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Notiziario Marketpress di Martedì 30 Maggio 2006
 
   
  INNOVAZIONE E TECNOLOGIA AL CENTRO DELLA CONVENTION ASSINTEL 2006

 
   
   Milano, 30 maggio 2006 - Si è conclusa la Convention organizzata da Assintel dal titolo “Governare L’innovazione”, 2 giorni di incontri e tavole rotonde durante i quali, l´associazione nazionale delle imprese Ict, insieme ad alcune tra le principali aziende del settore It e gli analisti di mercato si sono confrontati sul ruolo strategico e sulle opportunità dell´Information Technology per rilanciare la competitività delle Pmi italiane e dell´intero sistema-Paese. Assintel, con questo incontro e con la sua nuova attività quotidiana, vuole dare il suo contributo in quanto anello di congiunzione fra le aziende dell’It e il mondo della Pmi, rappresentato dal vasto sistema associativo della Confcommercio. Il suo obiettivo è promuovere una serie di attività su tutto il territorio nazionale, coinvolgendo le aziende locali, capendone le esigenze e supportandole nel loro percorso di innovazione. “Colmare il gap tecnologico implica poter predisporre strumenti che consentano alle imprese “ritardatarie”, di mettersi al passo con gli standard tecnologici richiesti dal mercato”, commenta Giorgio Rapari, Presidente di Assintel. “La nostra mission è la promozione di una cultura dell’innovazione tecnologica a 360 gradi: una cultura della dinamicità e della crescita, attraverso la quale superare il divario digitale e dare una spinta alla competitività del Sistema-paese”. In occasione del primo convegno dal titolo "L´ict per innovare la Pmi", sono stati presentati i dati di una ricerca condotta da Idc su un campione di 500 imprese, che analizza lo sviluppo del mercato It e l´evoluzione della domanda delle Pmi. Nell’attuale contesto produttivo, orientato sempre di più alla globalizzazione, viene richiesto alle aziende un adeguamento tecnologico in grado di supportare il confronto con i nuovi scenari. Il ritardo sembra non essere ammesso a meno di scontare una perdita di competitività e di vitalità non solo delle singole imprese ma di interi settori economici. Lo studio ha evidenziato che il Made in Italy, per mantenere la propria capacità competitiva, si trova ad affrontare una serie di sfide e per sopravvivere molte aziende sono state obbligate a intraprendere percorsi di sviluppo differenti, quali ad esempio la diversificazione dei canali di sbocco, un incremento dei volumi, della qualità dei prodotti e del design, la differenziazione della gamma di prodotti o addirittura una maggiore specializzazione entrando in un mercato di nicchia. Gli investimenti nell’It sono quindi il motore per favorire il recupero della competitività aziendale, uno strumento fondamentale per operare all’interno dell’impresa, una risorsa che porta vantaggi in termini di efficacia (raggiungimento degli obiettivi), di efficienza (ottimizzazione della gestione dei processi e delle attività aziendali), di controllo (monitoraggio delle attività e dei risultati raggiunti). Sempre secondo Idc le previsioni di investimento in soluzioni informatiche delle Pmi per i prossimi 12/18 mesi riguardano prevalentemente la sicurezza (il 18% prevede di lanciare nuovi progetti mentre un ulteriore 40% ha già in corso iniziative); il sito Web (il 17% prevede nuove attività – il 38% è già attivo in questo ambito); gestione documentale e dei contenuti (16% hanno in previsione progetti – il 24% se ne sta già occupando). Si investirà meno, invece, nell’eCommerce e nella Supply Chain Management. Fra i principali prodotti hardware che le aziende prevedono di acquistare nei prossimi mesi, il Pc è in testa nelle scelte (il 72% dei rispondenti ne prevede l´acquisto), seguito dalla stampante (57%). Si fanno strada investimenti consistenti anche in area Server (48%), e infrastrutture di rete e storage. Le figure interne alle imprese, coinvolte nelle scelte di investimento in soluzioni informatiche sono prevalentemente il Titolare o l’amministratore dell’azienda, seguito dal Responsabile It, a conferma del ruolo importante dei vertici in questo genere di decisioni. Nel complesso, la crescente "collegialità" delle scelte It è indice di un´accresciuta maturità verso i temi dell´innovazione, soprattutto se misurato rispetto ad alcuni anni addietro. L´it, sebbene approcciato ancora in maniera "prudente" dalle