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Notiziario Marketpress di Martedì 13 Settembre 2011
 
   
  L’INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE IMPRESE TRENTINE

 
   
   Trento, 13 settembre 2011 - Il Servizio Statistica della Provincia autonoma di Trento presenta il rapporto sull’internazionalizzazione delle imprese trentine curato dal prof. Sergio Mariotti del Politecnico di Milano e dal prof. Marco Mutinelli dell’Università degli Studi di Brescia. Lo studio costituisce l’approfondimento e l’aggiornamento di due lavori già pubblicati nei Quaderni della Programmazione della Provincia. La ricerca descrive l’evoluzione, il grado di competitività e l’innovazione del sistema economico provinciale, e analizza le relazioni tra l’internazionalizzazione stessa e la vocazione innovativa delle imprese trentine. Lo studio approfondisce innanzitutto il tema della dimensione multinazionale delle imprese trentine. In particolare, attraverso l’analisi degli investimenti diretti verso l’estero, si evidenzia come negli ultimi anni si sia leggermente arrestata la presenza all’estero delle imprese locali. Il fatto riveste una certa importanza in quanto le imprese multinazionali assumono un ruolo fondamentale in riferimento alla competitività internazionale della provincia. Basti pensare che i due terzi circa delle esportazioni trentine sono riconducibili alle imprese multinazionali. Di fatto, a fine 2008, la multinazionalizzazione attiva, vale a dire il numero delle imprese trentine partecipate all’estero, consta di 71 unità. In termini relativi, l’incidenza dei dipendenti di queste imprese rispetto ai dipendenti delle imprese trentine non controllate da investitori esteri è pari al 14,1%, a fronte di una media nazionale del 18,1%. Probabilmente il profilo dimensionale delle imprese locali, incentrato su una prevalente popolazione di piccole e medie imprese e da un numero limitato di grandi e medio-grandi aziende, gioca un ruolo rilevante nello spiegare il differenziale rispetto al dato nazionale. La piccola dimensione comporta infatti un’oggettiva difficoltà alla crescita internazionale, sia per limiti nella dotazione di risorse finanziarie e manageriali, sia per una strutturale minore visione strategica delle opportunità che l’investimento all’estero può fornire alla crescita delle imprese. Anche la presenza di partecipazioni di imprese estere nell’attività produttiva locale presenta negli ultimi anni una situazione abbastanza stagnante. A fine 2008 il numero delle imprese a partecipazione estera era pari a 52 unità, parimenti a quanto rilevato a fine 2001. Il venire meno delle partecipazioni estere nell’attività produttiva degli stabilimenti localizzati in provincia solleva alcuni motivi di preoccupazione, sia per i riflessi occupazionali che tali disinvestimenti hanno comportato, sia per il ruolo che la presenza delle imprese estere nella realtà produttiva locale ha avuto in passato e continua ad avere nel garantire una maggior propensione ad un’apertura internazionale dell’industria locale. Importanti cambiamenti caratterizzano anche la dinamica delle esportazioni trentine. Le vendite oltre frontiera, che dall’inizio degli anni Novanta avevano rilevato un tasso di crescita superiore alla media nazionale, hanno risentito oltremodo della crisi internazionale. A partire dal 2006 si assiste infatti ad una frenata dell’export provinciale, iniziata dapprima con le negative performance realizzate dalle imprese trentine del comparto tessile e della lavorazione del cuoio e calzature, e proseguita poi con la caduta delle esportazioni del settore alimentare e bevande. Il cedimento dell’export dei settori tradizionali del made in Italy è di fatto la diretta conseguenza del ridimensionamento di queste attività produttive a livello locale che sono coinvolte già da molto tempo da un profondo processo di ristrutturazione. In generale, rispetto alla media nazionale, l’export trentino appare fortemente specializzato, soprattutto nei prodotti cartari e nell’alimentare-bevande, nella meccanica e nei prodotti in gomma e plastica. Significativi cambiamenti caratterizzano anche le direttrici dell’export trentino. A fronte del brusco calo delle esportazioni verso il Nord America, risultano in forte crescita le esportazioni dirette verso i paesi non Ue dell’Europa centro-orientale e ancor più quelle verso i Bric (Brasile, Russia, India e Cina). Tra i paesi dell’Ue, la Germania continua ad essere il principale mercato di sbocco delle merci trentine. In un tale contesto di internazionalizzazione, il ruolo del settore pubblico può e deve essere molteplice. Da un lato occorre stimolare l’attrazione di investimenti dall’estero individuando settori e tipologie produttive a carattere multinazionale che possano contribuire ad innalzare la competitività internazionale della provincia. Dall’altro, è necessario stimolare la propensione ad investire nella ricerca e nel prodotto, occorre favorire l’adozione di tecnologie avanzate e l’informatizzazione dei processi aziendali. Fondamentale risulta inoltre ampliare l’offerta locale di servizi alle imprese in modo da supportare i processi di sostegno all’attività di internazionalizzazione. Proprio in questa direzione si muove la nuova legge che riforma la politica degli incentivi alle imprese. I nuovi strumenti agevolativi perseguono infatti l’obiettivo di accrescere la competitività delle imprese trentine, favorendo la creazione di reti e rafforzando la capacità della piattaforma produttiva locale di proiettarsi verso l’esterno.  
   
 

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