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Notiziario Marketpress di Venerdì 05 Settembre 2003
 
   
  UN PROGETTO EUROPEO CONSENTIRÀ DI ELABORARE TERAPIE INNOVATIVE CONTRO IL CANCRO DELLA PROSTATA

 
   
  Bruxelles, 5 settembre 2003 - La Commissione europea ha concesso un finanziamento ad una nuova rete di ricerca sul cancro della prostata, nell´ambito della priorità 1 ("Scienze della vita, genomica e biotecnologie per la salute") del Sesto programma quadro (6Pq). Ogni anno, nell´Ue vengono diagnosticati circa 200.000 casi di carcinoma prostatico, cifra che secondo gli esperti è destinata ad aumentare a causa dell´invecchiamento della popolazione europea. Se riconosciuto precocemente, il cancro alla prostata offre ottime possibilità di cura. Tuttavia, per circa la metà degli uomini colpiti da questa malattia, la diagnosi avviene in fase già avanzata, durante la quale è possibile che la malattia non risponda alle terapie ormonali. In questi casi, il cancro può estendersi alle ossa, assumendo la forma di cancro metastatico osseo di origine prostatica. La rete Prima è un progetto integrato che riunisce complessivamente 14 gruppi accademici e 3 società private, provenienti da quattro Stati membri dell´Ue e da Israele, al fine di analizzare i processi che inducono l´ormonoresistenza del cancro della prostata e lo sviluppo di metastasi ossee. In particolare, la rete studierà l´interazione fra le cellule cancerose della prostata e il microambiente osseo. Jack Schalken, ricercatore presso l´Università di Nimega (Paesi Bassi) e coordinatore del progetto, ha spiegato al Notiziario Cordis una delle insidie degli attuali trattamenti contro il cancro della prostata. "Per il momento, le uniche terapie riconosciute contro le forme avanzate del carcinoma prostatico sono la castrazione chirurgica (orchiectomia) e quella chimica. Pur consentendo un migliore controllo della malattia, questi trattamenti non impediscono alle cellule cancerose di sviluppare una resistenza nei confronti della terapia e di estendersi ad altre parti del corpo". Invece di utilizzare dei modelli, il team di ricercatori analizzerà i tessuti di pazienti affetti da cancro della prostata, al fine di esaminare i processi che causano la diffusione della malattia. In seguito, il consorzio si dedicherà allo sviluppo di una terapia complementare agli attuali trattamenti. Consapevoli del fatto che le strutture genetiche delle cellule cancerose possono alterarsi facilmente, i ricercatori esploreranno tutte le possibili vie terapeutiche, fra cui i trattamenti basati su piccole molecole, le vie di segnalazione androgena e le nuove immunoterapie. Una volta convalidata, la terapia sarà sottoposta ad una serie di trial clinici e, se la sperimentazione avrà esito positivo, il consorzio è fiducioso di poter commercializzare presto il trattamento. Secondo il prof. Schalken, grazie alle sue conoscenze ampie ed integrate, la rete Prima potrà svolgere un lavoro senza precedenti nel campo della ricerca e della diagnostica in materia di cancro prostatico. "Il ricorso al meccanismo del progetto integrato - ha affermato - ci ha permesso di ottenere la massa critica necessaria per affrontare questo grave problema sanitario".  
   
 

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