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Notiziario Marketpress di
Lunedì 03 Ottobre 2011 |
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LOMBARDIA: VERSO UN WELFARE DI RESPONSABILITÀ
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Bologna, 3 ottobre 2011 - Risorse ridotte; necessità di mantenere il pareggio dei bilanci senza intaccare i diritti ai servizi dei cittadini; le aspettative del federalismo; quali azioni intraprendere per ridisegnare un nuovo modello di welfare non più esclusivamente assistenziale ma partecipato; l´esperienza della Lombardia, che per prima si è dotata di una legge sulla famiglia nel 1999 e ora si accinge a portare in Aula il progetto di legge sul Fattore famiglia. Sono i temi discussi nella tavola rotonda cui ha partecipato l´assessore alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà sociale della Regione Lombardia Giulio Boscagli, organizzata a Bologna in occasione del convegno nazionale ´Di qualità, sostenibili e appropriati, i servizi per la prima infanzia laboratorio di coesione sociale alla base del sistema di welfare´, organizzato dall´Assessorato alla Promozione delle politiche sociali e di integrazione per l´immigrazione, volontariato, associazionismo e terzo settore della Regione Emilia Romagna. L´assessore Boscagli si è confrontato con l´assessore alle Politiche sociali della Regione Emilia Romagna, Teresa Marzocchi, e l´assessore all´Istruzione e Sport della Provincia autonoma di Trento Marta Dalmaso. L´assessore lombardo, dopo aver ricordato che si stanno esaurendo i fondi della legge nazionale 328/2000 ´Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali´ ha anche sottolineato che l´attuale impostazione della manovra finanziaria ha comportato una significativa revisione delle risorse, che poi inevitabilmente avrà ripercussioni sui livelli locali di governo. "In Lombardia, invece, il presidente Roberto Formigoni - ha detto Boscagli - non solo ha voluto evitare tagli ma, anzi, ha incrementato i fondi a disposizione per il sociale". "Ci sono i tagli che si vedono - ha evidenziato l´assessore regionale -, poiché è facile fare un raffronto tra le risorse disponibili un anno fa e quelle odierne, e ci sono anche i tagli che non si vedono, non sono percepiti direttamente dai cittadini, quelli determinati dal rispetto del Patto di Stabilità e che comportano una ridefinizione dei servizi di cui i cittadini stessi godono". "Siamo convinti - ha continuato l´assessore Boscagli - che sono le famiglie gli attori principali del percorso educativo: la legge 23 di Regione Lombardia, del ´99, muove esattamente da questa premessa: riconoscere la famiglia non solo come destinataria di politiche e interventi, ma come protagonista della vita sociale. Grazie a questa legge negli anni sono stati finanziati moltissimi progetti innovativi gestiti da realtà del terzo settore, che una volta messi a sistema hanno consentito di estendere e ampliare la gamma dei servizi a disposizione per la prima infanzia". Oggi la rete lombarda offre oltre 2200 strutture - tra asili nido, micronidi, asili famiglia, ecc. - per una disponibilità complessiva di oltre 58.000 posti. Di questi, il 27 per cento è a gestione pubblica, mentre il 37 per cento è in mano a realtà non profit, segno della grande vivacità che il tessuto sociale è in grado di esprimere. La percentuale di copertura dei servizi è indubbiamente variabile: se su città come Milano o Monza abbiamo una copertura al 35 per cento, la media regionale è del 18 per cento. Il Fondo Straordinario Nidi, a finanziamento statale per un complessivo triennale di oltre 55 milioni di euro, è sicuramente un´occasione importante per ampliare la disponibilità di posti dedicati alla prima infanzia. In particolare, 18 milioni di euro sono stati stanziati per promuovere la ristrutturazione e l´ampliamento della capacità ricettiva di asili nido e micronidi, anche aziendali. Nel 2010 sono stati approvati 71 progetti (con un cofinanziamento pari al 45 per cento dei costi), che permetteranno, entro la fine del 2012, di avere 1914 nuovi posti a disposizione. Quasi 38 milioni di euro sono invece dedicati alle convenzioni, per dare la possibilità ai Comuni di acquistare posti già autorizzati negli asili a gestione privata, così da rispondere alle esigenze delle famiglie anche in mancanza di nuove strutture, riducendo le liste di attesa. Nella prima annualità si è così data soluzione alle esigenze di circa 5500 bambini in più. "Il nostro prossimo passo è l´introduzione del Fattore Famiglia - ha detto Boscagli - e speriamo che entro dicembre il Consiglio regionale approvi il progetto di legge su cui abbiamo lavorato con grande impegno: con il Fattore Famiglia prevediamo una compartecipazione ai servizi a seconda di un reddito che andrà certificato. E´ evidente che queste azioni sono orientate a ridisegnare un modello di welfare che chiamiamo ´di responsabilità´ il cui attore principale non sia solo il pubblico, che deve comunque garantire i più deboli e i più fragili, ma anche il privato che, con l´apertura di asili nido aziendali, garantisce una migliore conciliazione dei tempi famiglia-lavoro e il Terzo Settore: insieme possono dare una serie di risposte efficaci che affrontano i bisogni". |
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