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Notiziario Marketpress di Mercoledì 21 Settembre 2011
 
   
  PIEMONTE: COME RAFFORZARE L´INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE AZIENDE

 
   
   Torino, 21 settembre 2011 - Le aziende piemontesi chiedono alla Regione servizi qualificati per aggredire i mercati emergenti, in particolare Brasile, Russia, India e Cina, e il mercato americano. Fra i servizi richiesti figurano ai primi posti la ricerca di clienti, fornitori, partner, la consulenza legale e finanziaria e la disponibilità di studi di settore e di mercato per cogliere le nuove opportunità di sbocco dei loro prodotti. Sono, in sintesi, i risultati dell’indagine con cui la Regione, mediante Ceipiemonte e con la collaborazione dell´Unione Industriale di Torino, ha chiesto a 728 imprese quali fossero gli incentivi più adatti secondo le proprie esigenze a supportare i processi di internazionalizzazione delle aziende. Un questionario, condotto nel luglio scorso, che si propone di fornire all´ente istituzionale indicazioni e suggerimenti sui contenuti e sulle modalità dell’intervento regionale a sostegno dei programmi di supporto all´export. Fra i tipi di incentivi che la Regione può mettere a disposizione le aziende privilegiano ampiamente lo sgravio fiscale, il voucher e il contributo a fondo perduto. "Abbiamo voluto fortemente questa indagine - commenta l´assessore allo Sviluppo economico, Massimo Giordano - per tenere fede ad uno dei principi più importanti che ispira la nostra azione sin dai primi giorni di legislatura, ovvero saperci confrontare e dialogare con il sistema produttivo. Nel Piano per la competitività, del resto, abbiamo scritto come uno dei valori più significativi per una buona amministrazione sia saper correggere i propri errori. Da qui nasce l´idea di questo sondaggio, che ha il merito di informarci sulle prioritarie esigenze delle nostre imprese e ci conforta sapere che tra i provvedimenti più richiesti ci siano proprio le misure che abbiamo costruito in questi mesi. Continueremo a lavorare su questa strada e, attraverso il Piano per l´internazionalizzazione, sapremo ancora meglio tradurre tali esigenze in provvedimenti concreti ed efficaci". "Rivolgersi direttamente alle imprese per cercare di intercettare le loro esigenze, aspettative, desiderata è il punto di partenza ideale per poter programmare adeguate linee di sviluppo - sostiene Giuseppe Donato, presidente del Centro estero per l’internazionalizzazione - La Regione dà un segnale di forte concretezza con questa scelta, che poi, operativamente, nella gestione del questionario, ha affidato a noi, sua in house. Abbiamo coinvolto nella diffusione anche i nostri soci e approntato un software per l’elaborazione dei dati. Il tema dell’internazionalizzazione del Piemonte merita grande attenzione, come evidenziano i dati del primo semestre dell´anno, dove le aziende piemontesi, in uno scenario mondiale di contrazione, sono state capaci di far registrare un +14,7% di export, con 19,2 miliardi di euro”. Per le imprese piemontesi l’export rappresenta la “valvola” di gran lunga più importante per uscire dalla perdurante crisi. Lo dimostra l’elevata percentuale di aziende manifatturiere e dei servizi che si propone di aumentare l’export nei prossimi anni (rispettivamente 81% e 64%). L’europa, inoltre, rimane il principale mercato di sbocco dell’export piemontese. Nei programmi delle imprese spicca tuttavia la ricerca di nuovi spazi al di fuori dei “mercati domestici” e in particolare nei cosiddetti Paesi Bric (Brasile, Russia, India e Cina) e negli Stati Uniti. La propensione all’export delle imprese piemontesi è rilevante ed accomuna tutte le dimensioni di impresa. La quota di imprese presente sui mercati esteri è elevata (82%); come era lecito attendersi, la propensione all’export è maggiore tra le imprese manifatturiere (90%). È comunque significativa anche tra le imprese dei servizi e degli altri settori (48%). I principali mercati di sbocco delle imprese piemontesi rimangono quelli europei, con Francia e Germania nelle prime due posizioni e che raggruppano quasi il 50%. Con percentuali minori seguono gli altri Paesi dell’Unione Europa (Spagna, Gran Bretagna, Belgio, Polonia). Restando in ambito europeo, sorprendono il ruolo molto importante della Svizzera, mercato segnalato dal 35% delle imprese, e della Russia (21%), mentre la Turchia si conferma come sbocco interessante (16%). Al di fuori dei confini europei, spicca il peso degli Stati Uniti, citati dal 30% delle aziende. Significativa è anche la presenza in Cina (17,5%), Canada (14,4%), Giappone (14,4%), Brasile (12,4%), India (12,4%) e Australia (12,8%). Più marginale è la presenza sui mercati africani, soprattutto nel Nord Africa. Per quanto riguarda i programmi futuri, l’80% delle imprese prevede di aumentare l’export. La percentuale sale all’84% per le manifatturiere, mentre si attesta al 64% per le aziende dei servizi.  
   
 

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