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Notiziario Marketpress di
Venerdì 30 Settembre 2011 |
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MILANO (TEATRO FRANCO PARENTI) : TERRA PROMESSA! BRIGANTI E MIGRANTI - UNO SPETTACOLO DI MARCO BALIANI E FELICE CAPPA DAL 4 AL 9 OTTOBRE 2011
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Nell’anno dedicato alle celebrazioni di quella che fu certamente la realizzazione di un sogno politico condiviso da uomini di stato, artisti e intellettuali, non si può però dimenticare che l’unificazione italiana fu un processo difficile e doloroso che lasciò sulla strada numerose vittime, uomini e donne che si opposero con forza a un progetto politico che non potevano condividere. Di fronte a un’unità che si stava realizzando con le armi, non poteva che organizzarsi una resistenza armata, una resistenza che era destinata a passare alla storia con il nome di brigantaggio. Gli autori dello spettacolo, per la drammaturgia di Maria Maglietta, leggono nella vicenda del bandito Carmine Crocco la storia emblematica di un’incomprensione, di una disfatta civile, di un’assenza di lungimiranza politica che ancora oggi incide pesantemente sulla storia del nostro Paese. Le vite dei briganti diventano dunque il filo rosso attraverso cui rileggere e indagare la storia di un Paese che, sul nascere, si nutrì dell’entusiasmo popolare suscitato dalle promesse garibaldine, ma che non riuscì poi a garantire diritti minimi per una vita dignitosa. In scena Marco Baliani, a ripercorrere gli eventi, a ricostruire le circostanze e a illuminare i luoghi che i protagonisti di quelle vicende hanno consegnato alla storia. Ad accompagnare le parole del narratore in scena, compaiono su due grandi schermi cinematografici altri personaggi. Il succedersi e il sovrapporsi di parole e immagini è un’operazione di scavo nella storia dell’Italia, che scopre verità scomode e lascia sul campo resti di un paese non ricomposto, di una terra non riconciliata, dove ai perdenti di sempre non resta che l’ultima necessaria umiliazione: divenire stranieri a se stessi, perdendosi nelle innumerevoli figure di emigranti Marco Baliani e Felice Cappa Nella vicenda del bandito Carmine Crocco, si può leggere la storia emblematica di un’incomprensione, di una disfatta civile, di un’assenza di lungimiranza politica che ancora oggi incide pesantemente sulla storia del nostro Paese. Dall’entusiasmo popolare suscitato dalle promesse garibaldine, in pochi anni, la popolazione del meridione si trovò a combattere una disperata forma di rivolta contro l’ordinamento del nascente Stato italiano. Per migliaia di contadini, al termine di quei sanguinosi anni, restò, come scelta obbligata,divenire emigranti. È questo infatti il destino di otto milioni di contadini, uomini e donne del sud e del nord Italia che negli anni della nascita del nuovo Stato italiano sono costretti a lasciare il Paese. In scena Marco Baliani, a ripercorrere gli eventi, a ricostruire le circostanze e a illuminare i luoghi che i protagonisti di quelle vicende hanno consegnato alla storia. Ad accompagnare le parole del narratore in scena, compaiono, su schermi sovrapposti, come apparizioni fantasmatiche, altri personaggi, un contadino, una popolana, un barone e un soldato piemontese, evocati dal narratore stesso, a comporre un mosaico di racconti fatto di voci e punti di vista differenti. Questa fermentazione narrativa vive all’interno di una speciale scatola luminosa, che racchiude il narratore e la sua storia in un caleidoscopio di immagini proiettate. Brevi squarci di vita, memorie di luoghi, riflessioni si amalgamano in uno spezzato affresco. Al centro si pone il conflitto del brigante contadino, la sua impossibile riconciliazione col mondo. La forma dell’evento teatrale è tutt’uno con questa impossibile pacificazione, con l’incapacità di ricondurre le vicende a un unico lineare racconto. Il succedersi e sovrapporsi di parole suoni e immagini mostrano un paese non ricomposto, una terra non riconciliata, dove ai perdenti non resta che divenire stranieri a se stessi perdendosi nelle innumerevoli figure degli emigranti. Www.teatrofrancoparenti.it |
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