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Notiziario Marketpress di Martedì 13 Settembre 2011
 
   
  SCUOLA. MILANO, TORINO, BOLOGNA, GENOVA E FIRENZE AL GOVERNO: “DEROGA AL PATTO DI STABILITÀ PER GARANTIRE I SERVIZI EDUCATIVI”

 
   
   Milano, 13 settembre 2011 - Gli assessori all’Educazione dei Comuni di Milano, Torino, Bologna, Genova e Firenze chiedono al Governo una deroga sul patto di stabilità per procedere “alle assunzioni di personale educativo e docente oltre i limiti del patto di stabilità interno per garantire – in base alle proprie risorse economiche – la copertura del servizio ricorrendo, eventualmente, se necessario, anche a personale assunto a tempo determinato”. Gli assessori chiedono anche “di stralciare le spese sostenute dagli Enti locali per il personale delle scuole paritarie comunali”. Gli assessori all’Educazione Maria Grazia Guida (Milano), Mariagrazia Pellerino (Torino), Marilena Pillardi (Bologna), Paolo Velardo (Genova) e Rosa Maria Di Giorgi (Firenze) lanciano un appello ai loro colleghi di tutti i Comuni italiani per sostenere la loro richiesta: "Tutti i Comuni, indipendentemente dal colore politico della loro Giunta, si trovano in questa difficilissima situazione: per questo motivo invitiamo i nostri colleghi a condividere e sostenere il nostro appello al Governo". “Oggi – scrivono gli amministratori locali ai Ministri Gelmini e Tremonti - ci troviamo nella condizione di non essere più in grado di gestire questi importanti servizi educativi e scolastici a causa delle diverse normative emanate dal governo centrale che rendono incerte le risorse finanziarie e soprattutto quelle umane indispensabili per garantire l’esistenza e la qualità di nidi e scuole dell’infanzia”. 12 settembre 2011, Al Ministro dell’Istruzione, Università e della Ricerca On.le Mariastella Gelmini; Al Ministro dell’Economia e delle Finanze On.le Giulio Tremonti; e p.C. Al Presidente della Commissione Istruzione Pubblica, Beni Culturali, Ricerca Scientifica, Spettacolo e Sport del Senato della Repubblica Sen. Guido Possa; Ai Vicepresidenti della Commissione Istruzione Pubblica, Beni Culturali, Ricerca Scientifica, Spettacolo e Sport del Senato della Repubblica Sen. Paolo Barelli Sen. Vincenzo Maria Vita; Al Presidente della Commissione Cultura, Scienza e Istruzione Camera dei Deputati On.le Valentina Aprea; Ai Vicepresidenti della Commissione Cultura, Scienza e Istruzione Camera dei Deputati On.le Paola Frassinetti, On.le Luigi Nicolais; Al Presidente dell’Anci – Associazione Nazionale Comuni Italiani On.le Osvaldo Napoli; Al Presidente della Commissione Nazionale Anci Scuola e Istruzione Riccardo Roman; Loro Sedi. Oggetto: Lettera aperta ai Ministri Gelmini e Tremonti - Storicamente le nostre Amministrazioni, tra le più grandi città italiane, realizzando una importante e significativa rete di servizi educativi e scolastici svolgono talvolta una funzione sostitutiva e sussidiaria di analoghi servizi statali, spesso inesistenti o assolutamente insufficienti a rispondere alla domanda (si pesi ad esempio alle scuole dell’infanzia). Tale rete è indispensabile per dare risposte concrete ai bisogni dei bambini e delle bambine e delle loro famiglie. Oggi ci troviamo nella condizione di non essere più in grado di gestire questi importanti servizi a causa delle diverse normative emanate dal governo centrale che rendono incerte le risorse finanziarie e soprattutto quelle umane indispensabili per garantire l’esistenza e la qualità di nidi e scuole dell’infanzia. Il quadro normativo di riferimento in materia di personale per gli Enti Locali, pone gravi limiti alla possibilità di mantenere -non solo gli standard di qualità dei servizi erogati ai cittadini- ma addirittura il rischio, in alcuni casi, della paralisi stessa delle attività. Come è noto, infatti, il D. Lgs. 165/2001 prevede che “per le esigenze connesse con il proprio fabbisogno ordinario le Pubbliche Amministrazioni assumono esclusivamente con contratti di lavoro subordinato a tempo indeterminato” ricollegando la possibilità di ricorrere a forme contrattuali flessibili di assunzione e di impiego del personale alla esclusiva necessità di “rispondere ad esigenze temporanee ed eccezionali”. Di contro, la legge 30 luglio 2010 n. 122 (conversione del D.l. 78/2010 “Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica”) pone ulteriori e precisi limiti alla possibilità di assunzioni, per gli Enti Locali, fissando il margine di manovra al “limite del 20% della spesa corrispondente alle cessazioni verificatesi nell’anno 2010” (art. 14 comma 9 della Legge 122/10). Questo vincolo, posto dall’art. 14 della citata Legge (Patto di stabilità interno ed altre disposizioni sugli enti territoriali), relativo al 20% del turn-over del personale, insieme con il divieto di assumere a tempo determinato (se non per casi eccezionali e temporanei) pone i servizi alla persona - ed in modo particolare i servizi educativi e scolastici gestiti dagli Enti Locali - nell’effettiva impossibilità di garantire il regolare funzionamento delle attività e la sicurezza degli stessi frequentanti. Allo stesso modo le recenti manovre finanziarie approvate o in fase di approvazione aggravano ulteriormente il quadro normativo in tema di assunzioni, introducendo nel computo del rapporto tra spese di personale e spese in parte corrente anche quelle sostenute dalle società a partecipazione pubblica locale, e riducono fortemente i trasferimenti di risorse economiche alle Amministrazioni locali costringendole a dover scegliere quali servizi essenziali tagliare. Se in molti ambiti di lavoro si possono mettere in atto processi di razionalizzazione delle risorse e riassetti organizzativi è di tutta evidenza che questo non può avvenire all’interno dei servizi educativi e scolastici dove il rapporto fra educatore/docente e bambini/studenti è definito da norme e regole determinate oltre che dall’impossibilità di ridistribuire i compiti o le attività in caso di carenza di organico. La recente delega di competenza alle regioni, che non sono enti gestori, deve comportare un effettivo trasferimento delle risorse ricevute dallo Stato alle Amministrazioni comunali che oggi gestiscono questi servizi con enormi spese e con scarsissimi o inesistenti contributi statali. Riteniamo si debba avviare una riflessione comune che consenta di intraprendere una strada diversa da quella del taglio dei servizi. Dobbiamo trovare modalità e risorse che rendano certo il futuro delle nostre città soprattutto nella risposta alle esigenze dei bambini e delle bambine e delle famiglie ed in particolare a quella delle donne che nelle nostre città sono in gran parte lavoratrici. Risposte che consentano anche di adeguare il nostro paese alle indicazioni del Trattato di Lisbona. La richiesta pressante che – da sempre più numerose realtà – viene condivisa ed esplicitata è quella di una deroga alle norme sopra indicate con particolare riferimento all’art. 14 (Patto di stabilità interno ed altre disposizioni sugli enti territoriali) della Legge 122/2010 che consenta agli Enti Locali di procedere alle assunzioni di personale educativo e docente oltre i limiti del patto di stabilità interno per garantire – in base alle proprie risorse economiche – la copertura delle dotazioni organiche dei servizi educativi e scolastici eventualmente ricorrendo anche, se necessario, a personale assunto a tempo determinato. Si richiede inoltre che, ai fini del computo dell’incidenza della spesa di personale sulla spesa corrente, vengano stralciate le spese sostenute dagli Enti Locali per il personale delle scuole paritarie comunali. E’ di tutta evidenza, infatti, che così come viene garantito nelle scuole statali il diritto costituzionale all’istruzione, tale principio non possa essere disatteso nelle scuole paritarie gestite dagli Enti Locali. L’art. 33 della Costituzione, infatti, prevede il principio di non discriminazione e per questo motivo la richiesta che qui si esplicita è quella di poter garantire eguali diritti ai bambini ed agli studenti che frequentano i servizi gestiti dagli Enti Locali consentendo a questi ultimi di poter assumere - per i servizi educativi e scolastici - il personale necessario in deroga al “patto di stabilità” ed alle norme vigenti in materia di contenimento delle dotazioni organiche. Diversamente l’inevitabile riduzione o chiusura dei servizi all’infanzia garantiti dagli enti locali non potrà che gravare ulteriormente sul bilancio dello stato. L’assessore all’Educazione e Istruzione del Comune di Milano Maria Grazia Guida; L’assessore ai Servizi Educativi del Comune di Torino Mariagrazia Pellerino; L’assessore alla Scuola e Formazione del Comune di Bologna Marilena Pillardi; L’assessore alle Politiche Formative e Servizi Educativi del Comune di Genova Paolo Veardo; L’assessore all’Educazione del Comune di Firenze Rosa Maria Di Giorgi.  
   
 

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