Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Mercoledì 03 Settembre 2003
 
   
  GUIDO PAJETTA FRA PRIMO E SECONDO NOVECENTO MOSTRA ANTOLOGICA A CURA DI PAOLO BISCOTTINI, ENRICO CRISPOLTI, ANTONELLO NEGRI SERRONE DELLA VILLA REALE DI MONZA, 26 OTTOBRE 2003 - 6 GENNAIO 2004

 
   
  Milano, 3 settembre 2003 - L´amministrazione comunale di Monza in collaborazione con la Fondazione Panizzutti dedicherà una mostra antologica e storica al pittore monzese Guido Pajetta (Monza, 1898 - Milano, 1987) nella sede del Serrone della Villa Reale dal 26 ottobre 2003 al 6 Gennaio 2004. La mostra "Guido Pajetta fra primo e secondo Novecento" è presentata e concepita come un variegato e completo spaccato del panorama della pittura italiana del secolo appena trascorso, in particolare lombarda, osservato attraverso l´avventura creativa di Pajetta.. Il filo conduttore dell´esposizione è dunque costituito da un originale quanto interessante itinerario che procede, mediante una "lettura a raggio", dalla vasta produzione di Pajetta in mostra a quella dei suoi contemporanei, siano essi nomi di primissimo piano quali Sironi, Fontana, Lilloni, compagni d´accademia e d´avventura, come Ghiringhelli, Del Bon, o autori più distanti, come Cassinari e Birolli. In particolare, il percorso antologico della mostra muove dal 1915 - anno in cui Guido Pajetta si iscrive alla Regia Accademia di Brera insieme ad altri aspiranti pittori di significativo futuro - e attraversa quasi tutto il secolo fino alla scomparsa dell´artista, nel 1987, presentando il lavoro di Pajetta sempre teso alla sperimentazione e alla ricerca pittorica, insaziabile ed onnivoro di nuove forme espressive. Tutte, o quasi le correnti del novecento, sono rappresentate nell´esposizione. Si parte dal Mario Sironi, fondatore, sotto l´auspicio di Margherita Sarfatti, del classicista e severo movimento "Novecento", e qui presente con "Contadino" (1928) e "Il nudo e l´albero" (1932). Con lui, altri autori che esposero nella neonata galleria Il Milione di Milano e che parteciparono al Manifesto della pittura murale: Anselmo Bucci ("Ritratto della signora Rapuzzi Guelfa", 1928; "Autoritratto", 1931) e Contardo Barbieri ("Il racconto del legionario", 1936). Lucio Fontana è rappresentato da "L´atleta azzurro" (1930) e da "Testa di ragazza" (1931), due opere pre-spazialiste, mentre il chiarismo lombardo è tutto nel nudo "Il risveglio" di Umberto Lilloni e nel contemporaneo "Lo schermidore" di Angelo Del Bon (1934). Si riparte, quindi, dall´astrattismo di Virginio Ghiringhelli ("Composizione diagonale" del 1934) e di Mario Radice ("Composizione" del 1935) passando poi al postcubismo rappresentato dalle opere di Renato Birolli e Bruno Cassinari: bellissima la sua "Enrica in giallo" (1949). Si giunge, poi, alle soglie dell´espressionismo esistenziale interpretato dal milanese Franco Rognoni, scomparso di recente, che alla curiosità per la corrente tedesca aggiunse di suo l´internazionalismo di cui era imbevuta la cultura pittorica milanese. In questo lungo itinerario attraverso le vicende maggiori dell´Arte italiana di buona parte del primo e secondo Novecento, la mostra documenta le comuni radici culturali della giovane leva di Brera a metà degli anni Dieci, ancorate alla pittura tardo-ottocentesca dei maestri Cesare Tallone e Ambrogio Alciati, quindi la loro successiva adesione ai modelli del "Novecento Italiano", ed infine la diaspora verso forme ed esperienze pittoriche diverse, dal "Chiarismo" all´"Arte Astratta" . Con questi compagni e amici pittori, Pajetta si confronta dapprima liberamente nelle Sindacali lombarde e nazionali, e nelle Biennali dei primi anni Trenta. Ma da essi in seguito si stacca incrociando a Parigi, dal ´34 al ´38, le grandi lezioni dei protagonisti delle avanguardie europee, sviluppando una figurazione inquieta e briosa. Per raggiungere infine, dagli anni del secondo dopoguerra, l´autentica vena narrativa della piena maturità, nei termini di un espressionismo assai personale. Il particolare aspetto metodologico messo in atto dalla mostra consiste dunque in una lettura - dei risultati del lungo lavoro sviluppato da Guido Pajetta fra primo e secondo Novecento - per niente celebrativa o verticistica, ma fondata su un´analisi di confronto contestuale ed ambientale che dà conto anche di tutte le condizioni umane con le quali ha interagito la ricerca dell´artista. Cenni biografici: Guido Pajetta nasce a Monza nel 1898 da una famiglia di noti pittori veneti dell´Ottocento. Studente all´Accademia di Brera, ha per compagni Ghiringhelli, Del Bon, Lilloni e più tardi frequenta Mario Sironi, Anselmo Bucci, i Chiaristi e Lucio Fontana, che ritrae in un dipinto del 1935. Irrequieto e curioso, vive e lavora per alcuni anni a Parigi. Partecipa alle Biennali di Venezia nel 1928, 1930, 1932. Espone ripetutamente in Italia, Francia, Germania, Svizzera e Inghilterra dove frequenta Raoul Dufy, Othon Friesz, Henry Moore. Negli anni Trenta-quaranta figura situazioni di costume, ritratti e nature morte. Alla fine degli anni Sessanta ritrova la sua più autentica vena narrativa ironica e nichilista nell´uso dei colori acrilici. Dopo una "fatica artistica" durata più di settant´anni, si spegne a Milano nel 1987. Serrone della Villa Reale Viale Brianza 2 - 20052 Monza Tel. 039/2302192 - 039/322086 fax 039/361558 eventiespositivi@comune.Monza.mi.it    
   
 

<<BACK