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Notiziario Marketpress di Mercoledì 07 Settembre 2011
 
   
  NEL NOME DI DANTE PARLANDO D’ITALIA E DI ITALIANI RAVENNA: FESTIVAL AL DEBUTTO CON UN INNOVATIVO PROGRAMMA DI TRE GIORNI

 
   
  Ravenna, 7 settembre 2011 – Nel nome di Dante Alighieri e della lingua che ha prodotto e identifica l’Italia cementandone l’unità, Ravenna ospita dall’8 al 10 settembre la prima edizione di un innovativo festival culturale il cui titolo, Dante 2021, allude al prossimo settimo centenario della morte del sommo poeta. Lanfranco Gualtieri, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna che ha promosso la manifestazione, ha presentato oggi l’iniziativa insieme ad Antonio Patuelli, presidente del Gruppo Cassa di Risparmio di Ravenna, e a Nicoletta Maraschio, presidente dell’Accademia della Crusca, la massima istituzione di tutela della lingua, cui è affidata la direzione scientifica del festival, che si fregia dell’alto patrocinio del Presidente della Repubblica. Il programma, realizzato grazie alla collaborazione dell’Associazione Progetto21 presieduta da Daniele Gardenti, è stato illustrato dal coordinatore del festival, Domenico De Martino. Presente anche Loredana Cornero, segretario generale della Comunità Radiotelevisiva Italofona: in quanto media partner, la Comunità assicura a Dante 2021 anche una vasta visibilità internazionale. Associa infatti tutte le emittenti di programmi in italiano (dal Vaticano a S. Marino, alla Svizzera all’Europa ecc.). Non potendo guardare a Dante senza guardare all’oggi, l’inaugurazione coincide con un convegno sulla Lingua delle Costituzioni italiane 1848-2011. Si riflette cioè sulle vicende del passato per affrontare i nodi istituzionali e sociali del nostro inquieto presente. Protagonisti il costituzionalista Gustavo Zagrebelsky, la linguista Bice Mortara Garavelli, lo storico del diritto Federigo Bambi, il direttore del Quotidiano Nazionale e del Resto del Carlino Pierluigi Visci, e Antonio Patuelli in veste di studioso del Risorgimento. L’abbattimento dei confini tra le varie discipline è l’aspetto più innovativo del festival. L’attore Virginio Gazzolo è per esempio chiamato a confrontarsi con storici, linguisti e filologi (Stefano Carrai, Paola Manni, Mirko Tavoni, Gian Maria Varanini) proponendo una sua interpretazione del De vulgari eloquentia. Il giovane compositore Edoardo Dinelli mette invece canto e musica elettronica al servizio della Vita nova. Si ispira alle opere di Dante anche una mostra di artisti contemporanei (catalogo Biblion) curata da Francesco Giannattasio e Sonia Zampini, realizzata grazie alla collaborazione con le Casse di Risparmio di Firenze e di Ravenna. Allestita nei Chiostri Francescani, alle spalle della tomba di Dante, si confronta e interagisce con convegni e dibattiti. In questa chiave vanno letti anche il recital dantesco di Pamela Villoresi (Tra la perduta gente), lo spettacolo di danza di Emiliano Pellisari (Inferno) e gli interventi del musicista - filologo Stefano Albarello nel dibattito Da Dante all’italiano contemporaneo tra gli storici della lingua Vittorio Coletti, Maria Antonietta Grignani e la stessa Nicoletta Maraschio, con il contributo del poeta Franco Buffoni. Sulla stessa linea il Premio Dante - Ravenna attribuito al celeberrimo divulgatore e lettore dantesco Vittorio Sermonti (nell’occasione la Rtv svizzera gli dedica tre serate ritrasmettendo lo spettacolo Canto delle Anime) e il Premio per la Musica a Mauro Pagani, in concerto con lo straordinario cantante senegalese Badara Seck sul tema del multilinguismo e dell’‘italiano degli altri’. “La scelta della Crusca”, commenta Maraschio, “sottolinea il valore dell’italiano come fattore di identità e come motore tuttora attivo del processo unitario. Senza dimenticare, nell’attuale problematica del multilinguismo, l’importanza dei rapporti interculturali. Non a caso, il motto dell’Unione Europea è ‘unità nella diversità’”. L’accordo con l’Accademia, ricordano Gualtieri e Patuelli, rappresenta un deciso valore aggiunto e proietta l’evento oltre gli orizzonti locali. Crusca significa lingua italiana e Firenze, la città che dette a Dante i natali. Ravenna ne fu invece la terra d’esilio. Crediamo che la collaborazione tra le due città del poeta consentirà di costruire programmi celebrativi comuni in vista del 2021. Due, intanto, gli obiettivi collaterali: promuovere il territorio e consolidare la candidatura di Ravenna a Capitale Europea della Cultura nel 2019. Il programma / www.Dante2021.it    
   
 

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