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Notiziario Marketpress di
Venerdì 05 Settembre 2003 |
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PÉCS (UNGHERIA), SIGNORILI ATMOSFERE DEL TRANSDANUBIO TRA STORIA, ARTE E CERAMICHE
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Tra le popolazioni di lingua tedesca si è soliti dire: "Dem Deutschen Bécs, dem Ungarn Pécs". Tradotto: i tedeschi hanno Vienna, gli ungheresi Pécs. Il proverbio, ricordato da Claudio Magris in quel poderoso viaggio cultural-sentimentale che è il suo Danubio, basta da solo ad evocare il pregio e l´atmosfera di Pécs, il più grande centro del Transdanubio meridionale. E se ogni paragone finisce per essere fuorviante qualora intenda stabilire parallelismi troppo rigidi, certamente non è improprio richiamarsi a Vienna per segnalare in due battute il livello e il prestigio turistico-culturale di questa affascinante città ungherese. Collocata in una felice posizione tra la bella, dolcissima campagna transdanubiana e il boscoso massiccio di Mecsek, Pécs esprime da un lato la signorilità e raffinatezza di una città in vario senso chiaramente occidentale (il confine con la Croazia è appena a 20 chilometri e l´influsso culturale attuato da Austriaci e Svevi è notevole), dall´altro quella nostalgia romantica e quella poliedricità di forme e colori che ne lasciano trasparire sia l´inconfondibile anima magiara, sia il respiro profondo delle molteplici sue vicissitudini storiche, che hanno conosciuto anche una lunga dominazione da parte dei Turchi. Proprio la storia, d´altra parte, è una chiave assai importante per capire Pécs, per apprezzarne la singolarità del profilo e comprenderne la ricchezza del presente. Fondata 2000 anni fa dai Romani, Sopianae (questo è l´antico nome dell´epoca) fu capitale della Pannonia interna e nel Iv sec. D.c. Conobbe una forte diffusione del cristianesimo, tanto che le catacombe ancor oggi visitabili sono le più importanti di tutte quelle rinvenute fuori d´Italia. Al cristianesimo la storia di Pécs fu legata fortemente anche nel Medioevo, quando non solo venne chiamata Quinque Ecclesiae (Fünfkirchen, Cinquechiese), ma fu anche sede della prima cattedrale d´Ungheria, fatta costruire nell´Xi sec. Dal re Santo Stefano. La successiva dominazione turca, cui Pécs fu sottoposta per quasi 150 anni, significò per la città da un lato il decadimento di numerose strutture cristiane, dall´altro la costruzione di diversi luoghi di culto e di studio islamici. Che ne è oggi di questa ricca e variegata storia, e come essa si esprime? Potremmo dire, in prima battuta: con il dono di un´atmosfera luminosa, aperta. Un´atmosfera accogliente e amabile, coltissima (a Pécs fu eretta la prima università d´Ungheria, la quinta d´Europa), sapientemente integratrice delle diversità, tanto che nel 1998 l´Unesco ha assegnato a questa città il Premio per la Pace, proprio per l´integrazione che in essa promossa tra le popolazioni di origine ungherese, serba, sveva, croata che la abitano. Affacciandosi sulla piazza centrale di Pécs, piazza Széchenyi, si riceve già uno sguardo d´insieme su questa storia. A dominare la piazza è infatti il Belvarosi templom, che a metà del ´500 era la più importante moschea d´Ungheria, mentre dopo la liberazione dai Turchi fu trasformata in chiesa cattolica, ancorché aspetto originario e strutture interne non siano state per nulla violate. Nella stessa piazza, poi, si affacciano sia la barocca Galleria d´arte, sia il Municipio e, simbolo importantissimo per la città, la Zsolnay-kút, una fontana in porcellana pirogranitica all´eosina prodotta dalle prestigiose manifatture locali di porcellana Zsolnay. Da questa piazza, l´itinerario può proseguire o con l´andatura della godibilissima passeggiata verso la Király utca, via ricca di negozi e palazzi d´epoca, tra cui il bellissimo Teatro nazionale, o alla scoperta dei mille tesori d´arte custoditi in quella che è praticamente un´intera area museale, cioè la Káptalan utca e dintorni. In questa parte della città, infatti, si trovano l´importante Museo archeologico Pannonius, il Museo dedicato alle raffinatissime ceramiche Zsolnay, il Museo d´arte figurativa magiara, il Museo Vasarely (pittore pioniere della op-art) e il Museo dedicato al grande pittore ungherese Csontváry. Tappa assolutamente d´obbligo, infine, è la grande cattedrale di San Pietro, ricostruita a metà Ottocento, e gli scavi catacombali dell´area e di piazza Santo Stefano, testimonianza di primo piano delle antiche radici di Pécs. |
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