Pmi, viene oggi percepito come strumento di supporto ai processi di business. L´esistenza di maggiori presupposti consente di lasciarsi alle spalle la fase iniziale di "accreditamento" per concentrare l´attenzione sulla ricerca del corretto raccordo tra It e strategie aziendali. L´obiettivo del convegno si è esteso al sistema-Paese, e ha analizzato come la leva tecnologica si inserisce nel recupero di competitività dal punto di vista della crescita generale e, nello specifico, rispetto al comparto dell´Offerta Ict. L’italia, secondo i dati della ricerca condotta da Idc, è stata il peggior mercato in Europa e non sono emersi segnali di ripresa consistenti. Tra il 2005 e il 2008 la spesa in Information Technolgoy in Italia registrerà un incremento medio annuo del 2,4%, posizionandola come fanalino di coda tra i paesi europei. Il mercato It ha ancora potenzialità inespresse. Dal 2007 in poi, infatti, saranno le nuove tecnologie a trainare il mercato. Lo scenario futuro sarà caratterizzato dal modello della convergenza, che tenderà a modificare le strategie di prodotto e di delivery e la struttura competitiva, dall´evoluzione dei contenuti in senso sempre più digitale, servizi di business outsourcing, che favoriranno la riduzione dei costi permettendo alle aziende di concentrarsi sul proprio core business. L’italia soffre di un gap di competitività rispetto alle principali economie europee e mondiali, che dipende sia da una debolezza sistemica nella governance e dinamica dell’innovazione, sia da un livello insufficiente delle risorse investite in ricerca e sviluppo, capitale umano e innovazione digitale. Le imprese italiane quindi riescono difficilmente a competere sui mercati mondiali, dopo l’irruzione sul mercato delle economie asiatiche. Per tornare a crescere, le sfide sono molteplici ed è evidente la necessità di una profonda revisione delle politiche per l’innovazione e lo sviluppo. Ma al di là delle scelte nazionali, per migliorare la performance delle imprese e favorire l’innovazione, sarà cruciale il ruolo dei sistemi regionali dell’innovazione, cioè la capacità di realizzare sul territorio nuove relazioni fra le imprese, il sistema della ricerca e gli enti pubblici. L’italia inoltre soffre di un deficit di innovazione digitale segnalato dal basso livello della spesa in It sul Pil rispetto agli altri paesi europei (1,99% contro il 3% circa di Francia e Germania). E’ evidente che l’accelerazione dell’innovazione digitale in Italia rappresenta una condizione necessaria (anche se non sufficiente) per il rilancio dei processi di innovazione e crescita discussi in questo rapporto. Secondo Idc per il rilancio del mercato It in Italia sarà necessario puntare su una maggiore aggregazione e consolidamento delle aziende It per aumentarne la capacità di mercato e di innovazione e bisognerà adottare modelli di business più agili ed evoluti, caratterizzati dalla scelta di corrette politiche di marketing e prodotto. Promuovere l’innovazione Ict nelle imprese e nella pubblica amministrazione, attrarre investimenti tecnologici, valorizzare le risorse professionali e rilanciare la filiera del turismo e dei beni culturali, sono le leve strategiche per promuovere lo sviluppo e la competitività del nostro Paese. Durante l’evento sono state proposte diverse “ricette” per sfruttare al meglio le opportunità offerte dall’It per rilanciare la competitività delle Pmi in Italia. Ciò è possibile valorizzando l’eccellenza, investendo in ricerca e sviluppo, creando delle strutture ad hoc che aiutino a valorizzare le Pmi e soprattutto aiutando le aziende a vincere la diffidenza verso le nuove tecnologie. In occasione della tavola rotonda infatti, i principali player del mercato Ca, Oracle, Sap e Firenze Tecnologia – azienda specializzata nella ricerca che fa parte della Camera di Commercio, si sono confrontati sul concetto di innovazione nelle aziende. La competitività delle imprese si misura infatti con l’innovazione organizzativa e di processo che, ancor più dell’innovazione di prodotto, è legata alle continue richieste di adeguamento tecnologico innescate dal contesto economico. Si tratta di un processo in continua crescita al di fuori del quale si rischia l’esclusione, che è innanzitutto svuotamento della propria vitalità, di impresa come di intero sistema produttivo. .  
   
 

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