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Notiziario Marketpress di Lunedì 19 Settembre 2011
 
   
  PRESENTATE A ROVERETO LE POLITICHE PER IL BENESSERE FAMILIARE E LA NATALITA´

 
   
  Rovereto, 19 settembre 2011 - Approvata lo scorso febbraio dal Consiglio provinciale, la legge sulle politiche familiari e la natalità ha collocato il Trentino fra le regioni di punta, non solo in Italia ma in Europa, per quanto riguarda questo importante settore del welfare. I contenuti della legge sono stati illustrati il 16 settembre a Rovereto dall´assessore provinciale alla salute e politiche sociali Ugo Rossi, per iniziativa, oltre che della Provincia, della Comunità della Vallagarina, del Comune di Rovereto, del Forum delle associazioni per la famiglia. Presenti all´incontro anche Luciano Malfer, dirigente provinciale oggi responsabile dell´Agenzia provinciale per la famiglia, e il presidente del Forum delle associazioni familiari Paolo Rebecchi. Tre, ha spiegato Rossi, le parole chiave contenute nel nuovo strumento legislativo: politiche strutturali, benessere familiare e natalità. "La legge - ha detto ancora l´assessore - non ha un carattere socioassistenziale, non si rivolge cioè alle famiglie in situazione di disagio, ma alla generalità delle famiglie, dando protagonismo alle associazioni del settore, secondo gli indirizzi più avanzati in materia." A pochi mesi dall´approvazione della nuova legge provinciale sul benessere familiare e lo sviluppo della natalità, la Comunità Vallagarina e la Provincia autonoma di Trento, insieme al Comune di Rovereto e al Forum delle Associazioni per la famiglia del Trentino hanno inteso proporre a tutti gli attori della comunità un momento formativo sugli strumenti (erogazioni economiche, servizi socio-educativi, servizi informativi, promozione della sussidiarietà, strumenti gestionali) che la norma mette in campo per sostenere i progetti di vita delle famiglie e qualificare il Trentino come territorio “amico della famiglia”. Ad aprire la serata l´assessore provinciale competente Ugo Rossi: "In Italia - ha spiegato - il dibattito sulle leggi in favore della famiglia è sempre stato molto ricco sotto il profilo ideologico ma poco concreto. Si tratta di un tema sul quale tutti dicono di volere investire; da anni si ventila addirittura una politica fiscale a vantaggio delle famiglie. Dopodiché ci si divide, su questioni, appunto ideologiche. Con l´attuale manovra del Governo, poi, i fondi a disposizione delle politiche familiari si sono ridotti a zero. In Trentino abbiamo cercato, anche su sollecitazione del Consiglio provinciale, dove erano stati depositati quattro disegni di legge oltre a quello della Giunta, di elaborare una legge organica. Siamo partiti dalla definizione di famiglia della Costituzione, ovvero dalla famiglia formata da un uomo e una donna e fondata sul matrimonio, ma abbiamo anche cercato di guardare in faccia alla realtà; ci siamo detti che se al centro della legge volevamo mettere i figli e la natalità, le misure in essa contenute avrebbero dovuto essere utili anche a quelle famiglie che non rientrano nel modello della Costituzione, ovvero a quelle non fondate sul vincolo del matrimonio. Attorno a questo ragionamento siamo riusciti a fare sintesi fra i diversi disegni di legge, fino ad arrivare ad un testo approvato quasi all´unanimità. Perché una legge? In Trentino non è che non si facesse nulla, prima. Ma abbiamo voluto che il sistema ordinamentale della nostra provincia contenesse al suo interno uno specifico strumento, che desse garanzia di continuità e tracciasse un orientamento per tutte le altre politiche provinciali, dalla salute all´urbanistica fino allo sviluppo turistico. Ecco il perché di una legge. Ed ecco perché abbiamo individuato un ulteriore strumento, l´Agenzia provinciale per la famiglia, coordinata da Luciano Malfer. Senza assumere nuovo personale, ma destinando a questa authority del personale già presente all´interno dell´amministrazione. Oggi le politiche familiari sono uno dei pilastri del welfare provinciale, assieme alla sanità pubblica, alle politiche del lavoro, alle politiche di integrazione al reddito (un altro strumento inedito in Italia), alle politiche socio-assistenziali ´individualizzate´, delegate alle Comunità di valle. La legge per il benessere familiare si colloca in questo quadro. E´ una legge che non si occupa specificamente di disagio, che si rivolge alla generalità delle famiglie, e intende promuovere il loro benessere. E´ una legge che valorizza le associazioni di settore, il che non significa che la Provincia delega alle associazioni le proprie responsabilità in materia: anche in un periodo di crisi come questo, gli unici settori in cui la spesa pubblica crescerà sono quelli della salute e delle