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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 21 Settembre 2011 |
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UE, JUAN SOMAVIA: “LA CRISI NON PUÒ ESSERE UNA SCUSA PER INDEBOLIRE I DIRITTI DEI LAVORATORI. L´ECONOMIA REALE DEVE GUIDARE L´ECONOMIA GLOBALE, E LA FINANZA DEVE ESSERE AL SUO SERVIZO".
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Strasburgo, 21 settembre 2011 - L´attuale modello di crescita economica ha aumentato la disuguaglianza nel mondo. E la crisi finanziaria non ha fatto altro che aggravare la situazione. Questa è l´analisi che il Direttore generale dell´Oil (Organizzazione Internazionale del Lavoro) Juan Somavia ha presentato davanti ai principali deputati del Parlamento europeo la settimana scorsa a Strasburgo. Nel rapporto Una nuova era per la giustizia sociale ha dichiarato che gli attuali "modelli di crescita hanno aumentato la disuguaglianza nel mondo". Js: Attualmente nel mondo 61 milioni di persone vivono con lo stesso reddito di altri 3,5 miliardi di persone. Negli Stati Uniti lo 0,1% della popolazione possiede il 12,6% del reddito totale, mentre in Europa il 10% detiene il 50% della ricchezza. Questa è la conseguenza della crescita di un modello che ha aumentato la disuguaglianza e ridotto la partecipazione dei salari al prodotto nazionale lordo. Bisogna trovare un nuovo equilibrio. A partire dalla Seconda guerra mondiale fino agli anni ´80 e ´90, l´Europa é riuscita a controllare crescita e produttività con equità e garantendo dei salari accettabili: non si tratta di qualcosa d´impossibile. Il mio consiglio è di tornare alle radici dei valori europei e fare dell´equità l´obiettivo principale. Le politiche economiche per il risanamento dei conti pubblici dovrebbero essere socialmente responsabili, perché le persone vogliono dei posti di lavoro dignitosi. E la qualità delle condizioni di lavoro definisce l´essenza di una società. Cosa intende per un "lavoro dignitoso"? Js: Un lavoro dignitoso significa il rispetto degli standard internazionali del lavoro. Non si può utilizzare la crisi come una scusa per indebolire i diritti dei lavoratori. Bisogna anche considerare il dialogo sociale. É più facile risolvere i problemi quando i datori di lavoro e i lavoratori si mettono attorno a un tavolo. Poi c´é la giustizia sociale. Nel mondo, otto persone su dieci non hanno accesso alla previdenza sociale, ma molti paesi in via di sviluppo si stanno muovendo in questa direzione: inclusi India, Cina, Brasile, Messico e Cile. Bisogna tutelare i cittadini e garantire maggiori diritti. L´economia reale deve guidare l´economia globale, e la finanza deve essere al suo servizio. Qual é stato l´impatto della crisi finanziaria sulle politiche sociali e sui diritti dei lavoratori? Js: La crisi finanziaria è diventata crisi economica, che a sua volta si è trasformata in crisi sociale. Quest´ultima consiste essenzialmente nella perdita del lavoro, nella crescita della povertà e nel divario tra classi sociali. Oggi ci sono 200 milioni di disoccupati e si utilizza la crisi come scusa per ridurre i diritti dei lavoratori. Penso che sia di estrema importanza continuare a basarsi sui valori fondamentali dell´Unione europea, che sono i diritti umani, i diritti dei lavoratori e la protezione dell´individuo. L´economia sociale di mercato produce un maggiore benessere. Ma a questo modo di ragionare si è preferito l´attuale modello di crescita che ha generato poco lavoro e tanta disuguaglianza. Le cose possono cambiare, ma è necessario l´impegno della classe politica. Credo che oggi l´Europa abbia il dovere di comunicare con i cittadini insoddisfatti e distanti dalla classe dirigente. E quale è il ruolo del Parlamento europeo? Js: Ho grande rispetto per il Parlamento europeo e per il particolare interesse che ha dimostrato alla dimensione sociale della globalizzazione, al Patto globale per l´occupazione e alle leggi per la protezione sociale. Oggi il mondo oggi ha bisogno di sistemi forti e centralizzati, diretti dai parlamenti e dalle società civili. In molti sistemi politici la crisi economica determinerà l´esito delle prossime elezioni. Bisognerebbe invece unirsi e trovare un accordo per superarla. Il Parlamento europeo ha uno sguardo sugli interessi della collettività: deve trovare la forza di guidare questo processo e coinvolgere i cittadini nella vita politica. |
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