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Notiziario Marketpress di
Giovedì 08 Settembre 2011 |
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ITALIA-SERBIA, AL VIA MISSIONE DEL MINISTRO ROMANI IL MINISTRO DELLO SVILUPPO ECONOMICO IERI A BELGRADO PER RAFFORZARE LA COOPERAZIONE ECONOMICA E INDUSTRIALE
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Roma, 8 settembre 2011 – Un forte interesse a realizzare le nuove infrastrutture, lo sviluppo di una partnership sempre più strategica nel campo energetico soprattutto nelle fonti rinnovabili, il ruolo sempre più incisivo della Fiat nel settore dei trasporti e la presenza sempre più capillare delle nostre banche nel sistema finanziario e creditizio. Sono questi alcuni dei dossier che il Ministro per lo Sviluppo Economico, Paolo Romani ha affrontato ieri a Belgrado con l’obiettivo di rafforzare la partnership economica dei due paesi, con l’Italia che è già primo paese cliente della Serbia e terzo fornitore preceduto dalla Federazione Russa e dalla Germania. Romani ha incontrato nel pomeriggio il Primo Ministro, Mirko Cvetkovic e il Ministro dell’Economia e dello Sviluppo Regionale, Nebojsa Ciric, con cui sottoscriverà una dichiarazione congiunta in materia di cooperazione economica. In serata il Ministro incontrerà gli esponenti del Business Council e della comunità imprenditoriale italiana in Serbia. L’interscambio tra Italia e Serbia nel 2010 é stato di 1,8 miliardi di €, con un incremento dell’11,8% rispetto all’anno precedente (1,57 miliardi di €). Nei primi tre mesi del 2011 l’interscambio ha registrato un valore di 475 milioni di €, con un incremento del 20,8%. I settori merceologici più rilevanti nel 2010, per quanto riguarda le esportazioni italiane, sono stati tessuti e altri prodotti tessili, macchine di impiego generale, pelle e pelletteria, metalli e veicoli. L’italia, con investimenti complessivi in Serbia pari a circa 1 miliardo di euro, è il primo investitore internazionale in Serbia. Nel quadro del processo di privatizzazione serba, le aziende italiane figurano al secondo posto, dopo la Germania per numero di aziende acquistate. Le aziende italiane presenti in Serbia sono 200 con un fatturato di 2,4 miliardi di € l’anno e 18.000 lavoratori impiegati. La Serbia è inoltre “una piattaforma” particolarmente interessante per la fitta rete di accordi di libero scambio in essere con i mercati dell’Europa balcanica, della Russia e della Turchia. |
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