politiche sociali. Il mondo delle associazioni però ha un ruolo indispensabile nell´aiutarci ad individuare i bisogni e a ottimizzare la gestione del sistema sociale nel suo complesso. Ad esempio su temi come la conciliazione dei tempi di lavoro e di vita, o il potenziamento di servizi come gli asili nido e le tagesmutter. Poi ci sono interventi di carattere economico, come il contributo alle famiglie numerose per le spese energetiche, al quale sono già pervenute 1000 domande, o il contributo per chi lascia il lavoro per svolgere pienamente il suo ruolo di genitore." La parola è quindi andata a Luciano Malfer: "Abbiamo voluto individuare un insieme di politiche - ha detto - rivolte alla famiglia nella sua ´normalità´, quindi promuovendo un cambiamento culturale rispetto all´approccio tradizionale, di tipo socioassistenziale, e centrato sui problemi, sul disagio. Le politiche individuate sono politiche integrate, strutturate, sussidiarie, ovvero che attribuiscono ruoli specifici al mondo delle associazioni. Politiche coordinate da una Agenzia che si rapporta con tutti gli assessorati provinciali e con tutti gli altri soggetti del settore". Vediamo qualche ulteriore elemento: in Europa la curva del calo della natalità si è incrociata con quella della crescita dell´età media della popolazione. Questo fenomeno mette in crisi il modello previdenziale tradizionale. L´italia è in testa per indice di vecchiaia. Riguardo al tasso di fecondità, invece, l´Italia è penultima in Europa, dietro solo alla Grecia. Il tasso di natalità nel nostro paese si è dimezzato in 30 anni. Il Trentino Alto Adige ha però il tasso più alto in Italia, ed è in crescita. In realtà non è che la famiglia non desideri avere dei figli: la media italiana attuale è 1,37 figli per donna, ma quella dei figli desiderati è di 2,2. Cosa fare dunque per colmare il divario fra desiderio e realtà? Innanzitutto intervenire sulla questione tempo: il tema della conciliazione famiglia-lavoro, soprattutto sulla fascia 0-3 anni, è fondamentale, almeno quanto quelli concernenti la casa e il reddito. Per questo la legge prevede una filiera di servizi molto articolata, dai voucher di conciliazione ai nidi (comunali, aziendali e privati) fino al potenziamento del servizio di tagesmutter. Ciò anche al fine di non penalizzare l´occupazione femminile. Non solo: la legge investe nel cosiddetto "capitale sociale", promuovendo tutte quelle azioni che contribuiscono ad accrescerlo. E il capitale sociale oggi viene considerato dagli economisti più avanzati come un fattore fondamentale di sviluppo territoriale. Fra i nuovi interventi, una particolare menzione va a quelli in favore delle famiglie più numerose, composte di tre o più figli (compreso il concepito): l´obiettivo è abbattere l´iniquità implicita nel sistema tariffario, che non tiene conto dei carichi familiari. La pratica per l´ottenimento del contributo è molto veloce, il contributo viene erogato nel giro di due mesi. Un´altra misura importante a favore delle famiglie numerose riguarda il ticket sanitario, e prevede l´esenzione dal ticket dal terzo figlio in poi. Ed ancora: l´assegno alla famiglia per il primo anno di vita del bambino. L´esperienza insegna che la nascita del figlio è una delle cause principali dell´abbandono del posto di lavoro da parte della donna. Non solo: molte mamme poi non rientrano più nel mondo del lavoro. La misura intende offrire un sostegno concreto alla famiglia in questo momento cruciale della sua esistenza, nel mentre altre misure di welfare puntano a favorire il ritorno della donna nel mondo del lavoro (altro fattore considerato dagli economisti cruciale ai fini dello sviluppo di un territorio). C´è poi l´ampio tema della sussidiarietà, illustrato da Paolo Rebecchi, direttore del Forum delle associazioni familiari. "Le realtà del territorio sono state sempre presenti e partecipi nel percorso che ha portato al varo della legge e alla sua successiva applicazione. Laddove la società civile riesce ad impegnarsi ed ad essere riconosciuta, i risultati alla fine arrivano. Il Forum esiste dal 1997. Associazione di secondo livello, ad esso aderiscono 40 organizzazioni. Il Forum gestisce numerosi servizi concreti, svolge attività di formazione e sensibilizzazione e dal 2005 ha in carico anche lo Sportello famiglia." Rebecchi ha insistito nel suo intervento sulla necessità di creare nuove sinergie territoriali e ampliare il ventaglio delle attività. Il prossimo appuntamento è quello previsto per le giornate che vanno dal 5 al 9 ottobre, quando il Forum sarà presente anche in piazza Fiera a Trento, nell´ambito di un´iniziativa nazionale, con tutta una serie di proposte, per farsi conoscere ancora maggiormente dalla popolazione.  
   
 

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