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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 21 Settembre 2011 |
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PIEMONTE: SOLO UNA RIFORMA STRUTTURALE PUÒ RIDURRE LE LISTE D’ATTESA
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Torino, 21 settembre 2011 - “Solo una riforma strutturale della sanità piemontese potrà liberare le risorse necessarie per eliminare le lunghe liste di attesa esistenti nel settore dell´assistenza agli anziani non autosufficienti”: a ribadirlo nell´aula del Consiglio regionale è stato il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, intervenendo il 20 settembre alla seduta straordinaria su questo tema chiesta delle opposizioni. "Il problema delle liste di attesa nelle strutture per anziani - ha sottolineato - non nasce oggi e va affrontato in maniera strutturale. Innanzitutto, va precisato che non c´é stato nessun taglio da parte nostra nelle risorse: nel 2008 sono stati messi a disposizione 261 milioni che nel 2010 sono diventati 295. Il problema comunque esiste, e si affronta facendo una riforma strutturale. Noi abbiamo un sistema sanitario costruito su tre pilastri: territorio, ospedali, post-acuzie. Ma abbiamo avuto uno sviluppo abnorme, che ha comportato una grande spesa per gli ospedali, e il conseguente indebolimento degli altri due pilastri. Inoltre l´aspettativa di vita è aumentata e c´é più bisogno di strutture per anziani, mentre negli ospedali non è più richiesta la lunghezza di degenza di anni fa. Quindi, se vogliamo cercare di risolvere il problema al di là delle strumentalizzazioni e delle polemiche, dobbiamo agire per il riequilibrio fra i tre pilastri, mettendo così in campo una sanità più moderna". Cota ha poi ricordato che "la spesa ospedaliera negli ultimi anni è schizzata alle stelle, provocando un grave indebitamento. E´ necessario che venga messa sotto controllo, creando una rete fra gli ospedali, in modo da eliminare duplicazioni e sprechi e rendere più efficienti i servizi. Così facendo potremo liberare risorse da impiegare altrove. Nel futuro non avremo maggiori risorse da investire, perché abbiamo un indebitamento alle stelle e una tassazione ai livelli massimi. Non possiamo vendere un libro dei sogni che non esiste, l´unica strada percorribile è quella di tagliare gli sprechi. Su due temi - ha concluso - il dibattito è ancora aperto: la compartecipazione della famiglia alle rette, considerando anche il reddito familiare e non solo quello individuale del paziente, e il rapporto che deve esistere in sanità fra pubblico e privato. L´obiettivo non è avere una posizione preconcetta o ideologica, ma realizzare un servizio il più efficiente possibile. Questo non è né di destra né di sinistra, e quando abbiamo accettato questa sfida sapevamo le difficoltà che avremmo incontrato. Ci sono strutture molto efficienti e altre che lo sono molto poco: in questa differenza si annida lo spreco che dobbiamo colpire". L’assessore alla Sanità, Paolo Monferino, ha invece ricordato la procedura che ha portato all’introduzione dei ticket sulle prestazioni ambulatoriali: “E’ stata praticamente un obbligo, necessario per rientrare nei conti della sanità. In questo non c´é nessuna felicità, semmai ce ne sarà nel constatare che nei prossimi anni avremo ancora un sistema sanitario pubblico nell´attuale difficilissimo contesto economico. Abbiamo deciso di tenere basso il livello delle tariffe sulle prestazioni numericamente più frequenti, per non penalizzare gli utenti, colpendo invece maggiormente quelle a valore più elevato. Il ticket proposto dal Governo per sostituire una parte del finanziamento che veniva trasferito dallo Stato alle Regioni. Quest´anno 834 milioni dovevano essere riparti, mentre la manovra finanziaria ha imposto che dal 31 maggio, per mancanza di fondi centrali, la quota rimanente di circa 500 milioni venisse coperta con l´introduzione di un ticket di 10 euro su tutte le prestazioni ambulatoriali. Le misure introdotte stanno già dando frutti: nel primo trimestre la spesa sanitaria è stata inferiore di circa 18 milioni rispetto a quello dello stesso periodo dell´anno precedente”. |
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