaggio competitivo. Per consultare la relazione sui sette paesi e le conclusioni generali visitare il seguente sito: http://www.Cordis.lu/innovation-policy/studies/geo_study3.htm    
   
 

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