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Notiziario Marketpress di
Lunedì 26 Settembre 2011 |
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AL VIA IL CO-TEST PER PROTEGGERSI 2 VOLTE DAL TUMORE DEL COLLO DELL¡¯UTERO
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Roma, 26 settembre 2011 - Un ulteriore strumento di prevenzione del tumore del collo dell¡¯utero a disposizione delle donne che si rivolgono all¡¯Istituto Regina Elena: il co-test, vale a dire pap-test su fase liquida e contemporaneo test virale (Hybrid Capture 2 - Hc2) per il rilevamento di papillomavirus umano. Tale strategia preventiva consente di unire l¡¯estrema sensibilit¨¤ del test virale, in grado di identificare le donne con lesioni pre-tumorali, alla specificit¨¤ del pap-test che permette di escludere quelle che (sebbene positive all¡¯Hc2) non necessitano di ulteriori approfondimenti. ¡°L¡¯originalit¨¤ di questa strategia ¨C dichiara Luciano Mariani, ginecologo oncologo dell¡¯Istituto Regina Elena ¨C sta nel riconoscere, come emerge dalla pi¨´ recente letteratura internazionale, il ruolo fondamentale del test virale nel percorso di prevenzione. La combinazione dei risultati nei due test fornir¨¤, unitamente agli elementi raccolti nella visita ginecologica, il livello di rischio della singola donna. L¡¯adozione del sistema di co-test, grazie anche alla disponibilit¨¤ del Servizio di Anatomia-patologica e Citodiagnostica, apre inoltre ad ampie collaborazioni con le Istituzioni nazionali di maggior rilevanza in campo preventivo.¡± Il tumore del collo dell¡¯utero ¨¨ il secondo cancro della donna per frequenza a livello mondiale, e in Italia rappresenta quasi il 2% di tutti i tumori maligni femminili. Quello che viene denominato screening organizzato (mediante invito della Asl di zona ad eseguire il pap test), ¨¨ lo strumento preventivo di maggiore efficacia, affiancato ora anche dal programma di vaccinazione contro il papillomavirus ¨CHpv, nel perseguire l¡¯obiettivo di prevenzione del cancro della cervice uterina. La parola screening , in questo caso, si identifica con il Pap-test, efficace esempio di indagine preventiva, ampiamente riconosciuta dalla popolazione femminile e vissuto come un appuntamento da rinnovare periodicamente. Lo screening spontaneo si basa, invece, sulla richiesta della singola donna ad effettuare il test (circa il 38%) e sebbene non rientri nel programma di salute pubblica (in termini di metodologia, rigore applicativo, verifica dei risultati, intervalli di tempo, costi, eguaglianza fra la popolazione¡), si dimostra un elemento importante per aumentare il livello di protezione della donna. Anche le Istituzioni pubbliche, infatti, concorrono allo screening spontaneo e al raggiungimento di un obiettivo qualificato come la riduzione di mortalit¨¤ da cancro della cervice uterina attraverso un rigoroso progetto metodologico. In linea con tale percorso, presso l¡¯Istituto Nazionale Tumori Regina Elena si ¨¨ adottato, come primo livello dello screening spontaneo, il co-test che include il Pap Test e l¡¯Hpv-dna test. ¡°L¡¯esecuzione del co-test ¨C precisa Enrico Vizza, Direttore della Ginecologia Oncologica Ire - come test di screening spontaneo ¨¨ indirizzata alle donne di et¨¤ ¡Ý30 anni, al fine di non medicalizzare inutilmente la fascia di popolazione pi¨´ giovane, che presentano altissima positivit¨¤ all¡¯Hpv, ma scarsissima patologia pre-tumorale clinicamente significativa¡±. La doppia negativit¨¤ (pap-test e Hc2) corrisponde ad un profilo di rischio estremamente basso, tale cio¨¨ da allungare sensibilmente l¡¯intervallo di sorveglianza fino a 3anni. ¡°Negli altri casi ¨C conclude Mariani - l¡¯invio ad accertamenti di secondo livello sar¨¤ dettato, di volta in volta, dal livello di rischio emerso dai due risultati¡±. |
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