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Notiziario Marketpress di Lunedì 19 Settembre 2011
 
   
  I NUOVI TRAGUARDI DELLA NEUROPSICOLOGIA RIABILITATIVA

 
   
   Trieste, 19 settembre 2011 - Malattie cerebrovascolari, traumi cranici, demenze, sclerosi multipla e Parkinson: sono le principali patologie che causano lesioni o disfunzioni cerebrali, alterando le funzioni neuropsicologiche e influenzando lo stato di salute, l’autonomia e l’integrazione sociale delle persone. Con un’opportuna riabilitazione, però, in alcuni casi è possibile ridurre la disabilità, limitare i deficit cognitivi e favorire il reinserimento sociale dei pazienti. Martedì 20 settembre a Roma, dalle 10.30 alle 14.00, si riuniranno all’Istituto Superiore di Sanità neuroscienziati, fisiatri, logopedisti, fisioterapisti e altre figure professionali coinvolte nella riabilitazione, rappresentanti delle istituzioni sanitarie, associazioni di pazienti e familiari per presentare lo stato dell’arte della riabilitazione neuropsicologica della persona adulta. La riabilitazione dei disturbi cognitivi conseguenti a lesione cerebrale costituisce oggi un settore rilevante e in crescita. L’aumento della sopravvivenza dopo gravi lesioni e traumi cranici, il miglioramento nelle terapie di alcune malattie neurologiche e l’invecchiamento della popolazione sono alcuni dei fattori che determinano una richiesta crescente di interventi neuropsicologici. “È necessaria dunque un’attenta programmazione di politica sanitaria” spiega Elisabetta Làdavas, del Centro studi e ricerche in neuroscienze cognitive dell’Università di Bologna e presidente della consensus conference, promossa dalla Società Italiana di Neuropsicologia per definire gli standard di intervento terapeutico e le migliori metodiche di pratica clinica. “I dati epidemiologici – aggiunge Stefano Paolucci, dell’ospedale Santa Lucia di Roma – rilevano la notevole dimensione del problema: si stima che in Europa più di sette milioni di persone soffrano di demenza, che in Italia ci siano tra 200 e 400mila persone con il Parkinson e 57mila siano affette da sclerosi multipla. Parliamo quindi di persone che potrebbero giovarsi di un adeguato programma di riabilitazione”. “In diversi contesti clinici e scientifici si è quindi posta l’esigenza di definire le linee guida relative alle evidenze di efficacia degli interventi terapeutici – precisa Làdavas -. L’incontro del 20 settembre, ospitato dall’Istituto Superiore di Sanità, ha proprio lo scopo di comunicare i risultati ottenuti dalla consensus conference: strumento di lavoro per affrontare la questione e indagare lo stato dell’arte della riabilitazione neurospicologica in una prospettiva molto ampia. Non ci siamo basati infatti solo sull’evidenza di efficacia dei possibili interventi, ma abbiamo considerato le implicazioni sociali e gli aspetti organizzativi e quelli didattico-formativi del percorso terapeutico”. La riabilitazione neuropsicologica è oggi in possesso di un armamentario di interventi terapeutici fondati su un’ampia base teorica di conoscenze fornite dalla ricerca scientifica specializzata. E non si esclude la possibilità di associare interventi tradizionali di riabilitazione - comportamentali, cognitivi e psicoterapeutici - con trattamenti avanzati di stimolazione cerebrale, trapianto di cellule nervose, terapie geniche, interfacce fra cervello e macchine, e così via. Oggi è noto che grazie alla neuroplasticità del cervello, anche i neuroni colpiti dalla lesione, purché sopravvivano alla lesione stessa, possono ristabilire connessioni sinaptiche con utili potenzialità funzionali. >>> “La neuroplasticità, infatti, non è proprietà solo del sistema nervoso immaturo, ma anche di quello adulto e anziano, al servizio dell’apprendimento e della memoria” commenta Giovanni Berlucchi, del Dipartimento di scienze neurologiche dell’Università di Verona e presidente della giuria. Che però precisa: “questi tentativi sincretici di riabilitazione neuropsicologica, per avere successo, dovranno basarsi su teorie e modelli ispirati da ricerche solide e innovative e su pratiche ortodosse. Solo così sarà possibile offrire speranze concrete di un recupero funzionale, e non promesse illusorie, a chi soffre di disturbi neuropsicologici”. “È dunque necessaria una collaborazione sempre più forte tra chi fa ricerca e chi lavora a diretto contatto con i pazienti – commenta Raffaella Rumiati, docente di neuropsicologia alla Scuola Internazionale Superiore Superiore (Sissa) di Trieste -. Dai nostri studi, infatti, possono conseguire ricadute importanti per la pratica riabilitativa e possono emergere indicazioni e strumenti utili per soddisfare al meglio le esigenze dei pazienti”. A fronte dei progressi scientifici, secondo gli esperti rimangono ancora carenti gli aspetti di tipo organizzativo: è necessaria dunque una adeguata riorganizzazione dei servizi per la riabilitazione, che tenga conto dei progressi scientifici e dei nuovi percorsi formativi, utili alla realizzazione di qualificati team in grado di offrire un intervento riabilitativo efficace. La presentazione si svolgerà all’Istituto Superiore di Sanità, in via Giano della Bella 34 a Roma, in aula Rossi, dalle 10.30 alle 14.00 Programma 10.30 Introduzione. Nicola Vanacore 10.40 Il percorso della Cc “Riabilitazione Neuropsicologica nell’adulto”. Elisabetta Làdavas 11.00 Disturbi neuropsicologici: una marea montante. Stefano Paolucci 11.15 Il verdetto della Giuria: implicazioni per il futuro. Giovanni Berlucchi 11.45 Impatto delle conclusioni della Cc sulla pratica clinica. Stefano Cappa 12.15 Riabilitazione neuropsicologica: figure e competenze. Giuseppe Vallar 12.30 Discussione. 14.00 Termine dei lavori.  
   
 

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