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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 07 Settembre 2011 |
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SOLE, VENTO, ACQUA E CALORE DELLA TERRA SONO INESAURIBILI, E IL RESTO ?
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Milano, 7 settembre 2011. Nelle energie rinnovabili solo alcune cose sono gratis e inesauribili (il sole, il vento, l´acqua, il calore geologico), altre molto meno. Solo comprendendo appieno i limiti materiali ed economici, e i possibili rimedi economici e tecnologici per superare o aggirare quei limiti, sarà possibile convertire un sistema energetico (e non solo) basato sul carbonio fossile in uno più equilibrato, senza cadere dalla padella di una dipendenza alla brace di un´altra (o molte altre). E´ questa la filosofia adottata da Zeroemission e Updating (www.Updating.it ) nell´organizzare il convegno “La supply chain delle rinnovabili”, in programma il 14 settembre alla Fiera di Roma nell´ambito di Zeroemissionrome, la manifestazione di riferimento dell´area mediterranea dedicata alle tematiche delle energie rinnovabili. “La supply chain delle rinnovabili” è la prima occasione in Italia dove vengono trattati questi temi sotto tutti i punti di vista: politico, economico, industriale e tecnologico Diversi sono gli snodi cruciali nella lunga catena di approvigionamenti e di valore aggiunto delle energie rinnovabili, prima di arrivare al collegamento che immette l´energia elettrica nella rete, domestica o pubblica. Questi snodi sono tutti presi in considerazione con interventi affidati ad esperti nell´agenda del convegno di Roma. Da segnalare in apertura per esempio quello di un rappresentante dell´Unione Europea che da tempo, per iniziativa del Commissario all´Impresa e l´Industria Tajani, ha avviato un programma, la Raw Material Initiative, volta a promuovere politiche, iniziative economiche e ricerca e applicazione di tecnologie per garantire all´industria degli Stati Membri un approvvigionamento certo e stabile delle materie prime necessarie allo sviluppo dei settori maturi e innovativi, tra cui quello delle energie rinnovabili è preminente. Il predominio assoluto (circa 95 per cento del totale) e pericoloso della Cina nella fornitura dei più utilizzati metalli compresi nel gruppo delle “terre rare” (usati nei magneti permanenti dei generatori eolici, delle automobili elettriche e ibride, eccetera) è arrivata all´attenzione dei media a grande diffusione e verrà estesamente trattata dal convegno di Roma. Verranno anche illustrati i rimedi alla situazione che sono stati escogitati in diverse nazioni del mondo occidentale, sia dal punto di vista dell´attivazione o riattivazione di nuove miniere che delle innovazioni tecnologiche e di processo che permettano di ridurre l´impiego delle terre rare. Contrariamente all´opinione diffusa, infatti, la Cina non ha il predominio nei giacimenti, ma solo nell´estrazione e raffinazione, grazie al basso costo della manodopera e alla rilassatezza dei controlli ambientali. Un altro snodo cruciale della supply chain delle rinnovabili, in questo caso del fotovoltaico, si trova a una stadio successivo a quello della materia prima, a livello del silicio policristallino ad elevatissima purezza, cosiddetto di “grado solare”. Il collo di bottiglia è costituito dal numero e dalla capacità degli impianti di raffinazione. Negli ultimi due anni in Asia sono state aperte nuove fabbriche e si è avviata l´espansione di quelle esistenti, e ciò ha provocato un crollo dei prezzi che ha mandato fuori mercato diverse aziende occidentali, soprattutto canadesi e tedesche, e ultimamente anche americane. Al momento in cui scriviamo, il prezzo del silicio di grado solare si aggira sui 56 dollari al chilogrammo, mentre ancora a marzo era a 78 dollari e nel 2008 a 450 dollari. E´ chiaro che aziende concepite per operare a determinati prezzi finali, se privi di riserve di capitale ingenti garantite da investitori o dalla Stato, si trovano in difficoltà a competere a questi prezzi. Le nuove fabbriche cinesi nello Xinjiang hanno per esempio un costo di produzione di circa 24 dollari al chilogrammo, grazie al fatto di utilizzare l´energia elettrica (una raffineria di silicio è più energivora di una acciaieria) prodotta dalle centrali a carbone, di cui la regione è ricca, a basso costo. Con quei margini industriali, i fabbricanti cinesi possono produrre con profitto anche a prezzi finali più bassi del 25 per cento di quelli attuali. Qui il problema possibile (alcuni dicono probabile) è che i cinesi facciano dumping e grazie alla struttura di capitale alla fine sostenuta dallo Stato mandino fuori mercato i concorrenti, ottengano il monopolio e poi risospingano in alto i prezzi. I due esempi precedenti interessano la supply chain delle rinnovabili a livello mondiale. In Italia la situazione è ulteriormente complicata dal fatto che una quota assolutamente predominante della tecnologia delle nostre rinnovabili viene importata: componenti eolici, moduli fotovoltaici, inverter, eccetera. La nostra supply chain delle rinnovabili è ancora un fatto commerciale più che industriale, e come tale sottoposta, in quanto ultimo anello della catena del valore, a tutte le turbolenze degli anelli precedenti. La situazione è oggi simile a quella della supply chain dei prodotti petroliferi, anzi peggiore, perchè in quanto a raffinerie di idrocarburi il nostro Paese non è messo malissimo (eredità della vituperata politica industriale e del boom degli anni ´50 e ´60). Per l´Italia quindi, capire la realtà della supply chain delle rinnovabili, e soprattutto cambiarla per quanto è possibile, rappresenta un´esigenza più urgente rispetto ad altri Paesi che, come il nostro, sembra abbiano una vocazione per lo sfruttamento intensivo delle energie rinnovabili. “La supply chain delle rinnovabili” ha l´ambizione di essere l´occasione non tanto per avviare un “dibattito” ma iniziare a discutere di soluzioni partendo dall´esistente della ricerca e dell´imprenditoria italiana, alcune delle quali sono inserite in agenda. Il convegno si terrà il 14 settembre presso il padiglione 5 della Fiera di Roma nella sala B5 in balconata. L´agenda definitiva è consultabile all´indirizzo www.Zeroemissionrome.eu/it_zer/conf_2011.asp?fiera=pvr&conf=pvr#30 . La partecipazione è libera e gratuita per tutti i visitatori della fiera Zeroemissionrome. |
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